02 luglio 2004

exibinterviste – la giovane arte Laura Viale

 
L’arte? Qualcosa che amplia la coscienza. E –soprattutto- che non ha paura della leggerezza (come la intendeva Calvino). O della decorazione. Si racconta così Laura Viale: dagli esordi tra illustrazione e grafica, fino alla fotografia. Senza tralasciare un pizzico di fatalismo...

di

Come sei diventata un’artista? Cosa è stato davvero determinante? In questo momento della tua vita stai facendo quello che hai effettivamente scelto o fai questo lavoro per cause fortuite?
Non so se ci sia stato qualcosa di particolarmente determinante, sicuramente la curiosità e la voglia di fare sempre cose nuove mi hanno portato dall’illustrazione e dalla grafica editoriale alla fotografia -con cui ho iniziato a fare mostre- e successivamente a vari altri media, cercando di volta in volta quello più adatto a realizzare un progetto. Ma non nascondo che nelle mie scelte ci sia spesso una dose di casualità e fatalismo.

Solitamente spetta ai critici sintetizzare e descrivere la ricerca di un artista. Se dovessi invece tu stessa definire la tua arte…
Forse la mia ricerca ha un po’ dell’Huxley di The Doors of Perception, uno scienziato che usa uno stupefacente per ampliare la propria coscienza: potrei dire che io uso l’arte per cercare di ampliare la mia.
Il punto di partenza dei miei lavori è sempre desunto dal quotidiano, poi subisce varie trasformazioni volte a rendere il risultato finale leggero, nell’accezione calviniana di “non-pesante”. Ho l’impressione che tutto, addirittura i grandi ideali, vengano troppo spesso banalizzati in modo “decorativo”, perché invece non pensare alla decorazione nel suo significato originale e più alto: abbellire e dunque arricchire la nostra percezione del mondo?

Un tuo pregio e un tuo difetto in campo lavorativo.
Rimetto spesso tutto in discussione nel mio lavoro… è un pregio o un difetto?

Laura Viale - Pine tree, turquoise on blue
E nella vita?

Idem…

Sei soddisfatta di come viene interpretato un tuo lavoro? Chi l’ha interpretato meglio e chi invece ha preso una cantonata? Che rapporto hai con i critici e con la stampa?
Mi sembra che chi non ama il mio lavoro in genere non ne parli proprio, mentre tutti i critici che ne hanno parlato hanno colto degli aspetti per me interessanti, a volte anche suggerendomi spunti per farne letture a cui non avevo pensato…

Laura Viale - Alla fine del mondo – II
Che rapporto hai col luogo in cui lavori. Parlaci del tuo studio…

Fino ad ora il mio studio è stato ed è una camera della mia casa. In realtà negli ultimi due anni ho fatto diverse residenze d’artista all’estero, e poi quasi tutto il mio lavoro fotografico è stato realizzato en plein air. Invece il mio lavoro attuale è tutto creato in studio, e sento sempre più forte la necessità di un luogo per lavorare separato dalla casa in cui abito…

Quale è la mostra più bella che hai fatto e perché?
Esclusa qualche collettiva, al momento trovo tutte le mostre che ho fatto significative (o belle) allo stesso modo, come se si trattasse di varie tappe di un unico viaggio, ognuna con qualcosa di intrigante.

Quanto influisce la città in cui vivi con la tua produzione?
Penso che sia indifferente. Non credo che, oggi, sia così rilevante la città dove si vive, quanto piuttosto se si vive in città o fuori dalla città. È una questione di percezione dello spazio, di orizzonte più o meno ampio.
Da quando sono nata frequento Filicudi, una piccola isola delle Eolie. Quando ero bambina e lì non ci andava quasi nessuno perché non c’era ne luce ne acqua, il lungo viaggio per raggiungerla e il tempo che ci trascorrevo erano un Grand Tour senza paragoni. Conservo un approccio romantico verso tutto ciò che è diverso dalla mia città.

Laura Viale - Utopia n. 1
Insomma i tuoi colori non devono proprio niente a Torino?

Può darsi che vivere in una città come Torino, che amo, ma trovo anche molto grigia e conservatrice, abbia accentuato la mia ricerca di mondi e visioni alternative.

Tra i giovani artisti italiani chi secondo te ha delle chance per emergere sulla scena internazionale? Chi invece è sopravvalutato?
Questa è una domanda molto difficile!

La politica culturale italiana e il sistema privato dell’arte. Per un giovane artista cosa significa rimanere in Italia, produrre, investire, costruire qui?
La risposta più immediata sarebbe: “fatica!”. In realtà amo moltissimo il mio paese, trovo che nonostante tutte le sue difficoltà offra una qualità della vita eccezionale; e penso che il ”costruire bene” non possa che essere conseguenza del vivere bene, anche a costo di qualche ostacolo in più.

bio
Laura Viale (Torino, 1967) vive a Torino.
Selected Solo Exhibitions 2004 Galleria Carbone.to, Torino 2002 Present/Future, Artissima 9 (with Carbone.to gallery), Torino; Galleria Giancarla Zanutti, Milano. Carbone.to, Torino. 1999 L.M.F., Galleria Carbone, Torino. Andrew Mummery Gallery, London, UK.
Selected Group Exhibitions 2004 XIV Quadriennale di Roma – Anteprima Torino, Promotrice delle Belle Arti, Torino. 2002 Nuovo Spazio Italiano, a cura di/curated by G. Verzotti, F. Cavallucci, G. Nicoletti, MART (Trento and Rovereto Museum of Art), Palazzo delle Albere, Trento. Viasatellite, a cura di/curated by Alessandra Galletta, Mercati Traianei Archaeological Site, Roma. 2001 ManifesTO, a cura e con il patrocinio di GAM e Comune di Torino/curated and sponsored by GAM (Town Museum of Modern and Contemporary Art) and the town council of Torino, Piazza Visitazione, Torino.
Opere permanenti 1998 Vetrata della cappella multiconfessionale dell’aeroporto Malpensa 2000/Glass wall of Malpensa 2000 Airport Multiconfessional Chapel (progetto della cappella di/chapel design by Ettore Sottsass), Malpensa (Milano).

a cura di massimiliano tonelli

[exibart]



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