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A Napoli, apre al pubblico il tesoro dell’Ipogeo greco dei Cristallini
Archeologia
di redazione
Un “nuovo” gioiello di archeologia per impreziosire l’antico cuore greco del Rione Sanità, a ridosso del centro di Napoli: dall’1 luglio 2022, l’Ipogeo dei Cristallini aprirà al pubblico, svelando le sue rare pitture di epoca ellenistica, a testimonianza della profondissima stratificazione storica della città partenopea. Di proprietà della famiglia Martuscelli, l’Ipogeo è stato sottoposto a un ambizioso progetto di restauro, in parte finanziato con fondi Europei / Regione Campania (Por Campania Fesr 2014-2020) e svolto sotto l’alta sorveglianza e il coordinamento scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, in collaborazione con ICR – Istituto Centrale per il Restauro.
La presentazione si è svolta venerdì, 24 giugno, al MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con interventi di da Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli, Luigi La Rocca, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, Alessandra Marino, Direttore ICR, insieme a Paolo Giulierini, Direttore MANN e Alessandra Calise Martuscelli, Direttore Ipogeo dei Cristallini. Sono intervenuti, inoltre, Padre Antonio Loffredo e Ibrahim Al-Marashi, professore di storia alla California State University San Marcos, con il coordinamento di Antonio Galdo. Proprio al MANN sono infatti conservati vari reperti di età ellenistica provenienti dall’Ipogeo dei Cristallini.
«È una sfida molto importante e di grande responsabilità. Si tratta di un luogo speciale, una rara e incredibile testimonianza di pittura ed architettura ellenica che è stato chiuso al pubblico per troppo tempo e vorremmo riconsegnare alla nostra meravigliosa città e a tutto il pubblico la possibilità di vivere un’esperienza culturale ed emotiva unica», ha dichiarato Alessandra Martuscelli. «Il desiderio è che i quattro spazi dell’Ipogeo dei Cristallini possano svelare ai visitatori un mondo ancora vivo, che possa essere per tutti un viaggio nel tempo, per contemplare la bellezza dell’arte, per comprendere il significato della vita e della morte, dell’amore e della cura, della famiglia e dell’amicizia. Perché l’Ipogeo dei Cristallini è pieno di storie da raccontare».
Dall’1 al 10 luglio, le visite saranno gratuite, prenotabili on line sul sito ipogeodeocristallini.org. Dall’11 luglio, l’ingresso sarà a pagamento – intero 25 euro, ridotto 12 euro – e sarà gratuito ogni prima domenica del mese, su prenotazione tramite sito.
I lavori di restauro in progress
I lavori sono iniziati il 23 settembre 2020, con una campagna di studi e di indagine da parte dell’ICR, per acquisire una conoscenza completa dell’Ipogeo, dei materiali e delle tecniche di decorazione, dei meccanismi di degrado in corso e della relativa interazione con l’ambiente. «Gli interventi sugli ambienti fanno parte di un piano di lavoro in progress che nel tempo potrà rivelare sempre nuove e inaspettate scoperte», si legge nel comunicato diffuso alla stampa. Per il momento, questo primo step rende il sito finalmente fruibile al pubblico
L’antico sepolcro greco dei Cristallini fu scoperto intatto nelle pitture e nel ricco corredo funebre, nel 1889, dal Barone di Donato, artefice involontario di un ritrovamento incredibile. Si accede al sito scendendo fino a 11 metri sotto il livello stradale, per immergersi in un mondo “sotterraneo” ancora vivo, ricco di decori e stucchi, colori vivaci e raffinatissimi effetti di trompe l’oeil.
L’Ipogeo dei Cristallini, in uso ben prima dell’arrivo dei Romani e completo di un ricchissimo corredo funebre, è oggi una delle fonti archeologiche e storiche più preziose del Rione Sanità. Sono circa 700 i pezzi del corredo funebre rinvenuti nel sito che sono stati dapprima conservati dal Barone di Donato e successivamente dalla famiglia Martuscelli custoditi grazie alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli per numerosi anni.
Il complesso è costituito da quattro sepolcri, scavati nella roccia fianco a fianco, ciascuno dei quali presenta caratteristiche molto diverse. Uno di questi, l’Ipogeo C, è rimasto intatto in tutto il suo splendore: la camera sepolcrale è ricca di decorazioni pittoriche, tra cui spiccano una raffigurazione di Dioniso e Arianna e una testa di Medusa. Nel mondo sono rarissime le testimonianze di pittura greca giunte fino a noi, conservata principalmente nelle immagini dipinte sui vasi, unici esempi che lasciano immaginare i livelli di maestria raggiunti dai pittori ellenici.
L’eccezionalità dell’Ipogeo dei Cristallini è dovuta proprio alla presenza di pitture parietali, dai colori ancora vibranti, dal prezioso blu egizio, all’ocra giallo e rosso, fino agli squillanti magenta e viola, a testimoniare l’eccellenza dei Greci nell’uso di pigmenti, una grande finezza artistica e sofisticata creatività.
L’Ipogeo dei Cristallini e l’arte contemporanea
L’Ipogeo dei Cristallini si apre anche a molteplici forme d’arte e di cultura contemporanee, ripensando l’identità del luogo e proponendo nuovi scenari, con una programmazione di attività a lungo termine, a cura di Marta Wróblewska. In occasione della prima apertura sono state presentate due opere di due artisti napoletani.
In collaborazione con la Fondazione Morra, Convivium eternum di Maurizio Elettrico, un’installazione esposta nel cortile e dedicata al quartiere, pensata per il giorno di inaugurazione e che sarà fruibile successivamente attraverso i social e il sito web dell’Ipogeo dei Cristallini. Fino al 30 settembre 2022, invece, sarà allestita l’opera Sidus Terrae (Stella della Terra) di Christian Leperino.