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Massimo Campigli, Tancredi, Fausto Melotti, Carlo Carrà. Ma anche la pittura liquida di Ennio Morlotti, che si specchia e si moltiplica, franta, tra i colori del fiume Adda (stima: € 15.000 – 25.000). E poi ancora una finestra sull’indagine informale dei maestri del segno, a partire da Georges Mathieu, Hans Hartung, dalla luce filante di Mark Tobey. Il Ponte Casa d’Aste riscalda i motori alla vigilia della vendita di Arte Moderna e Contemporanea in calendario domani, martedì 24 maggio. Top lot dell’incanto: il Concetto spaziale, Natura di Lucio Fontana, a dir poco monumentale. La sua stima va di pari passo: una cifra compresa tra € 500,000 ed € 700,000.
Da Prampolini a Di Bosso: la rivincita del primo Novecento italiano
È una schiera di opere eterogenee il catalogo offerto dalla maison, con una selezione preziosa del primo Novecento italiano che include Fortunato Depero, Renato Guttuso, Adolfo Wildt, Enrico Prampolini. Per non dimenticare Filippo de Pisis, ovviamente, che brilla con due storiche Nature morte, lavori densi di echi e di rimandi, eseguiti tra il 1924 e il 1935. «Una casa d’aste», rivela a exibart il capo dipartimento Freddy Battino, «può contribuire alla riscoperta di artisti trascurati – o addirittura dimenticati – dal mercato e dalla critica». Come? «Presentando opere di altissima qualità e rilevanza storica», spiega, «e curandone minuziosamente le schede in catalogo». Pratica, questa, consolidata negli anni – parlano chiaro i record mondiali per Mino Rosso (€ 27.000) e Sexto Canegallo (€ 22.500), fissati rispettivamente nel 2017 e nel 2021.
Andiamo dritti al dunque. Un nome interessante su cui puntare – magari tra quelli meno noti alla bramosia del mercato? «Renato Di Bosso», suggerisce con prontezza Battino: in asta il suo Balilla del 1934 è una scultura in legno quasi introvabile e già Marinetti, a suo tempo, la definiva «capolavoro della scultura futurista» (stima: € 8.000 – 12.000). Non sono da meno la rara opera su carta di Adolfo Wildt dalla collezione Giovanni Scheiwiller (€ 12.000 – 15.000), l’olio futurista di Enrico Prampolini datato 1923 (€ 30.000 – 50.000) e due bei dipinti di Fortunato Depero, che risalgono al 1917 e al 1923. La storia dell’arte si riscopre, da Il Ponte. Si affaccia su una nuova dimensione, e si carica di perenne valore.
Cagnaccio di San Pietro e gli altri. Gli highlights della vendita de Il Ponte
Un capitolo a parte lo merita senz’altro Cagnaccio di San Pietro. Già a dicembre il suo Nudo in riva al mare, da Il Ponte, chiudeva la partita a quota € 162.500. Oggi – quasi un semestre e una mostra sul Realismo Magico al Palazzo Reale di Milano dopo – torna a sfilare in via Pontaccio 12 con Leggendo del 1926, proposto per un prezzo di € 10.000 – 15.000. Ancora qualche nome: Georges Mathieu con Memoire superposée (€ 60.000 – 80.000), un Mark Tobey del 1953 – lo nominavamo all’inizio – che vanta la galleria di Rudolf Zwirner tra le provenienze straordinarie (€ 100.000 – 120.000), l’arazzo Languidi sguardi assassini del 1989 di Alighiero Boetti (€ 35.000 – 40.000) e un libro cancellato di Emilio Isgrò, appartenuto tra gli altri alla collezione di Gae Aulenti. Ultimo, ma non di certo per valore: un poeticissimo Arte del contrappunto plastico n. 1 di Fausto Melotti, del 1969, che sfilerà sotto il martello della casa d’aste con una stima di € 100.000-150.000. Appuntamento a domani, 24 maggio, con la battitura di Palazzo Crivelli. Mantra assoluto: riscoperta e qualità.