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Un infinito di mari
Le vedute di Sanpolo mettono in luce un aspetto più che interessante: abbandonano il concetto di vedutismo pittorico, per abbracciare quello delle “picture box”, scatola-contenitore in cui l’artista archivia sì dati oggettivi, ma soprattutto personali connotazioni sentimentali
Comunicato stampa
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Sabato 17 settembre 2022, in occasione de IL MARE DENTRO 2022, si apre, nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra personale di Sanpolo “Un infinito di mari” a cura di Mario Napoli. La mostra resterà aperta fino all’1 ottobre 2022 con orario dal martedì al venerdì 9:30–13:00/15:00–19:00, il sabato 15:00–19:00.
Sanpolo. Dalla costa ligure dell'estremo ponente verso l'infinito, aprendo gli occhi su una realtà incorrotta, pressoché de-umanizzata. Una realtà corposa quanto le pennellate svelte e piene messe insieme dall'artista. Pennellata a parte però, la “questione Sanpolo” è più ampia, e verte attorno ad una pittura che non agisce solo racchiudendo, e ricomponendo, l'effetto cruciale di quell'atmosfera inconfondibilmente mediterranea.
Secondo un'intuizione di Edgar Degas, «La pittura è innanzitutto un prodotto dell’immaginazione, non deve mai essere una copia. L'aria che si vede nei quadri non è respirabile». La tipicità di Sanpolo è presentarsi in linea con quell'intuizione, proponendo uno spazio definito in misura ottimale. Più irreale del reale di cui è derivazione; bloccato quindi in un'artificiosa immutabilità, che vieta al tempo d'intervenire erodendo i contorni della visione, di mutarne - tramite variazioni di luce - la percezione. L'artista pertanto non copia, metabolizzando la corporeità di un prodotto preesistente, poiché rielaborando quest'ultimo nella sua testa ne ha già ridefinito l'essenza.
Allo stesso modo, è il caso di tornare su quella de-umanizzazione appena accennata all'inizio. Mancanza di una diretta manifestazione umana, giocata in contrasto con un'artista estremamente presente nel suo essere “fuoricampo”. Comfort zone da cui Sanpolo indica un punto d'osservazione, manifestando - senza manifestarsi - la sua partecipazione alla scena. I suoi occhi studiano, la sua mente elabora, selezionando un momento - alias versione dei fatti - per dividerlo in tutte le sue parti, ricostruendolo al netto dei suoi mutamenti e del naturale evolversi delle cose. Sotto questo profilo, le vedute di Sanpolo mettono in luce un aspetto più che interessante: abbandonano il concetto di vedutismo pittorico, per abbracciare quello delle “picture box”, della scatola-contenitore. Classificatore in cui l'artista archivia sì dati oggettivi, ma soprattutto una vasta serie di personali connotazioni sentimentali. (Testo critico a cura di Andrea Rossetti).
Sanpolo. Dalla costa ligure dell'estremo ponente verso l'infinito, aprendo gli occhi su una realtà incorrotta, pressoché de-umanizzata. Una realtà corposa quanto le pennellate svelte e piene messe insieme dall'artista. Pennellata a parte però, la “questione Sanpolo” è più ampia, e verte attorno ad una pittura che non agisce solo racchiudendo, e ricomponendo, l'effetto cruciale di quell'atmosfera inconfondibilmente mediterranea.
Secondo un'intuizione di Edgar Degas, «La pittura è innanzitutto un prodotto dell’immaginazione, non deve mai essere una copia. L'aria che si vede nei quadri non è respirabile». La tipicità di Sanpolo è presentarsi in linea con quell'intuizione, proponendo uno spazio definito in misura ottimale. Più irreale del reale di cui è derivazione; bloccato quindi in un'artificiosa immutabilità, che vieta al tempo d'intervenire erodendo i contorni della visione, di mutarne - tramite variazioni di luce - la percezione. L'artista pertanto non copia, metabolizzando la corporeità di un prodotto preesistente, poiché rielaborando quest'ultimo nella sua testa ne ha già ridefinito l'essenza.
Allo stesso modo, è il caso di tornare su quella de-umanizzazione appena accennata all'inizio. Mancanza di una diretta manifestazione umana, giocata in contrasto con un'artista estremamente presente nel suo essere “fuoricampo”. Comfort zone da cui Sanpolo indica un punto d'osservazione, manifestando - senza manifestarsi - la sua partecipazione alla scena. I suoi occhi studiano, la sua mente elabora, selezionando un momento - alias versione dei fatti - per dividerlo in tutte le sue parti, ricostruendolo al netto dei suoi mutamenti e del naturale evolversi delle cose. Sotto questo profilo, le vedute di Sanpolo mettono in luce un aspetto più che interessante: abbandonano il concetto di vedutismo pittorico, per abbracciare quello delle “picture box”, della scatola-contenitore. Classificatore in cui l'artista archivia sì dati oggettivi, ma soprattutto una vasta serie di personali connotazioni sentimentali. (Testo critico a cura di Andrea Rossetti).
17
settembre 2022
Un infinito di mari
Dal 17 settembre al primo ottobre 2022
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì ore 9:30–13:00 / 15:00–19:00
sabato ore 15:00–19:00
Vernissage
17 Settembre 2022, ore 17:00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico