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CASANOVE. Arte nessuna colpa
Casanove. Arte nessuna colpa. Una collettiva curata da Carlo Marchetti e Daniela Zannetti con Artisti in Transito. 9 artisti dal tonale, informale, all’arte analitica nella doppia esposizione Urbana e Extraurbana. Roma e nel seicentesco Casale d’Artista OperaDomus con interventi site specific.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
CASAŊOVE è un luogo di Transito dell’Arte e Nome del Progetto stesso.
Arte. Nessuna colpa.
Di Daniela Zannetti e Carlo Marchetti
Raimondo Bonamici, Cecilia De Paolis, Ugo Lo Pinto, Carlo Marchetti, Claudio Marini, Mario Nalli, Paolo Romani,
Stefano Trappolini, Daniela Zannetti #9.
Anche l’Arte è un “grande seduttore” come Casanova, il cui richiamo omofonico nel progetto appare un mal sentito che attrae tuttavia, come il romanesco ‘casanova’, per indicare un nuovo spazio dedicato alla seduzione dell’arte. Boudoir e fumoir nella doppia esposizione, in città, e fuori città, per mantenere un dialogo tra interno ed esterno, e altre significative e necessarie dualità.
Così come nei giochi di parole, la doppia consultazione di I:Ching origina il logo, e diversi claim dell’evento sulla lettura stessa delle linee dell’esagramma 1 “Il creativo”, dell’esagramma 2 “ Il Ricettivo” e della risolutezza (43).
Nell’ispirazione dell’artista e del suo atto creativo, nella fermezza della sua visione, la risolutezza dell’agire che non comporta alcuna colpa. Nessuna colpa. Cosiddetto mal d’arte che filtra da ogni linea del logo: come i lavori degli artisti filtrano luce e materia e disseminano l’arte.
Il Transito di Artisti raccoglie nei luoghi individuati, negli studi d’artista tutta la vitalità germinativa dell’Arte, presenta nel display finale di CASAŊOVE il suo percorso e, con esso tutta l’esperienza energetica che se ne può trarre.
Artisti diversi per generazione, cultura e sintassi, associati però da un comune orientamento che li induce a consacrare l’arte nella liturgia dell’incontro. Aktionen prima ancora che mercato; con cifre stilistiche e poetiche frutto di un perenne corpo a corpo con l’arte, “come limite iniziale del possibile” (G. Celant); perenne atto di investigazione: di smuovere il pensiero, “di ripulire lo sguardo” (R.Tambor).
Il Luogo e il Transito
‘CASAŊOVE’ nasce nell’idea di rigenerare una casa romana in centro (in direzione P.zza del Popolo), interno nove appunto di via Cola di Rienzo, e di allestire un’esposizione di Arte contemporanea legata ad una seconda esposizione nel Casale d’Artista OperaDomus di Carlo Marchetti, fuori città.
Si prosegue nel concept della Casa d'artista, del manifesto collettivo di autori legati da rapporti amicali ed artistici degli eventi del 2020, e attorno alle visite negli studi d’artista compiute per imbastire il nesso della nuova ricerca; luoghi diffusi e non, dove tra rigore o caos, e miscellanee di colori, materie - pigmenti tele lastre carte e tessuti - e i profumi, si sprigiona l’artista e l’uomo nella dimensione più intima. L’azione col proprio metodo di indagine. Accade di assistere alla trasmutazione del pensiero nell’arte e viceversa in frequenze. Accadono performance, e condivisioni: un acquerello di prima mano, l’affaccio nei vuoti delle opere sagome, il passaggio tra le mani di un ‘ objet relique ’, lo shading del nero, lo scatto fotografico al feticcio d’artista.
Sovente nelle conversazioni si affacciano nomi di risonanti muse, si distinguono quelle correnti madri, matrici operanti nel flusso temporale dell’informale, cliché di effetti, sulle cifre stilistiche fino al momento dello scarto (da essi), al proprio linguaggio. Figli della ‘pittura italiana’, gli Artisti di “CASAŊOVE” costituiscono così una micro collettività che spazia dal tonale, infromale all'arte analitica.
Figli dei byte con l’approssimarsi di ‘avatar e scanner’: sagome come ‘moduli’ viaggianti - magari internauti - arte che attraversa, che gioca il verso, in arancio acceso, colature e informale segnico direttamente nelle repliche, come ‘sigilli di garanzia’ (Stefano Trappolini).
E scandagli di luce tonale sui profumi dell’aurora come fibre di colori puri, retroilluminati. Contemplazione mistica del respiro del mondo, ritorno al senso vitale tramite il divino incarnato nella luce, conquistando il corpo a corpo con una tecnica ad olio, scartata, ingestibile, infine accettata (Mario Nalli); cionondimeno fibre botaniche, haiku fotografici e mondo minerale: rocce frattali, rigorosamente in bianco e nero, scatti dell’istante atteso, dell’incanto, nel lungo corso di una ricerca fotografica dell’apparizione (Paolo Romani).
Una nuova comunicazione nell’informale segnico e direttamente negli oggetti: antropologica tensione di Hard_work nella ri - vestizione di un'umanità, perenne dispersa, riacciuffata nella moltitudine di assenze, memory dress e paesaggi interiori. Allestimenti in cui abiti e tessuti recuperati diventano vibranti scale cromatiche (Carlo Marchetti); totale assenza del corpo di cui il solo bustier clessidra resta e vigila un tempo altro, sconfina in dimensioni fantastiche e altri mondi abit-ati e abitabili, rielaborati in post produzioni fotografiche (Cecilia De Paolis, Ugo Lo Pinto).
La cifra materica, poi. Molto prima della rappresentazione è materia lavorata, stratificata, drappeggiata con potente espressività cromatica e maestria, interviene in ricomposizioni di memoria intrisa di speranza e slancio vitale, a tratti divertita, al lancinante grido dei drammi umani, più spesso collettivi in un riordino del caos di conforto all’orrore dilagante (Claudio Marini). E arte minima inconclusa, prolifica di abbandoni, scranni imbottiti, devoti storyteller, casotti, teche: dai collé di carte, cartamodelli e tessuti alla manipolazione digitale per mantenere l’impulso visionario (Daniela Zannetti).
E, se in principio l’alba era delle immagini, dall'idea di quadro e di superficie dipinta s’astraggono poetiche, nella frattura del monocromo si individuano nuovi campi di indagine: il vuoto e il pieno dello spazio e l’arte si dissemina: un corrispettivo interiore di rara eleganza e tuttavia significante sul fondo di Monologhi, Maree e stormi di ‘Nero roma’ (Raimondo Bonamici).
Tutti gli artisti concretano nuove realtà. Perciò nessuna colpa.
Opening urbana capitolina 9 giugno 2022 ore 19:00
Via Cola di Rienzo, 190 scala B - interno nove
(quinto piano)
Roma
Opening extra urbana 2 luglio 2022 ore 17:00
Via degli Aranci 1, Velletri/Cisterna
Ending urbana 23 giugno
Ending extra urbana 17 luglio
Un ringraziamento speciale a Claudio De Paolis, proprietario dell’interno nove, appassionato di Arte e Antiquariato, per aver reso possibile CASAŊOVE.
Con l’opening inaugurale, le esposizioni resteranno aperte nei fine settimana 10:00-20:00, e su appuntamento nei restanti giorni.
Info: “Artisti in transito” Sitnewsfeel@gmail.com - Carlo Marchetti, 339 238 8942 (e whatsapp)
https://casanoveart.wordpress.com/
Arte. Nessuna colpa.
Di Daniela Zannetti e Carlo Marchetti
Raimondo Bonamici, Cecilia De Paolis, Ugo Lo Pinto, Carlo Marchetti, Claudio Marini, Mario Nalli, Paolo Romani,
Stefano Trappolini, Daniela Zannetti #9.
Anche l’Arte è un “grande seduttore” come Casanova, il cui richiamo omofonico nel progetto appare un mal sentito che attrae tuttavia, come il romanesco ‘casanova’, per indicare un nuovo spazio dedicato alla seduzione dell’arte. Boudoir e fumoir nella doppia esposizione, in città, e fuori città, per mantenere un dialogo tra interno ed esterno, e altre significative e necessarie dualità.
Così come nei giochi di parole, la doppia consultazione di I:Ching origina il logo, e diversi claim dell’evento sulla lettura stessa delle linee dell’esagramma 1 “Il creativo”, dell’esagramma 2 “ Il Ricettivo” e della risolutezza (43).
Nell’ispirazione dell’artista e del suo atto creativo, nella fermezza della sua visione, la risolutezza dell’agire che non comporta alcuna colpa. Nessuna colpa. Cosiddetto mal d’arte che filtra da ogni linea del logo: come i lavori degli artisti filtrano luce e materia e disseminano l’arte.
Il Transito di Artisti raccoglie nei luoghi individuati, negli studi d’artista tutta la vitalità germinativa dell’Arte, presenta nel display finale di CASAŊOVE il suo percorso e, con esso tutta l’esperienza energetica che se ne può trarre.
Artisti diversi per generazione, cultura e sintassi, associati però da un comune orientamento che li induce a consacrare l’arte nella liturgia dell’incontro. Aktionen prima ancora che mercato; con cifre stilistiche e poetiche frutto di un perenne corpo a corpo con l’arte, “come limite iniziale del possibile” (G. Celant); perenne atto di investigazione: di smuovere il pensiero, “di ripulire lo sguardo” (R.Tambor).
Il Luogo e il Transito
‘CASAŊOVE’ nasce nell’idea di rigenerare una casa romana in centro (in direzione P.zza del Popolo), interno nove appunto di via Cola di Rienzo, e di allestire un’esposizione di Arte contemporanea legata ad una seconda esposizione nel Casale d’Artista OperaDomus di Carlo Marchetti, fuori città.
Si prosegue nel concept della Casa d'artista, del manifesto collettivo di autori legati da rapporti amicali ed artistici degli eventi del 2020, e attorno alle visite negli studi d’artista compiute per imbastire il nesso della nuova ricerca; luoghi diffusi e non, dove tra rigore o caos, e miscellanee di colori, materie - pigmenti tele lastre carte e tessuti - e i profumi, si sprigiona l’artista e l’uomo nella dimensione più intima. L’azione col proprio metodo di indagine. Accade di assistere alla trasmutazione del pensiero nell’arte e viceversa in frequenze. Accadono performance, e condivisioni: un acquerello di prima mano, l’affaccio nei vuoti delle opere sagome, il passaggio tra le mani di un ‘ objet relique ’, lo shading del nero, lo scatto fotografico al feticcio d’artista.
Sovente nelle conversazioni si affacciano nomi di risonanti muse, si distinguono quelle correnti madri, matrici operanti nel flusso temporale dell’informale, cliché di effetti, sulle cifre stilistiche fino al momento dello scarto (da essi), al proprio linguaggio. Figli della ‘pittura italiana’, gli Artisti di “CASAŊOVE” costituiscono così una micro collettività che spazia dal tonale, infromale all'arte analitica.
Figli dei byte con l’approssimarsi di ‘avatar e scanner’: sagome come ‘moduli’ viaggianti - magari internauti - arte che attraversa, che gioca il verso, in arancio acceso, colature e informale segnico direttamente nelle repliche, come ‘sigilli di garanzia’ (Stefano Trappolini).
E scandagli di luce tonale sui profumi dell’aurora come fibre di colori puri, retroilluminati. Contemplazione mistica del respiro del mondo, ritorno al senso vitale tramite il divino incarnato nella luce, conquistando il corpo a corpo con una tecnica ad olio, scartata, ingestibile, infine accettata (Mario Nalli); cionondimeno fibre botaniche, haiku fotografici e mondo minerale: rocce frattali, rigorosamente in bianco e nero, scatti dell’istante atteso, dell’incanto, nel lungo corso di una ricerca fotografica dell’apparizione (Paolo Romani).
Una nuova comunicazione nell’informale segnico e direttamente negli oggetti: antropologica tensione di Hard_work nella ri - vestizione di un'umanità, perenne dispersa, riacciuffata nella moltitudine di assenze, memory dress e paesaggi interiori. Allestimenti in cui abiti e tessuti recuperati diventano vibranti scale cromatiche (Carlo Marchetti); totale assenza del corpo di cui il solo bustier clessidra resta e vigila un tempo altro, sconfina in dimensioni fantastiche e altri mondi abit-ati e abitabili, rielaborati in post produzioni fotografiche (Cecilia De Paolis, Ugo Lo Pinto).
La cifra materica, poi. Molto prima della rappresentazione è materia lavorata, stratificata, drappeggiata con potente espressività cromatica e maestria, interviene in ricomposizioni di memoria intrisa di speranza e slancio vitale, a tratti divertita, al lancinante grido dei drammi umani, più spesso collettivi in un riordino del caos di conforto all’orrore dilagante (Claudio Marini). E arte minima inconclusa, prolifica di abbandoni, scranni imbottiti, devoti storyteller, casotti, teche: dai collé di carte, cartamodelli e tessuti alla manipolazione digitale per mantenere l’impulso visionario (Daniela Zannetti).
E, se in principio l’alba era delle immagini, dall'idea di quadro e di superficie dipinta s’astraggono poetiche, nella frattura del monocromo si individuano nuovi campi di indagine: il vuoto e il pieno dello spazio e l’arte si dissemina: un corrispettivo interiore di rara eleganza e tuttavia significante sul fondo di Monologhi, Maree e stormi di ‘Nero roma’ (Raimondo Bonamici).
Tutti gli artisti concretano nuove realtà. Perciò nessuna colpa.
Opening urbana capitolina 9 giugno 2022 ore 19:00
Via Cola di Rienzo, 190 scala B - interno nove
(quinto piano)
Roma
Opening extra urbana 2 luglio 2022 ore 17:00
Via degli Aranci 1, Velletri/Cisterna
Ending urbana 23 giugno
Ending extra urbana 17 luglio
Un ringraziamento speciale a Claudio De Paolis, proprietario dell’interno nove, appassionato di Arte e Antiquariato, per aver reso possibile CASAŊOVE.
Con l’opening inaugurale, le esposizioni resteranno aperte nei fine settimana 10:00-20:00, e su appuntamento nei restanti giorni.
Info: “Artisti in transito” Sitnewsfeel@gmail.com - Carlo Marchetti, 339 238 8942 (e whatsapp)
https://casanoveart.wordpress.com/
09
giugno 2022
CASANOVE. Arte nessuna colpa
Dal 09 giugno al 17 luglio 2022
arte contemporanea
Location
CASAŊOVE
Roma, Via Cola di Rienzo, 190, (RM)
Roma, Via Cola di Rienzo, 190, (RM)
Orario di apertura
Urbana opening giovedì 9 giugno ore 19.00
Extra urbana opening 2 luglio ore 17.00
Sabato e domenica 10.00 - 20.00
Giorni feriali su appuntamento
Vernissage
9 Giugno 2022, Urbana opening giovedì 9 giugno ore 19.00
Extra urbana opening 2 luglio ore 17.00
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