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Jane Gemayel – I segni dell’infinito
apre al pubblico, con il Patrocinio dell’Ambasciata del Principato di Monaco in Italia, presso il nuovo spazio espositivo Maison Bosi di via Margutta, la personale dell’artista canadese di nascita e monegasca d’adozione Jane Gemayel dal titolo “I segni dell’infinito”, a cura di Massimo Scaringella.
Comunicato stampa
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Una riflessione sull’incredibile sintesi esterna, ma più fortemente interna dell’animo umano: è questo il filo conduttore che lega le opere raccolte in questa mostra. Inizialmente guidata dall’opera letteraria “Il Profeta” del poeta libanese Khalili Gibran scoperto in gioventù. Nelle sue poesie un inno all’amore, all’armonia e alla pace. Jane nei suoi quadri e le sue sculture, non ricerca la bellezza dettata dai canoni delle riviste patinate, quando ci propone i suoi ritratti, le sue danzatrici, le sue madri, le variegate figure spirituali che sono un soggetto privilegiato della sua indagine visiva. E l’eleganza e la grazia, non scaturiscono da una visione effimera, ma sono il prodotto di un attento studio della forma e del carattere, che anela a essere perfetto. Quanto più la giovinezza è elemento caratteristico di questi “esseri”, tanto più evidente è la condizione di transitorietà propria di quella perfezione, nella quale essa vive nello spazio circoscritto di una stagione, per andare verso la sua naturale decadenza. L’artista, attraverso i suoi personaggi, principalmente femminili, mostra così la rappresentazione propria della condizione umana contemporanea, fra la dimensione naturale del tempo che passa e l’identità che cerca di liberarsi, ingaggiando la ricerca della seduzione e della sensualità.
Con una serie di immagini che sono evidentemente narrative, l’artista costruisce il suo abbecedario che con il tempo è diventato più coerente e più personale, anche nella sua composizione cromatica. La tavolozza è rappresentata spesso con colori delicati, morbidamente sfumati, quali i gialli, i rossi, i blu, ma principalmente con l’uso dell’inchiostro nero che, giocando con il bianco della superficie, crea un sapiente gioco di pieno e di vuoto che modella i corpi dei
personaggi con linee morbide e sinuose, quasi vogliano combattere con la loro dolcezza il messaggio di una società a volte dura con se stessa.
Il colore in questo modo non aderisce ad una forma, ma diviene struttura stessa dell’opera. La sua opera sembra affrontare il tema del corpo in quanto luogo d’introspezione capace di porre diversi interessanti quesiti. Giocati tra azione e passione spirituale, i suoi quadri, così come le sue sculture pongono subito in questione la possibilità di giungere all’anima attraverso la rappresentazione del corpo, come se questo ne conoscesse ed esprimesse i segreti più intimi. Così come nelle scatole denominate Black Boxes, come in un vaso di Pandora, raccoglie meticolosamente negli spazi vuoti citazioni, associazioni di idee e colori, ritagli di stampa, che riassumono la sua meditazione tra immaginario e immagine. È la stessa fisicità dei dipinti che delimita il tempo e lo spazio, ossia l’infinito. Un infinito che l’artista si riserva di utilizzare come un segnale di speranza per un mondo in cui la fantasia è l’unica isola felice dove rifugiarsi. Indubbiamente, l'asse portante del suo lavoro, più del gesto, è il rito, concepito come tecniche di installazione simbolica e fisica, che rendono il mondo un luogo affidabile. Pura pulsione creativa che elabora una visione trasfigurata della realtà, mai statica e mai scontata ma sicuramente dotata di pura spiritualità.
BIOGRAFIA
Nata in Ontario, Canada, Jane Gemayel vive e lavora a Monaco.
Ha trascorso così un'infanzia serena a contatto con una rigogliosa natura, della quale ricorda particolarmente le lunghe passeggiate a cavallo. Ha frequentato la scuola nella sua città natale e si è molto interessata alla piccola biblioteca locale, scoprendo così giovanissima la sua vera passione: i libri, i dizionari e uno sconfinato amore per le parole.
Le letture di Jane hanno abbracciato soprattutto la poesia, un mondo ispirato all’onirico, all'immaginario e all'eternità. Si identifica con le parole del poeta e incisore William Blake per il quale “L'immaginazione non è uno stato: è la stessa esistenza umana”, un motto divenuto per lei filosofia di vita.
Artista autodidatta, da quando ha iniziato ad esporre le sue opere in prestigiosi spazi di Monaco, come il Metropole, la “Galerie Ribolzi” e EFG Bank, ha riscosso numerosi consensi. Recentemente è stata allestita una sua personale in occasione dell’Expo 2020 Dubai presso il Padiglione di Monaco (gennaio 2022), grazie al sostegno del Grimaldi Forum.
Con una serie di immagini che sono evidentemente narrative, l’artista costruisce il suo abbecedario che con il tempo è diventato più coerente e più personale, anche nella sua composizione cromatica. La tavolozza è rappresentata spesso con colori delicati, morbidamente sfumati, quali i gialli, i rossi, i blu, ma principalmente con l’uso dell’inchiostro nero che, giocando con il bianco della superficie, crea un sapiente gioco di pieno e di vuoto che modella i corpi dei
personaggi con linee morbide e sinuose, quasi vogliano combattere con la loro dolcezza il messaggio di una società a volte dura con se stessa.
Il colore in questo modo non aderisce ad una forma, ma diviene struttura stessa dell’opera. La sua opera sembra affrontare il tema del corpo in quanto luogo d’introspezione capace di porre diversi interessanti quesiti. Giocati tra azione e passione spirituale, i suoi quadri, così come le sue sculture pongono subito in questione la possibilità di giungere all’anima attraverso la rappresentazione del corpo, come se questo ne conoscesse ed esprimesse i segreti più intimi. Così come nelle scatole denominate Black Boxes, come in un vaso di Pandora, raccoglie meticolosamente negli spazi vuoti citazioni, associazioni di idee e colori, ritagli di stampa, che riassumono la sua meditazione tra immaginario e immagine. È la stessa fisicità dei dipinti che delimita il tempo e lo spazio, ossia l’infinito. Un infinito che l’artista si riserva di utilizzare come un segnale di speranza per un mondo in cui la fantasia è l’unica isola felice dove rifugiarsi. Indubbiamente, l'asse portante del suo lavoro, più del gesto, è il rito, concepito come tecniche di installazione simbolica e fisica, che rendono il mondo un luogo affidabile. Pura pulsione creativa che elabora una visione trasfigurata della realtà, mai statica e mai scontata ma sicuramente dotata di pura spiritualità.
BIOGRAFIA
Nata in Ontario, Canada, Jane Gemayel vive e lavora a Monaco.
Ha trascorso così un'infanzia serena a contatto con una rigogliosa natura, della quale ricorda particolarmente le lunghe passeggiate a cavallo. Ha frequentato la scuola nella sua città natale e si è molto interessata alla piccola biblioteca locale, scoprendo così giovanissima la sua vera passione: i libri, i dizionari e uno sconfinato amore per le parole.
Le letture di Jane hanno abbracciato soprattutto la poesia, un mondo ispirato all’onirico, all'immaginario e all'eternità. Si identifica con le parole del poeta e incisore William Blake per il quale “L'immaginazione non è uno stato: è la stessa esistenza umana”, un motto divenuto per lei filosofia di vita.
Artista autodidatta, da quando ha iniziato ad esporre le sue opere in prestigiosi spazi di Monaco, come il Metropole, la “Galerie Ribolzi” e EFG Bank, ha riscosso numerosi consensi. Recentemente è stata allestita una sua personale in occasione dell’Expo 2020 Dubai presso il Padiglione di Monaco (gennaio 2022), grazie al sostegno del Grimaldi Forum.
10
giugno 2022
Jane Gemayel – I segni dell’infinito
Dal 10 giugno al 04 luglio 2022
arte contemporanea
Location
Maison Bosi
Roma, Via Margutta, 28/29, (RM)
Roma, Via Margutta, 28/29, (RM)
Orario di apertura
lunedì 14-19 | da martedì a sabato 10-13 / 14-19 | domenica chiuso
Vernissage
9 Giugno 2022, 18:30
Sito web
Autore
Curatore
Patrocini