17 giugno 2004

fino al 15.VII.2004 Antonio Rovaldi – Sopra il luogo Milano, Galleria Alessandro de March

 
Splendide spiagge bianche addizionate a bicarbonato Solvay. Una razza color neve nuota fra gli scarichi. Un tavolo da lavoro per un alchimista nomade. Una serie e fotografica ed un nuovo video. Terza ed ultima tappa di una lirica inchiesta sui paesaggi nostrani...

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Un sopralluogo è una ricognizione preliminare, spesso superficiale e di breve durata. Per elaborare questa ricerca, Antonio Rovaldi (Parma 1975. Vive a Milano) ha speso sei mesi a Rosignano, sul litorale del livornese, presso le Spiagge Bianche antistanti gli stabilimenti della Solvay che producono bicarbonato. Per ciò, da evento circoscritto, il sopralluogo è divenuto temporanea condizione esistenziale, uno stare-sopra-il-luogo.
Questa tappa al centro Italia segue due altre esperienze, che si inseriscono in un ciclo di evidente coerenza. Un allestimento curato materializza il documento ambientale di una costa martoriata da scarichi industriali, il mezzo ideale per compiere le proprie ricerche è altresì esibito, insieme a un esito fantas(ma)tico della vicenda. Rovaldi è figlio d’arte nell’ambito del paesaggismo ed è stato allievo di Mario Cresci. Queste eredità si colgono nel felice connubio di perizia tecnica e istanza etica, che rammenta le scene dedicate dal maestro di Chiavari alle cave di Matera.
Antonio Rovaldi - Sopra il luogo - installation view - 2004
Le fotografie esposte sono frutto di un “setacciamento”  confessa l’artista “come se si trattasse di far sedimentare il genius loci“. Una trentina di immagini restituiscono con chiarezza la situazione ambientale, senza tuttavia fermarsi al dato meramente etico e/o documentarista. Rovaldi è in grado di coniugare un’indubbia e sacrosanta denuncia alla consapevolezza del dato di fatto, e di sublimare a un secondo livello queste riflessioni, in un afflato poetico di grande liricità.
Tutto ciò vale in specie per l’installazione a parete che raccoglie 25 fotografie disposte in cinque file e altrettante colonne, secondo un ordine che pare casuale, ma in realtà tenta di ri-significare l’ambiente, dal dettaglio litoraneo alla linea dell’orizzonte. Al centro della sala, un tavolo-scultura con inserti in acciaio a formare piccole vasche e un canale di scolo -memorie anatomo-patologiche?- è dotato di ruote. “È un prototipo” racconta Rovaldi “che potrebbe seguirmi negli spostamenti, per sviluppare le foto sul posto, analizzare chimicamente il terreno…”.
Antonio Rovaldi - still da -Le spiagge bianche- - 2004
Nella piccola project-room, il video Le spiagge bianche. Si starà forse parlando della razza umana? (2004). È la “storia” di una razza, leggiadro animale marino che vive in quella striscia di mare e ha un manto divenuto candido, ciò che non le impedisce di incagliarsi goffamente, rammentando il celeberrimo pennuto baudelairiano. Le immagini dello stabilimento, illuminato in notturna, evoca mostri marini d’epoca industriale, finché le note rallentate di Hawaii interpretata da Elvis Presley chiudono l’amara sortita su quattro enormi ciminiere che sputano un denso fumo bianco.
In questi giorni, la parola Hawaii viene proiettata da Helidon Gjergji (protagonista con una bella personale alla galleria Ciocca) su una piscina per bambini. Nel caso di Rovaldi, troveremo un analogon nella razza in ceramica che giace, separata da sé stessa, dal mare, dal proprio colore e dalla propria materia, in due casse in legno, aperte, in un angolo della galleria.

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marco enrico giacomelli
mostra visitata il 10 giugno 2004


Antonio Rovaldi – Sopra il luogo
Galleria alessandrodemarch
Con l’adesione dell’A.I.A.P. – Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio
Via rigola, 1 – 20159 Milano
Orario: dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19
Ingresso libero
Info: tel/fax 02-6685580; demach@libero.it


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