-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Other identity #12. Altre forme di identità culturali e pubbliche: intervista a Luca Matarazzo
Arte contemporanea
Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana abbiamo raggiunto Luca Matarazzo.
Other Identity: Luca Matarazzo
Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?
«Principalmente faccio il fotografo, uso quindi la fotografia per raccontare me stesso in rapporto con ciò che mi circonda, le persone, i luoghi e i loro cambiamenti, ma soprattutto i miei. Magari qualcuno ci si riconosce e questa cosa mi farebbe sentire piacevolmente bene».
Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?
«Non ho una identità definita, o forse non mi è mai piaciuto definirmi, mi piace poter cambiare pelle, non per piacere a tutti, ma per non farmi schifo nel momento in cui decido di cambiare. Nei miei lavori ci sono molte tracce di chi sono o di chi ero, è terapeutico liberarsene. Trovo invece interessante capire come ci si rapporta chi le osserva».
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/06/2-Luca-Matarazzo.jpg)
Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?
«Fingo di non preoccuparmene eccessivamente, ma mi piace piacere, ma con scarsi risultati, ho cosi deciso di apparire pubblicamente come appaio privatamente, e non piaccio neanche cosi».
Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?
«Si lega indissolubilmente al tempo che vivo, piegandosi al racconto dei bisogni, dei sogni e delle necessità che mi guidano nella vita di ogni giorno».
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/06/3-Luca-Matarazzo.jpg)
ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?
«Mi piacerebbe a volte guardarmi con gli occhi del mondo. Sono cosi autocritico nei miei confronti che se solo riuscissi a vedere nitidamente quanto sono indifferente al mondo e quanto poco gli importa di me sicuramente potrei sentirmi più leggero e sollevato. Tipo quella cosa che dice Zerocalcare sui fili d’erba, hai presente?».
Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?
«Mi piacerebbe essere un bravo comico, uno di quelli che sa leggere e interpretare bene la società, e ci sa scherzare su, con leggerezza».
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/06/5-Luca-Matarazzo.jpg)
Biografia
Sono nato nell’82. Si vincevano i mondiali quell’anno, e le partite si ascoltavano alla radio, i cartoni in tv erano quelli giapponesi e i giocattoli americani, la TV era quella di Mediaset, e il mio cibo preferito erano gli hamburger del Burghy e i Soldini della Mulino Bianco, cosi si è formato il mio primo immaginario che oggi molto influenza tutto il mio lavoro.
Faccio il fotografo, gioco con l’immagine e l’immaginario, usando spesso altri medium per creare i miei lavori, mi piace scrivere, disegnare, tagliare la carta e incollarla, mi piace mixare elementi incompatibili per raccontare me stesso, le persone che incontro e il mondo che osservo. Sempre di più cerco di utilizzare i materiali del mio archivio, magari creati per un motivo, e ripensarli, riutilizzarli con altri significati, ridargli vita, ricontestualizzare questi materiali.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/06/6-Luca-Matarazzo.jpg)
Nel 2012 ho iniziato un progetto erotico chiamato Eromata, una raccolta, ad oggi, di 7000 istantanee erotiche, una sorta di personale raccolta di figurine…per adulti. Questo lavoro è in continua crescita, e spesso è fonte di materiale per altre sperimentazioni.
Nel 2019 sono coautore del volume “Ultima Edizione – Storie nere dagli archivi de La Notte”, un libro che esplora la fotografia di cronaca nera attraverso gli scatti inediti dei fotografi dello storico quotidiano lombardo.