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Cinque artisti per decostruire lo spazio: a Udine, torna Mind The Gap
Arte contemporanea
di redazione
Concetto o misura? Strumento o necessità? Tanto intuitivo a vedersi, anzi, così evidente da attraversare, eppure sempre sfuggente, inaspettato, nei suoi frammenti e nelle sue sfaccettature. Lo spazio è sempre più un mistero e a indagarne le costruzioni, tanto fisiche che mentali, sono cinque artisti, Sofia Caesar, Danilo Correale, Karolina Bergman Engman, Giulia Iacolutti e Flavia Tritto, invitati per la sesta edizione di Mind the Gap. Curato da Giada Centazzo e Lorenzo Lazzari, con Rachele D’Osualdo dell’Associazione Culturale ETRARTE, promosso da Altreforme Udine e ideato, nel 2017, da Augusta Eniti, il progetto dedicato alla figura dello psichiatra Franco Basaglia continua a esplorare i termini più problematici del momento attuale, dall’errore tecnologico al perturbante – rispettivamente i temi della quarta e quinta edizione – a partire dalla prospettiva critica dell’arte contemporanea.
Questa volta, i cinque artisti coinvolti sono stati selezionati «Per il loro modo di ibridare i generi artistici e per l’elaborazione culturale intorno alle questioni che attraversano il nostro tempo», spiegano dall’organizzazione. E dunque, contenitore fisico rigidamente costruito? Tutt’altro, come è evidente nelle opere presentate lo spazio si manifesta come un complesso sistema sociale e culturale, attivato non solo da oggetti ma anche dall’accadere stesso delle cose, tanto esteriori quanto profonde, interiori, emozionali. E quale luogo più adatto per esporle, di Spazio35? Situato in via Caterina Percoto, nel Borgo Stazione di Udine, si tratta di uno spazio polifunzionale e di coworking che, in questa occasione, diventa punto di incontro per l’arte contemporanea.
Tramite la danza e la somatica, l’artista brasiliana Sofia Caesar pone in relazione corpo e dispositivi tecnologici. Nell’opera Workation (2019) l’artista s’interroga sul “lavoro” (work) in “vacanza” (vacation), fenomeno che con l’impiego massivo delle tecnologie informatiche e l’accelerazione dello smart working si è trasformato in un orizzonte sempre più plausibile.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/11/01.-Sofia-Caesar-Workation-2019-©-courtesy-the-artist-all-rights-reserved.jpg)
Anche la ricerca di Danilo Correale è incentrata sui diversi aspetti della vita quotidiana scanditi dal rapporto conflittuale tra lavoro e non lavoro, interpretato attraverso un’analisi – spesso ironica – del corpo e del tempo. Per Mind the Gap presenta in anteprima un progetto inedito: l’installazione sonora Cleanrooms (2021), una mappatura audio di luoghi di lavoro siti in quartieri finanziari delle grandi aree metropolitane ormai abbandonati.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/11/02.-Danilo-Correale-Cleanrooms-documentazione-del-progetto-2021-©-courtesy-the-artist-all-rights-reserved.jpg)
Nelle sue opere, Flavia Tritto approfondisce i temi dell’intersoggettività, dell’individualità e della’(auto)percezione, al fine di scardinarne in maniera critica le dinamiche più consolidate. Nella video installazione En Apesanteur (2019), la performer Katarina Nesic esplora un cubicolo bianco in un insolito corpo a corpo. Enfatizzando i movimenti della macchina da presa, Tritto palesa lo sguardo dello spettatore e la sua presenza, rendendo uno spazio apparentemente privato ed intimo dipendente dalle sue rappresentazioni esterne.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/11/03.-Karolina-Bergman-Engman-Rootless-2021-still-da-video-©-courtesy-the-artist-all-rights-reserved.jpg)
Rinnovata anche quest’anno la partnership con il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine. Il Visionario ospiterà infatti un’opera di Karolina Bergman Engman dal titolo Rootless (2021). Nella sua ricerca, l’artista e videomaker svedese esplora i processi della memoria nel rapporto tra spazi perduti e ambienti digitali. A “Mind the Gap”, propone un cortometraggio nel quale decostruisce i meccanismi della memoria a partire dalla rappresentazione di una casa perduta.
Anche questa nuova edizione è in programma la realizzazione di un laboratorio partecipativo condotto dall’artista Giulia Iacolutti con gli studenti del Liceo Artistico E. Galvani di Cordenons e curato da Rachele D’Osualdo (Associazione Culturale ETRARTE). Attraverso l’esperienza tattile, il progetto video-performativo rifletterà sulla trasformazione degli spazi interpersonali.