14 giugno 2004

Padova, una performance del cazzo di Fausto Gilberti

 

di

Fausto GilbertiUna tenda nera da attraversare uno per volta per entrare in una stanza il cui ingresso era riservato ad un pubbico adulto e consapevole.
C’era attesa e qualche legittimo dubbio intorno a quella che era presentata come la prima performance di Fausto Gilberti. Noto per essere tra i più interessanti esponenti della nuova pittura italiana, già nell’ultima edizione di Arte Fiera di Bologna si era cimentato, e con un successo, con il video.
Ora, in occasione della nuova personale padovana alla galleria Perugi, è stata la volta del libro Mr. Dildo, che raccoglie i disegni di tema pornografico, e di questo inedito evento performativo.
Iniziative diverse che si affiancano alla pittura, medium privilegiato, che l’artista gestisce con intelligenza ed abilità, autoironia e leggerezza. Alla stregua di divertissements, video, libro e performance sono escursioni che consolidano la sua ricerca, gli permettono di uscire dalla rigidità di schemi ed etichette, senza indulgere nell’autoreferenzialità o nell’autocelebrazione (come accadde ad esempio, nel video Polvere, 2003, di un altro pittore come Cristiano Pintaldi).
Ad ogni buon conto, nella foto, ciò che vi sarebbe accaduto se foste entrati nella famosa stanza dove la perfomance ha avuto luogo. E non era un manichino! (alfredo sigolo)

articoli correlati
Il libro di Gilberti
L’intervista a Fausto Gilberti
On Air a Monfalcone
La retrospettiva di Pintaldi a Pesaro

[exibart]

27 Commenti

  1. francamente… per non parlare di c…o diciamoci solo:
    – ma che palleeeeee!!!
    E che cazzate…restando in tema;
    visto che l’artista ci tiene a “farcelo”… rimarcare…
    diciamo che forse non riuscendo a far più parlare della sua pittura, esaurita la piccola sensazione degli esordi… l’artista ha “trovato” il modo di farsi risentire… o solo sentire…
    Ma ci vuole ben altro per rivitalizzare la propria immagine di artista pittore… visti personaggi come la kristufeck, che almeno è una bella figliola…un cotale “membro” del consorzio sociale del sistema dell’arte… forse non è abbastanza…

  2. Cara Lorenza, …non è mica Gilberti quello della foto! La performance non l’ha fatta lui in prima persona. Dovevi vederla invece di commentare la notizia basandoti solo su una fotografia. E’ stata molto divertente e ironica …in stile Gilberti! E non c’era solo la performance da vedere. E ti assicuro che il modello non ce l’aveva neanche piccolo come sembra!
    E bravo Gilberti che non si arena solo alla pittura, ma sa spaziare utilizzando altri mezzi e sa rischiare!

  3. La performance è uno strumento dell’agire.
    Ma quando non si rende nota l’azione,a livello concettuale quello che rimane è un documento solo visivo.
    Credo che sarebbe buono spiegare o meglio esaudire l’esigenza nei confronti della domanda:.

  4. In mostra cara Lorenza c’era un magnifico quadro rotondo, enorme, eccezionale. Una delle poche cose di pittura veramente innovative viste negli ultimi anni. Sono appena ritornato da New york. Ho visto la biennale dell’Whitney.
    Gilberti è l’unico pittore italiano che può competere oggi con i giovani pittori americani. Entrambe hanno riscoperto rinnovandole forme e atmosfere a cavallo tra gli anni 60 e 70.
    Gilberti è un mito. Io seguo le sue orme.
    Cazzo!!!

  5. ragazzi, questa è una speednews, non è la recensione della mostra. Ormai dovreste aver imparato la differenza. La rece uscirà, un po’ di pazienza. Comunque, per accontentare i curiosi, in mostra c’erano un paio di tondi (uno grandissimo ed uno piccolo) e alcune sovrapposizoni su foto, oltre al libro naturalmente (presente anche tiziano scarpa che firmava il testo). Quanto alla performance, il tizio è un attore di professione, coinvolto dall’artista. Come ho detto si entrava uno alla volta (in due solo nel caso di coppie), ovviamente ignari di quello che ti aspettava. Dentro c’era il tizio con il soprabito chiuso. Ti seguiva per qualche secondo con lo sguardo in cagnesco e poi ti spalancava la mercanzia.

  6. …….non è che si possa restare sotto choc per ciò che c’è sotto quel cappotto……è per un pubblico adulto?….ma io credo che finite le proposte pittoriche da parte dell’artista….si passa alle proposte del c…o ma copriti va…..che è meglio…

  7. ehi! ma quello è il maniaco che mi ha aggredita la settimana scorsa alla stazione del metrò! lo riconosco dall’impermeabile.

  8. e comunque l’obiettivo di gilberti non era la provocazione a tutti i costi ma farsi 2 risate. E, in questo, è perfettamente riuscito. Autoironia dunque, tra l’altro se non vado errato il tappeto zebrato è pure una autocitazione.

  9. Ma dillo caro Sigolo
    l’impermeabile era foderato di disegni da vedere.
    Che c’entra il cazzo dell’attore.
    Il fine era mostrare i disegni “decontestualizzati” ,
    a me pare.

  10. bravo gino, omissione mia. Nella stanza c’erano due telecamere puntati su coloro che entravano, per cui mi sì, esiste documentazione video

  11. A) Mi piace il gioco di significati: esibizionista – esibizione di disegni.
    B) I disegni di Gilberti a volte sono “forti” e provocatori, ma non sono mai violenti e shoccanti, piuttosto sono conditi di ironia e leggerezza. Come quel pisello! Che non sconvolge nessuno …tantomeno gli “adulti consenzienti” (le persone venivano avvisate prima di entrare a vedere la performance che il contenuto era vietato ai minori)! Forse Gilberti voleva farci ridere un po’… e allora ridiamo invece di prendere sempre tutto troppo sul serio! Io mi sono divertito!

  12. è più stupefacente vedere i soliti commenti che l’attore nudo, perché nonostante il “déjà vu” ancora bigottamente suscita scalpore un corpo nudo e si fanno le vecchie aride battute. nessuno si è preso la briga, ad eccezione di un paio di persone, di scoprire prima l’intento della performance e soprattutto lo spirito …

  13. macchè scalpore. abbiamo imboccato la via della demenzialità e non sappiamo più uscirne fuori, a livello mondiale.
    chiamiamo tutto ciò EXIB e lasciamo perdere ART, che non c’entra nulla con queste masturbazioni

  14. fausto è sempre bravo e coerente, sono un sostenitore dell’ironia anche con tratti spiccatamente dadaisti e qui ce ne sono,quello che non c’è è la coscienza che ormai parlare di linguaggio(pittura, performance ecc) non ha più molto senso.FINALMENTE!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui