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Leonardo Moretti – Geografie emotive
Curata da Mattia Lapperier, la mostra presenta una summa del recente lavoro di ricerca di Moretti, che è concettualmente, oltreché cromaticamente – nero, rosso e blu – suddivisibile in tre filoni ben distinti: Lace, Love project e Il blu mi aiuta a ricordare.
Comunicato stampa
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Galleria d’arte La Fonderia presenta Geografie emotive, mostra personale di Leonardo Moretti, che si inaugura sabato 5 novembre alle ore 18,30 nella sede della galleria fiorentina in Via della Fonderia 42R.
Curata da Mattia Lapperier, la mostra presenta una summa del recente lavoro di ricerca di Moretti, che è concettualmente, oltreché cromaticamente, suddivisibile in tre filoni ben distinti. Lace è il ciclo dedicato al pizzo, inteso dall’artista come incarnazione del superfluo, esaltazione dell’inautenticità e dell’artificiosità nei rapporti; è un groviglio di segni modulari, articolati nello spazio in modo da creare infinite combinazioni tra loro. Se il nero connota Lace, il rosso è invece il colore di Love project. Tale ciclo nasce a partire da un’amara riflessione sull’amore che ha indotto l’artista a constatare come esso talvolta possa ridursi al vano tentativo di appagare un desiderio. Si tratta di un lavoro più intimo, più riflessivo e per tali ragioni idealmente prossimo alla terza serie che l’artista chiama Il blu mi aiuta a ricordare. Emotivo, liminale, quest’ultimo ciclo, rinunciando consapevolmente a ogni pretesa di organicità, è costituito da singole e tra loro autonome narrazioni di vita.
Pur sussistendo anche individualmente, le opere di Leonardo Moretti presentate in mostra compongono un’articolata installazione ambientale volta a riflettere l’interiorità dell’artista. Seguendo i fili di raccordo tra i vari lavori, quest’ultimo è invitato a esplorare la psiche dell’artista, a entrare in contatto con il suo mondo interiore, persino a identificarsi con esso. Il nero, il rosso e il blu fungono da coordinate temporali e simboliche. Essi rappresentano per l’artista rispettivamente il futuro, il presente e il passato e, nel loro insieme, alludono all’interezza della propria vita psichica. Presi singolarmente i tre colori rimandano inoltre ad altrettanti concetti ricorrenti che accompagnano sin dagli esordi la pratica artistica di Moretti, ovverosia la morte, la passione e la memoria.
Utilizzando per lo più materiali di recupero che spaziano dalla tela al legno, dalla carta al plexiglas, dal polistirolo ai filati e avvalendosi di tecniche miste, affinate nel tempo e liberamente integrate tra loro, Leonardo Moretti dà vita a un’autentica mappatura del proprio inconscio. Le geografie emotive dell’artista si rendono pertanto fruibili allo sguardo dell’osservatore senza alcuna mediazione; esse disegnano nello spazio chiari e distinti echi di processi interiori altrimenti inaccessibili.
Curata da Mattia Lapperier, la mostra presenta una summa del recente lavoro di ricerca di Moretti, che è concettualmente, oltreché cromaticamente, suddivisibile in tre filoni ben distinti. Lace è il ciclo dedicato al pizzo, inteso dall’artista come incarnazione del superfluo, esaltazione dell’inautenticità e dell’artificiosità nei rapporti; è un groviglio di segni modulari, articolati nello spazio in modo da creare infinite combinazioni tra loro. Se il nero connota Lace, il rosso è invece il colore di Love project. Tale ciclo nasce a partire da un’amara riflessione sull’amore che ha indotto l’artista a constatare come esso talvolta possa ridursi al vano tentativo di appagare un desiderio. Si tratta di un lavoro più intimo, più riflessivo e per tali ragioni idealmente prossimo alla terza serie che l’artista chiama Il blu mi aiuta a ricordare. Emotivo, liminale, quest’ultimo ciclo, rinunciando consapevolmente a ogni pretesa di organicità, è costituito da singole e tra loro autonome narrazioni di vita.
Pur sussistendo anche individualmente, le opere di Leonardo Moretti presentate in mostra compongono un’articolata installazione ambientale volta a riflettere l’interiorità dell’artista. Seguendo i fili di raccordo tra i vari lavori, quest’ultimo è invitato a esplorare la psiche dell’artista, a entrare in contatto con il suo mondo interiore, persino a identificarsi con esso. Il nero, il rosso e il blu fungono da coordinate temporali e simboliche. Essi rappresentano per l’artista rispettivamente il futuro, il presente e il passato e, nel loro insieme, alludono all’interezza della propria vita psichica. Presi singolarmente i tre colori rimandano inoltre ad altrettanti concetti ricorrenti che accompagnano sin dagli esordi la pratica artistica di Moretti, ovverosia la morte, la passione e la memoria.
Utilizzando per lo più materiali di recupero che spaziano dalla tela al legno, dalla carta al plexiglas, dal polistirolo ai filati e avvalendosi di tecniche miste, affinate nel tempo e liberamente integrate tra loro, Leonardo Moretti dà vita a un’autentica mappatura del proprio inconscio. Le geografie emotive dell’artista si rendono pertanto fruibili allo sguardo dell’osservatore senza alcuna mediazione; esse disegnano nello spazio chiari e distinti echi di processi interiori altrimenti inaccessibili.
05
novembre 2022
Leonardo Moretti – Geografie emotive
Dal 05 al 22 novembre 2022
arte contemporanea
personale
personale
Location
GALLERIA D’ARTE LA FONDERIA
Firenze, Via Della Fonderia, 42r, (Firenze)
Firenze, Via Della Fonderia, 42r, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-13 e 15.30-19.30
Vernissage
5 Novembre 2022, dalle ore 18.30
Autore
Curatore
Autore testo critico