10 ottobre 2022

exibart prize incontra Emanuele Moretti

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Spesso ciò che non vediamo non esiste, o forse non lo sappiamo vedere; esiste in quello che immaginiamo qualcosa che non riusciamo a percepire ma che fa la magia di quello che immaginiamo.

Solo coloro che possono vedere l’invisibile, possono compiere l’impossibile, perché la nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose; siamo il nostro corpo negli orizzonti che ci appartengono e ci contengono. Umani, Immaginari, visibili invisibili.

Qual è stato il tuo percorso artistico?

Fin da bambino ho coltivato una particolare passione per il disegno e la pittura. Mi sono laureato nel 2012 all’Università Europea del Design e successivamente ho studiato Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, conclusa nel 2018 con un lavoro incentrata sul rapporto che esiste tra Arte e Scienza. Oltre ad esporre in importanti mostre in Italia e all’estero, ricopro il ruolo di Direttore artistico della manifestazione “Contemporanea” che si svolge nella città di Tagliacozzo.

 

Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?

Il mio lavoro artistico trae ispirazione dalla Scienza che si lega indissolubilmente all’Arte perché questi due concetti se pur differenti tra loro devono essere riconosciuti come un unico processo universale che porta l’essere alla conoscenza. Vado ad indagare quelle parti misteriose, che l’occhio umano non riesce a percepire, dove le immagini reali non possono più aiutare chi le osserva e q questo legame con alla Fisica mi permette di immaginare l’invisibile.
L’amore per l’arte nasce in un tempo per me remoto, forse da “altre vite”, in cui è presente la riflessione, o meglio il tempo per riflettere. La costruzione del pensiero, su ciò che voglio esprimere ed intingere sulla tela è la parte più significante del percorso stesso; bisogna essere in grado di imparare e conoscere, non è un semplice lavoro tecnico, ma è ciò che voglio esprimere e che è essenziale per la riuscita dell’opera stessa; ancor più fondamentale è la chiarezza del mettere a nudo il mio mondo interiore nei confronti dello spettatore.
Il mio lavoro è la combinazione d’emozione e pensiero, di realtà e fantasia; è conoscenza del mondo, un linguaggio universale che va oltre le razze, le religioni ed il genere, è un’entità che ci accomuna e ci rende tutti più vicini, fratelli di un’unica sola madre chiamata terra. Quando l’arte non conosce confini, supera i limiti dell’immaginario e scavalca ostacoli, indaga il mistero, e proprio la mia arte indaga sul mistero dove le immagini reali non possono compensarmi e dunque immaginare non significa più immagine.

 

In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?

L’arte dovrebbe far parte ogni giorno della nostra quotidianità perché grazie ad essa possiamo essere migliori. Entrare in empatia con l’arte significa avvicinarsi con la dovuta sensibilità e disponibilità a mettere in discussione qualcuna delle nostre certezze. Quello che è stato fatto fino ad ora deve essere raccolto, è a disposizione dell’umanità e quindi ci aiuta negli stimoli e nella ricerca, nella riflessione ed evoluzione, nell’ispirazione professionale e personale. Invito tutti a visitare i musei, frequentare i teatri, ascoltare la musica più diversa, andare al cinema, perché l’abilità e la creatività umana è in grado sempre di meravigliarci.

 

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Sto lavorando molto intensamente per portare a termine una serie di lavori, sviluppati concettualmente qualche anno fa, in modo da poterli esporre al pubblico. Sono alla ricerca di nuove collaborazioni con gallerie e galleristi che credono nel mio percorso artistico. Attualmente ho il mio studio all’interno di una dimora storica pubblica, dove vengono svolte mostre, residenze e altri progetti artistici e sto cercando di aprire un nuovo spazio/studio nella città di Roma.

 

In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?

Un problema molto importante per gli artisti è dove concepire le proprie opere d’arte. Esistono molti luoghi pubblici in pieno abbandono che possono fruire come studi o spazi espositivi. Serve avere uno spazio dignitoso con i confort necessari per sviluppare un processo creativo. Facendo questi piccoli interventi si sensibilizza la popolazione a salvaguardare quello che ha ma che non conosce.
Le istituzioni dovrebbero investire sull’arte, sulle mostre e le residenze. Dovrebbero avere un’attenzione particolare per il collezionismo e il mecenatismo. Abbiamo un patrimonio importante, invidiato da tutto il mondo che viene da anni di storia, dovremo continuare a produrre e mantenere quegli standard elevati, tanto invidiati da tutti, a cui siamo abituati. La rinascita del nostro paese e la salvaguardia del nostro destino passa soprattutto dalla nostra cultura.

 

 

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