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Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento
Spazio alla fotografia e alle autrici italiane. Al Castello Campori di Soliera (Mo), va in scena la mostra “Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento”, curata da Marcella Manni con opere provenienti dalla Collezione Donata Pizzi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Spazio alla fotografia e alle autrici italiane. Al Castello Campori di Soliera (Mo) sarà presentata, dall’8 ottobre 2022 al 15 gennaio 2023, la mostra Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento, curata da Marcella Manni con opere provenienti dalla Collezione Donata Pizzi.
L’esposizione, che sarà inaugurata sabato 8 ottobre alle ore 18.00, è promossa dal Comune di Soliera e dalla Fondazione Campori con il supporto di Regione Emilia Romagna (nell’ambito della Legge regionale 37/94) e Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e il contributo di Esselunga, Le Gallerie Shopping Center, Reinova e Porfirea Srl. Il progetto rientra nell’attività di monitoraggio del collezionismo privato avviata dall’Amministrazione comunale nel 2018 con la mostra dedicata alle Collezioni Cattelani.
Il percorso espositivo, pensato e realizzato per gli spazi del Castello Campori, comprende oltre 80 fotografie che portano la firma di Paola Agosti, Tomaso Binga, Lisetta Carmi, Silvia Camporesi, Libera Mazzoleni, Marinella Senatore, Silvia Rosi, Elisabetta Catalano, Liliana Barchiesi, Betty Bee, Luisa Lambri, Ottonella Mocellin, tra le altre.
Lungo un arco temporale di oltre cinquant’anni (dal 1965 ad oggi), la mostra ripercorre momenti significativi della fotografia italiana mettendo in luce le evoluzioni concettuali, estetiche e tecnologiche che si sono sviluppate negli ultimi decenni. La centralità del corpo, il rapporto tra memoria privata e collettiva, le dinamiche e i riti della vita familiare, sono elementi costitutivi e identitari che si leggono oltre le singole voci delle artiste e i momenti storici in cui sono vissute o vivono e operano.
«La mostra – scrive la curatrice Marcella Manni – esplora linee di ricerca comuni e trasversali sia cronologiche che tematiche, delle artiste e delle fotografie, all’interno di pratiche in cui vero e falso si contaminano, in una riflessione che disancora l’idea di realtà da quella di verità e spinge verso l’idea di libertà (del sapere). L’accostamento di fotografie di autrici diverse, lontane tra loro nel tempo e nello spazio (geograficamente inteso?), aiuterà a innescare delle ‘sorprese’, degli slanci di conoscenza lontani dallo stereotipo. La Collezione consente di analizzare e contestualizzare diversi approcci stilistici, presentando posizioni artistiche concettuali e sperimentali grazie a diverse opere che ne illustrano gli sviluppi estetici, iconografici e tecnologici all’interno della storia della fotografia. In termini di contenuto, le opere affrontano i cambiamenti socio-politici del loro tempo, nonché cliché di ruolo, idee femministe e questioni di identità, relazioni e corpo».
L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo edito da Metronom Books e curato da Marcella Manni con un’intervista a Donata Pizzi e la riproduzione di tutte le opere esposte.
Donata Pizzi (*1957, vive tra Roma e Milano) fotografa e photo-editor, inizia nel 2013 a collezionare opere di fotografe italiane attive dal 1965 ad oggi. La collezione ha preso avvio da una fotografia di Lisetta Carmi e si è sviluppata fino a comprendere oltre 300 opere di più di 70 fotografe di diverse generazioni. L’obiettivo della collezione è quello di studiare, raccogliere, promuovere e sostenere il lavoro delle fotografe italiane, costruendo un percorso su un doppio asse, cronologico e tematico, attraverso la selezione di opere e autrici tra le più influenti del panorama contemporaneo. La collezione è una delle poche raccolte riservata al lavoro di artiste donne ed è in continua espansione.
La mostra rientra nel programma espositivo denominato Castello dell’Arte, che ha portato alla realizzazione di tre mostre a cura di Lorenzo Respi: Intra moenia. Collezioni Cattelani (2018), Arnaldo Pomodoro. {sur}face (2020) e Mauro Staccioli. [re]action (2021), nonché alla contestuale installazione di opere d’arte monumentali di Arnaldo Pomodoro e Mauro Staccioli nel centro storico di Soliera, concesse in comodato d’uso gratuito pluriennale dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro e dall’Associazione Archivio Mauro Staccioli.
L’esposizione Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento sarà aperta al pubblico il sabato e la domenica con orario 9.30-13.00 e 15.00-19.30. In occasione delle festività, il Castello Campori osserverà i seguenti orari: 1 novembre e 8 dicembre ore 9.30-13.00 e 15.00-19.30, 31 dicembre ore 9.30-13.00, 1 gennaio ore 15.00-19.30, chiuso 25 e 26 dicembre. Ingresso gratuito. Per informazioni: T. +39 059 568580, info@fondazionecampori.it, www.fondazionecampori.it, www.solieracastelloarte.it.
L’esposizione, che sarà inaugurata sabato 8 ottobre alle ore 18.00, è promossa dal Comune di Soliera e dalla Fondazione Campori con il supporto di Regione Emilia Romagna (nell’ambito della Legge regionale 37/94) e Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e il contributo di Esselunga, Le Gallerie Shopping Center, Reinova e Porfirea Srl. Il progetto rientra nell’attività di monitoraggio del collezionismo privato avviata dall’Amministrazione comunale nel 2018 con la mostra dedicata alle Collezioni Cattelani.
Il percorso espositivo, pensato e realizzato per gli spazi del Castello Campori, comprende oltre 80 fotografie che portano la firma di Paola Agosti, Tomaso Binga, Lisetta Carmi, Silvia Camporesi, Libera Mazzoleni, Marinella Senatore, Silvia Rosi, Elisabetta Catalano, Liliana Barchiesi, Betty Bee, Luisa Lambri, Ottonella Mocellin, tra le altre.
Lungo un arco temporale di oltre cinquant’anni (dal 1965 ad oggi), la mostra ripercorre momenti significativi della fotografia italiana mettendo in luce le evoluzioni concettuali, estetiche e tecnologiche che si sono sviluppate negli ultimi decenni. La centralità del corpo, il rapporto tra memoria privata e collettiva, le dinamiche e i riti della vita familiare, sono elementi costitutivi e identitari che si leggono oltre le singole voci delle artiste e i momenti storici in cui sono vissute o vivono e operano.
«La mostra – scrive la curatrice Marcella Manni – esplora linee di ricerca comuni e trasversali sia cronologiche che tematiche, delle artiste e delle fotografie, all’interno di pratiche in cui vero e falso si contaminano, in una riflessione che disancora l’idea di realtà da quella di verità e spinge verso l’idea di libertà (del sapere). L’accostamento di fotografie di autrici diverse, lontane tra loro nel tempo e nello spazio (geograficamente inteso?), aiuterà a innescare delle ‘sorprese’, degli slanci di conoscenza lontani dallo stereotipo. La Collezione consente di analizzare e contestualizzare diversi approcci stilistici, presentando posizioni artistiche concettuali e sperimentali grazie a diverse opere che ne illustrano gli sviluppi estetici, iconografici e tecnologici all’interno della storia della fotografia. In termini di contenuto, le opere affrontano i cambiamenti socio-politici del loro tempo, nonché cliché di ruolo, idee femministe e questioni di identità, relazioni e corpo».
L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo edito da Metronom Books e curato da Marcella Manni con un’intervista a Donata Pizzi e la riproduzione di tutte le opere esposte.
Donata Pizzi (*1957, vive tra Roma e Milano) fotografa e photo-editor, inizia nel 2013 a collezionare opere di fotografe italiane attive dal 1965 ad oggi. La collezione ha preso avvio da una fotografia di Lisetta Carmi e si è sviluppata fino a comprendere oltre 300 opere di più di 70 fotografe di diverse generazioni. L’obiettivo della collezione è quello di studiare, raccogliere, promuovere e sostenere il lavoro delle fotografe italiane, costruendo un percorso su un doppio asse, cronologico e tematico, attraverso la selezione di opere e autrici tra le più influenti del panorama contemporaneo. La collezione è una delle poche raccolte riservata al lavoro di artiste donne ed è in continua espansione.
La mostra rientra nel programma espositivo denominato Castello dell’Arte, che ha portato alla realizzazione di tre mostre a cura di Lorenzo Respi: Intra moenia. Collezioni Cattelani (2018), Arnaldo Pomodoro. {sur}face (2020) e Mauro Staccioli. [re]action (2021), nonché alla contestuale installazione di opere d’arte monumentali di Arnaldo Pomodoro e Mauro Staccioli nel centro storico di Soliera, concesse in comodato d’uso gratuito pluriennale dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro e dall’Associazione Archivio Mauro Staccioli.
L’esposizione Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento sarà aperta al pubblico il sabato e la domenica con orario 9.30-13.00 e 15.00-19.30. In occasione delle festività, il Castello Campori osserverà i seguenti orari: 1 novembre e 8 dicembre ore 9.30-13.00 e 15.00-19.30, 31 dicembre ore 9.30-13.00, 1 gennaio ore 15.00-19.30, chiuso 25 e 26 dicembre. Ingresso gratuito. Per informazioni: T. +39 059 568580, info@fondazionecampori.it, www.fondazionecampori.it, www.solieracastelloarte.it.
08
ottobre 2022
Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento
Dall'otto ottobre 2022 al 15 gennaio 2023
arte contemporanea
Location
CASTELLO CAMPORI
Soliera, Piazza Fratelli Sassi , 2, (Modena)
Soliera, Piazza Fratelli Sassi , 2, (Modena)
Orario di apertura
Orari ordinari: sabato e domenica 9.30-13 e 15-19.30
Orari festività: aperto 1 novembre e 8 dicembre ore 9.30-13 e 15-19.30, 31 dicembre ore 9.30-13, 1 gennaio ore 15-19.30, chiuso 25 e 26 dicembre
Vernissage
8 Ottobre 2022, ore 18
Sito web
Editore
Metronom Books
Ufficio stampa
CSArt – Comunicazione per l’Arte
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione
Sponsor
Patrocini