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Giorgio Colombo, Fotografie dalla Collezione Panza 1975 – 1992 – Villa Panza
Fotografia
Giorgio Colombo (Milano, 1945), fotografo dalla vocazione artistica, ex art director da Achille Mauri che ha collaborato con lo studio di Ettore Sottsass, frequentato Ugo Mulas e altri protagonisti del panorama culturale del secondo Novecento, per trent’anni ha documentato con scatti rigorosi, minimalisti ed essenziali, le opere e le mostre della straordinaria collezione “neoplatonica” di Giuseppe Panza (Milano, 1923-2010), tra le più importanti del XX secolo.
Ci voleva questa piccola ma preziosa mostra di centotredici fotografi in bianco e nero, di cui otto a colori, a cura di Anna Bernardini e Marta Spanevello esposte per la prima volta nelle scuderie di Villa Panza a Varese, restaurate da Gae Aulenti nel 1996, quando l’elegante dimora settecentesca viene donata al FAI (Fondo Ambiente Italiano), dal 2000 museo aperto al pubblico, per comprendere lo sguardo e il pensiero nell’ arte del Conte di Biumo. Colombo e Panza sono speculari per affinità di pensiero, sensibilità per lo spazio e la luce, li unisce il metodo di approccio alle opere; come si capisce osservando i dettagli dell’intero corpus di scatti stampate dal fotografo meticoloso quanto il collezionista. Panza considerava Colombo un’artista e non un tecnico, e le fotografie un mezzo fondamentale di diffusione dell’arte e di comprensione del pensiero sotteso che le plasma. Basta osservare con attenzione le geometrie di luce delle fotografie esposte lungo le bianche pareti delle due scuderie, suddivise in 9 sezioni, per attraversare idealmente le mostre ospitate nei più importanti musei europei di artisti americani in cui anche l’ambiente diventa una parte integrante dell’opera. Si riconoscono le opere dei minimalisti Dan Flavin, Robert Morris, Bruce Nauman, Carl Andre, Donald Judd, Richard Serra, di James Turrell e Robert Irwin, esponenti del movimento californiano Light and Space, due wall drawing di Sol LeWitt, Laurence Wiener, Joseph Kosuth, maestri dell’Arte Concettuale e di Richard Long, Walter De Maria e altri artisti delle avanguardie americane.
Tra uno scatto e l’altro si attraversa la storia dell’arte del secondo Novecento attraverso immagini metafisiche che sembrano scolpite dalla luce nel buio, misteriosamente sospese in gamme di grigio sorprendenti. Le fotografie sono esposte seguendo un ordine cronologico e documentano gli allestimenti progettati da Panza per l’esposizione della sua collezione nella sua villa varesina e in importanti istituzioni europee. Da non perdere c’è il video, un diario visivo di fotografie che racconta frammenti di vita pubblica e domestica del collezionista con la moglie Giovanna e documenta gli incontri con artisti, curatori e critici.
E’ di una bellezza assoluta la fotografia dell’opera di Eric Orr: Zero Mass (1975), di un nero vibrante di energia dove il tutto sembra originarsi dal vuoto. Tra gli scatti, è riprodotta un’opera di Jene Highstein, Single Pipe Piece, donata da Giuseppe Panza nel 1992 al Solomon R. Guggenheim Museum di New York e oggi ospitata in un ambiente di Villa Panza, abitualmente chiuso al pubblico, che verrà aperta per 16 giornate nell’arco della durata della mostra.
Per Colombo la scelta delle carte, delle pellicole e delle macchine fotografiche e di altri strumenti per l’esercizio della stampa è determinante, quanto i materiali per gli artisti, per arrivare a una immagine perfetta, pura, forgiata nella luce “scultorea”. Le stampe su carta Fine Art ormai introvabile sono un reperto della fotografia analogica per gli addetti ai lavori, e per tutti una boccata d’aria fresca che invitano al silenzio e alla meditazione sul Tempo e lo Spazio e trasudano di poetica spiritualità. (Catalogo Magonza Editore con testi di Anna Bernardini, Giorgio Colombo e Bruno Corà).