14 luglio 2004

fino al 3.X.2004 Massimo Vitali Prato, Pecci

 
Grandi panoramiche, colori schiariti fino a diventare abbacinanti. Uno sguardo sempre da lontanissimo, neutro, ma mai freddo. E' quello di Massimo Vitali, alla prima personale in un museo italiano...

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Gli artisti residenti in Toscana sono più conosciuti all’estero che nel proprio paese”, tuona Daniel Soutif direttore del Pecci. È un male? In parte sì. Anche per questo la programmazione del museo, per i prossimi anni, sarà incentrata sulla promozione degli artisti attivi sul territorio.
Si prosegue, dopo le mostre su Il cinema in Toscana, Bartolini e Lo Savio, con il fotografo Massimo Vitali (Como ’44), residente da anni a Lucca. Vitali nasce negli anni Sessanta come fotoreporter per agenzie e riviste. Dalla metà degli anni Novanta si occupa di fotografia come ricerca artistica. Ha partecipato a mostre in tutta Europa ed alla Biennale di Venezia del 2001. Questa è la prima personale in un museo italiano.
Le oltre 40 immagini presentate in mostra, sono la summa del lavoro di Vitali dal ’95 ad oggi. Per quanto vengano distinte tra loro per dominanti cromatiche, come il blu della costa tirrenica o il rosso delle spiagge romagnole, occorre aggiungere alcune discriminanti che caratterizzano tutta la sua produzione: il grande formato, la scelta quasi ossessiva di medesime serie e soggetti, le panoramiche, il punto di vista rialzato e lontano dal soggetto, la schiaritura del colore in fase di stampa. Massimo Vitali - Firenze piedone, 1998, C-print, plexiglas, 150 x 180 cm, courtesy of Brancolini Grimaldi Arte Contemporanea, Firenze
Questo stile lo inserisce pienamente nel panorama di ricerca degli anni Novanta, caratterizzato da una presunta oggettività dello sguardo, dalla predilezione per gli spazi pubblici e dalla volontà indiretta di creare un documento storico- sociale. Vitali è in assoluta sintonia con la Becher School, in particolare con Gursky, che dalla fine degli anni Settanta ha creato, insieme ai colleghi Struth, Ruff e Hoefer, una maniera fotografica che ritrae la relazione tra l’uomo e lo spazio architettonico. Per quanto il fotografo dichiari di attuare uno sguardo neutro e di voler cogliere la realtà fisica e sociale nella sua fenomenologia, parallelamente alle recenti tendenze, il suo lavoro risulta comunque critico e ironico nei confronti dell’ambiente e della società.
In mostra, oltre ad alcune immagini scattate in Francia, Belgio Germania e Florida, sono visibili una serie di ritratti dell’Italia e della Toscana, come Firenze Piedone ( 1998), Riccione (1997) e Ipercoop Sesto Fiorentino (2004), quest’ultima realizzata appositamente per il Pecci.

veronica caciolli
mostra visita il 1 luglio 2004


Massimo Vitali
A cura di Stefano Pezzato e Daniel Soutif
C- ARTE PRATO, viale della Repubblica 277, 59100 Prato
Tel 0574. 53.17
Fax 0574. 53.19.01
www.centroartepecci.prato.it
info@centroartepecci.prato.it
Tutti i gg 12- 19, sab- dom 10- 19. Chiuso il martedì
Ingresso 7euro, ridotto 5euro. Possibilità di abbonamento annuale 15euro
Presso il bookshop, possibilità di consulto / acquisto di un libro su Vitali pubblicato in coedizione TRA ART- Centro Pecci, che inaugura il primo numero della collana editoriale


[exibart]

7 Commenti

  1. Finalmente un riconoscimento pubblico al lavoro di Massimi Vitali. Originale, mai banale,Ottimo fotografo ed artista, uno dei più bravi in Europa.

  2. Purtroppo ho visto la mostra…!!
    Avete “il coraggio” di considerare ciò “Arte fotografica”…???
    Vorrei sapere quanto ha sborsato costui per entrare nelle grazie dei cosiddetti “critici d’arte”…???

  3. Che ci vuoi fare Claudio, sembra che anche per la fotografia sia arrivato il momento del dessert (a scelta naturalmente, frutta o gelato)…Leggendo l’articolo chissa’ perche’ mi viene in mente Francesco Jodice, cha ha un lavoro di uno spessore gigantesco in confronto a Vitali. Caro articolista, non basta l’ironia o qualche colore schiarito a dare corpo ad un lavoro che indaga ancora, dopo illustri predecessori, il rapporto dell’uomo con l’ambiente circostante…che due p….

  4. Uno che si lamenta delle opere di Vitali e poi chiama in causa un lavoro bacato come quello di Jodice proprio non riesco a capirlo.

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