09 settembre 2022

Nel regno del suono e della materia: il Terzo Reich di Castellucci e Gibbons

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In occasione di un evento live a Bologna, Xing ha presentato Il Terzo Reich, un’opera multimediale nata dalla collaborazione tra Romeo Castellucci e Scott Gibbons. Ce ne parla la curatrice Silvia Fanti

Torri di Kenzo Tange, Bologna

Sotto le torri Kenzo Tange a Bologna, giovedì 8 settembre alle ore 21.30, Xing ha presentato “IL TERZO REICH”, un evento live di immagine e suono del regista Romeo Castellucci, in occasione dell’uscita dell’omonimo LP firmato Romeo Castellucci e Scott Gibbons. Quarta uscita della collana XONG – dischi d’artista, sarà su vinile bianco in 400 copie numerate a mano. Indissolubilmente legato all’opera dal vivo, ne raccoglie una traccia all’interno di un inserto in cui, su una lunga striscia di carta nera, sarà presente un estratto del flusso di parole proiettate su uno schermo durante l’evento omonimo. Per l’occasione abbiamo fatto due chiacchiere con Silvia Fanti, curatrice del disco e dell’evento.

 

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Quale è il processo che ha portato alla nascita di quest’opera e quale è il desiderio che si cela dietro questa ricerca?

«Se intendi l’evento live IL TERZO REICH rimando alla presentazione di Romeo Castellucci, che mi pare molto chiara nel prendere atto della violenza dell’informazione. Qualcuno diceva: “Comunicare fa male”. Forse è il momento di stare in silenzio. C’è poi un aspetto legato alla percezione e alla fisiologia della nostra mente (sinapsi, occhi e orecchi), alla capacità mnemonica, alla fascinazione complessa del subliminale e della ricomposizione resistente e soggettiva di quello che riteniamo.

È un live di immagini e suono, se vogliamo classico (penso al cinema strutturale e a-gerarchico di John Baldessari), in cui il suono di Scott Gibbons partecipa pienamente all’accadimento, nella sua fisicità. Il suono parte letteralmente dalle immagini, la fonte sonora è frontale, e gli infra-bassi, che l’orecchio umano non sente, scolpiscono comunque i corpi degli spettatori. Della vasta produzione di Romeo Castellucci, che negli ultimi anni è sempre più impegnato nella messa in scena di opere liriche, questo live-media ci è parso molto vicino alla sensibilità e alla storia di Xing (ricordo l’esperienza decennale di Netmage festival, che aveva presentato M#10 Marseille nel 2006, altro pezzo dilavato dalla presenza dell’attore).

Il disco del TERZO REICH segue la linea di Xong collection – dischi d’artista: una mappature della scena (principalmente) italiana di artisti che si muovono tra performatività e suono, attraversando le categorie e espandendo la scena attraverso l’elemento sonoro. Nel caso di Castellucci e Gibbons, appena visto il lavoro dal vivo, è stato palese che sarebbe potuto approdare su disco. E lo abbiamo proposto agli artisti, che sono stati molto contenti dell’idea.

Scott Gibbons è un musicista molto raffinato che si muove tra l’infinitesimamente piccolo e l’infinitamente grande, in uno spazio di mezzo dove a suonare è la materialità dei fenomeni fisici (in questo caso ha rielaborato suoni di sonde interstellari della NASA). La sua carriera è a sua volta costellata da passaggi cruciali: il rapporto con SRL Survivival Laboratory Research, pionieri della performance macchinica alle origini del noise e della techno; le pubblicazioni con Subrosa; la creazione dei suoni per il ciclo della Tragedia Endogonidia di Socìetas. È da un po’ di tempo che non pubblica perché assorbito a tempo pieno da nuove creazioni ed esecuzioni per i teatri o grandi manifestazioni urbane. Questo disco può essere apprezzato da chi frequenta la techno, come da chi segue la micro-music, o da chi vuole fare una ricognizione sul campo intermediale con Xong».

Romeo Castellucci, Scott Gibbons, IL TERZO REICH – disco

Come nasce l’idea di associare all’uscita del disco l’evento dal vivo? Da cosa è stata dettata la scelta della location, ovvero le Torri di Kenzo?

«È un cerchio. Dal live al disco al live. La performance o installazione de IL TERZO REICH è stata presentata in contesti diversi, dai cinema ai teatri a luoghi all’aperto. Il suo carattere indefinibile (come detto, 15 anni fa sarebbe stato un live-media) secondo me ha sofferto di mancanza di contestualizzazione. A Bologna abbiamo pensato alla forma di un “rave“, liberando il pubblico da sedute costrittive, alle Torri di Kenzo, scelte per la monumentalità architettonica di questo complesso di uffici del Fiera District progettato da Kenzo Tange negli anni ’80 come sfida che proviene dal modernismo, lanciata dalla città del futuro alla città antica. Oggi abbiamo davanti agli occhi un reperto del futuro recente che è già invecchiato, che si mantiene nell’inattualità: urbanisticamente queste torri sono un segno di potenza e fallimento, di potenziale e solitudine dall’umano. Proietteremo le 14.000 parole di IL TERZO REICH, una ad una, in una sequenza da capogiro sulla facciata di una torre. Come un gazzettino frenetico.

Il disco è stato presentato con questo atto, offerto da Xing alla città, come chiamata pubblica. È un Hole, un buco nella città di Bologna alla ricerca di spazi di connessione temporanea in un tessuto irrigidito da nuove forme di normativismo (sociali e culturali).

IL TERZO REICH è un’opera fortemente politica».

Romeo Castellucci, Scott Gibbons, IL TERZO REICH – inserto

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