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Ribellioni e rinascite: i progetti vincitori del Torino Social Impact Art Award
Progetti e iniziative
di redazione
L’arte come strumento avanzato di innovazione sociale, per agire direttamente sul territorio e incidere sul presente. Questa l’idea progettuale alla base di Torino Social Impact Award, il concorso promosso da Torino Social Impact in collaborazione con Fondazione Compagnia di San Paolo, ideato e curato da Artissima, la cui terza edizione è stata vinta da Federico Pozuelo e Natália Trejbalová. Per mettere in pratica questa impostazione metodologica – che si rispecchia fedelmente anche nell’ampio raggio delle collaborazioni istituzionali coinvolte – i due artisti hanno intrapreso una residenza di un mese a Torino, negli spazi di Combo, hospitality partner del progetto, finalizzata alla realizzazione di un’opera video, specificamente incentrata sulle narrazioni, sulle suggestioni e sulle esperienze del contesto locale.
I due vincitori sono stati selezionati dal Comitato del “Torino Social Impact Art Award” composto da Luigi Fassi, Direttore di Artissima, Mario Calderini, Politecnico di Milano e Portavoce di Torino Social Impact, Alberto Anfossi, Segretario Generale di Fondazione Compagnia di San Paolo, Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente Fondazione ICA Milano, Ilda Curti, Presidente Associazione IUR Innovazione Urbana Rigenerazione, Matteo Bergamini, direttore responsabile di Exibart, Matteo Mottin e Ramona Ponzini, fondatori dell’art project Treti Galaxie e tutor della terza edizione del premio.
«Contestazione e dissenso possono diventare uno strumento generativo e creativo se il confronto non sfocia in atteggiamenti e comportamenti distruttivi, ma viene mediato al fine di suscitare lo sviluppo di nuove visioni e trasformazioni sociali», così gli organizzatori introducono il tema del bando 2022 di Torino Social Impact Award, dal titolo “Ribellioni e rinascite: il potenziale creativo del confronto”. «Il conflitto sociale, infatti, oltre a mettere in luce questioni di giustizia, è generativo di nuove rappresentazioni, idee, esercizi di negoziazione e contaminazione, resistenza e mutuo-aiuto, che portano alla nascita di pratiche innovative e linguaggi inediti. All’interno della complessità del confronto sociale, l’arte gioca un grande ruolo in questa sfida di ricomposizione e rigenerazione».
Pozuelo e Trejbalová potranno avvalersi di un servizio di tutoring da parte dei curatori del progetto, Mottin e Ponzini, fondatori dell’art project Treti Galaxie, e saranno accompagnati da Torino Social Impact nello scambio con il territorio attraverso workshop, incontri e visite. I video o le fotografie prodotte nel periodo di residenza verranno presentati ad Artissima 2022, che si terrà dal 4 al 6 novembre.
Abbiamo raggiunto Federico Pozuelo e Natália Trejbalová per farci dire di più sul loro percorso di residenza e sui progetti in via di sviluppo.
I progetti di Torino Social Impact Award, raccontati dagli artisti
Federico Pozuelo e Natália Trejbalová, quali sono le vostre aspettative per questo periodo di residenza?
«Al momento stiamo esplorando le diverse architetture della città e le loro connessioni con il tessuto sociale di Torino. La ricerca di Natália si sta focalizzando sulla dimensione sotterranea della città, in cui sono presenti molti spazi ipogei quali la rete dei rifugi antiaerei, gli infernotti e la Fortezza Sotterranea del Pastiss. Federico si sta interessando soprattutto ad architetture moderne e brutaliste costruite tra il 1973 e il 1982, durante gli anni di piombo di Torino, in cerca della location in cui ambientare la narrazione su cui sta lavorando».
Federico, recentemente la tua ricerca si è concentrata sul periodo degli anni di piombo, un periodo tanto drammatico quanto formativo per la società e la cultura italiana. In che modo questa tua indagine incrocerà i temi del progetto presentato nell’ambito del Torino Social Impact Award?
«Nell’ultimo periodo il mio lavoro è stato fortemente influenzato dalla cultura e dalla controcultura italiana degli anni 70. Le riflessioni sulla repubblica italiana e su come questa sia stata costruita nel dopo guerra, su una storia di violenza e repressione politica, risulta evidente in lavori letterari come “L’editore” di Nanni Balestrini o in film classici come “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri o “Il gattopardo” di Luchino Visconti. Questi temi continuano ad essere di massima attualità, e la cultura di quegli anni risuona fortemente nel presente, specialmente in una città come Torino, dove le fratture sociali si manifestano in forme multiple di conflitto. Il progetto che sto preparando rifletterà, nella forma del video, su tali questioni, esplorando come la realtà odierna non sia sempre come ci si presenta, e come certi meccanismi di legittimazione del potere segnino la nostra comprensione degli eventi».
Natália, nella tua pratica si intrecciano diverse scale di grandezza, dal micro al macro, dalla percezione individuale alle trasformazioni su scala globale e viceversa. Per il tuo progetto per il Torino Social Impact Award esplorerai un’altra dimensione, quella sotterranea. Puoi dirci di più?
«Del mondo sotterraneo mi interessa la dimensione fantastica. Il tempo, la temperatura e gli spazi è come se fossero una versione in negativo del mondo in superficie: i vari motivi per cui il sotterraneo veniva e viene spesso usato come archivio, deposito, luogo di conservazione o via di fuga dalle infrastrutture dominanti al livello della strada. Esiste inoltre una forte connessione tra l’esplorazione sotterranea e l’esplorazione spaziale, perché gli spazi sotto la superficie della Luna o di Marte quasi sicuramente diventerebbero le prime sedi delle future colonie umane. Torino è una delle città italiane con la più vasta rete di spazi sotterranei, un possibile segno dello scontro tra le due facce della città, quella del progresso industriale, visibile in superficie, e l’altra legata all’occultismo, nascosta. Durante la residenza vorrei girare una parte del film su cui sto attualmente lavorando, e che sarà ambientata in uno spazio ipogeo».
Le biografie di Pozuelo e Trejbalová
Nato a Madrid, nel 1992, Federico Pozuelo è un artista visivo che esplora la costruzione di narrazioni storiche e culturali attraverso diversi linguaggi. Nei suoi ultimi lavori ha riflettuto sulla costruzione dell’evento storico, la estetizzazione della violenza politica e la teatralizzazione delle narrazioni culturali attraverso il linguaggio cinematografico. È inoltre membro fondatore del Prom Collective con sede ad Amsterdam, dove dal 2017 sviluppa progetti audiovisivi e il progetto editoriale Prom.Run.
Natália Trejbalová è nata a Košice, in Slovacchia, nel 1989. La sua ricerca è incentrata sulle interferenze tra produzione culturale e linguaggi digitali, in un approccio multidisciplinare che include produzione video, installazione, scultura e performance. Ha partecipato a progetti espositivi in diverse istituzioni tra cui si ricordano: Palais de Tokyo, Parigi; MUDAM, Luxembourg; Power Station of Arts, Shanghai; Fotomuseum Winterthur; La 16° Quadriennale di Roma; 35m2, Praga; PAV Torino; Regional Art Museum Pardubice; Gossamer Fog, Londra; Galerie Charlot, Parigi. Trejbalová è stata artist in residence presso Schafhof-Europäisches Künstlerhaus Oberbayern, Freising; Kunststiftung Baden-Württemberg, Stoccarda; AIR Futura, Praga; Sim, Reykjavík. Tra le sue mostre personali più recenti Isle of the Altered Sun a Promise of Kneropy, Bratislava.