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CIECO ANIMALE
Guido D’Angelo e Lorenzo Cappella confrontano due ricerche che attingono da una sorgente comune, abbandonano il terso chiarore del cielo per immergersi nel caos pulsionale di uno spazio interiore. Con il loro apporto pittorico, trasformano lo spazio bianco in una caverna delle origini
Comunicato stampa
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Il pensiero dell’animalità ha tanti volti, e si compone ancora più di una moltitudine di gesti.
Tracce, segni, orme; un eterogeneo repertorio connota il suo linguaggio primordiale, nella sua dimensione ancipite, sia materica che corporea. Con Cieco Animale Guido D’Angelo e Lorenzo Cappella confrontano due ricerche che attingono da una sorgente comune, rinunciando alla confortante razionalità della visione ottico-retinica, abbandonando il terso chiarore del cielo per immergersi nel caos pulsionale di uno spazio interiore. Con il loro apporto pittorico, i due artisti trasformano lo spazio bianco del Laboratorio Kh in una caverna delle origini, fucina preistorica della creazione artistica.
Rappresentazioni come occhi ciechi nella notte emergono dalle pareti: lo sguardo opaco di bestie senza nome, stati di colore che (dis)velano possibilità impreviste. Insieme, incorporano lo sguardo dell’animale, alla stregua dell’umanità nascente, quando inscrisse l’uro o il cervo nella nuda roccia di antri bui, premendo pigmenti organici contro le viscere della terra. Un’azione che (s)combina fra soggetto e oggetto, che defigura il primo e deoggettivizza il secondo. Una prospettiva condivisa, di interscambio simbiotico.
In questo processo senza nome, sempre in fieri, l’animale e l’identità risultano accomunate e trasformate, assorbite nella densa e compatta morsa di un vortice materiale. Un fare pittorico fatto di versi e silenzi, ritmi tesi e serrati che spalancano vuoti, squarci di melanconica poesia. Lo stesso discorso vale per il mito, motivo comune che si pone alla base di questo dialogo per immagini. Allora Tiresia e Prometeo, residui fantasmatici di alcune delle tele proposte, possono (ri)emergere dimentichi del giogo di narrazioni illustrative, edulcorate che li hanno resi emblemi della condizione umana. Si restituiscono tali figure all’immaginario desublimato di un mondo arcaico, un universo che non vediamo, ma che avveriamo – intercettati dallo sguardo rovesciato dei due artisti, da quello moltiplicato delle opere - come scossi da un fremito segreto, appena accennato, che pulsa sotto strati di colore e sensazione.
Tracce, segni, orme; un eterogeneo repertorio connota il suo linguaggio primordiale, nella sua dimensione ancipite, sia materica che corporea. Con Cieco Animale Guido D’Angelo e Lorenzo Cappella confrontano due ricerche che attingono da una sorgente comune, rinunciando alla confortante razionalità della visione ottico-retinica, abbandonando il terso chiarore del cielo per immergersi nel caos pulsionale di uno spazio interiore. Con il loro apporto pittorico, i due artisti trasformano lo spazio bianco del Laboratorio Kh in una caverna delle origini, fucina preistorica della creazione artistica.
Rappresentazioni come occhi ciechi nella notte emergono dalle pareti: lo sguardo opaco di bestie senza nome, stati di colore che (dis)velano possibilità impreviste. Insieme, incorporano lo sguardo dell’animale, alla stregua dell’umanità nascente, quando inscrisse l’uro o il cervo nella nuda roccia di antri bui, premendo pigmenti organici contro le viscere della terra. Un’azione che (s)combina fra soggetto e oggetto, che defigura il primo e deoggettivizza il secondo. Una prospettiva condivisa, di interscambio simbiotico.
In questo processo senza nome, sempre in fieri, l’animale e l’identità risultano accomunate e trasformate, assorbite nella densa e compatta morsa di un vortice materiale. Un fare pittorico fatto di versi e silenzi, ritmi tesi e serrati che spalancano vuoti, squarci di melanconica poesia. Lo stesso discorso vale per il mito, motivo comune che si pone alla base di questo dialogo per immagini. Allora Tiresia e Prometeo, residui fantasmatici di alcune delle tele proposte, possono (ri)emergere dimentichi del giogo di narrazioni illustrative, edulcorate che li hanno resi emblemi della condizione umana. Si restituiscono tali figure all’immaginario desublimato di un mondo arcaico, un universo che non vediamo, ma che avveriamo – intercettati dallo sguardo rovesciato dei due artisti, da quello moltiplicato delle opere - come scossi da un fremito segreto, appena accennato, che pulsa sotto strati di colore e sensazione.
11
maggio 2022
CIECO ANIMALE
Dall'undici maggio al 04 giugno 2022
arte contemporanea
Location
LABORATORIO KH
Roma, Via Flaminia, 26, (RM)
Roma, Via Flaminia, 26, (RM)
Orario di apertura
Mercoledì dalle ore 17:00
Vernissage
11 Maggio 2022, 17:00
Sito web
Ufficio stampa
Laboratorio KH
Autore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico