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Artissima 2022: dialoghi in fiera
Fiere e manifestazioni
di Emma Drocco
L’Oval del Lingotto quest’anno si riempie di tanta voglia di normalità, un grande ritorno di collezionisti italiani e da tutto il mondo riempiono gli spazi torinesi. Un respiro internazionale che vede però una minoranza di gallerie italiane tra le 174 presenti in fiera.
Transformative Experience è il tema di quest’anno, concetto elaborato dalla filosofa americana L. A. Paul nell’omonimo saggio, parla della crisi delle aspettative e dell’apertura di una prospettiva verso l’ignoto. Dopo anni di incertezza a seguito della pandemia Artissima 2022 ci fa riflettere sulla possibilità di lasciarsi andare, di ritornare ad una normalità nella quale non ci si nega la possibilità di sorprendersi e di condurre nuovi percorsi di ricerca e trasformazione.
Una promessa mantenuta quella di proporre una fiera sperimentale quest’anno, anche grazie al nuovo Direttore, Luigi Fassi, nel quale sono riposte alte aspettative, e che è stato in grado di portare a Torino 40 nuove gallerie e rinnovare la fiducia riposta nella fiera da parte di alcune delle gallerie di maggiore profilo della scena internazionale e nazionale. Alfonso Artiaco, Continua, Lia Rumma, Tornabuoni, Tucci Russo, solo alcuni dei nomi delle big italiane presenti.
Artissima 2022 è un interessante spaccato della scena contemporanea, come scrive il Direttore nella sua presentazione all’edizione «il mondo dell’arte nel suo insieme ha visto in questi ultimi anni cambiare le proprie regole, le modalità di scambio e di interazione informativa tra operatori e appassionati, navigando verso molteplici orizzonti di trasformazione. È, tuttavia, rimasta più che mai viva e bruciante l’urgenza di incontro e di relazione immediata, dettata dalla volontà di conoscere e vivere in tempo reale l’esperienza dell’arte e di continuare ad apprendere quanto di nuovo sta emergendo sulla scena presente».
La sensazione è quella che la fiera abbia trovato un buon punto di equilibrio come ariosità e atmosfera, ogni galleria fa la sua strada ma il risultato riporta una serie di proposte molto interessanti e di alto livello. Il periodo è di certo molto particolare, come ci racconta Mario Cristiani di Galleria Continua «si sta uscendo solo ora dal periodo del Covid, quindi bisogna considerare tutte le difficoltà che ci sono state lo scorso anno, è difficile fare dei paragoni con gli anni precedenti, ma sicuramente adesso è un momento in cui la guerra è un’altra tematica forte con cui dobbiamo interfacciarci. La gente cerca di trovare qualcosa che abbia senso, che gli dia un piacere».
Le gallerie italiane si trovano quest’anno in minoranza, ma la presenza di un pubblico internazionale ha reso Artissima sempre più vicina a molte altre fiere internazionali, come testimonia la Galleria Tornabuoni «come galleria siamo rientrati dopo tanti anni che non si faceva questa fiera, ma siamo felici di esserci tornati, già dalla scorsa edizione. Grazie a questa presenza di un grande numero di gallerie internazionali ci sono anche più stranieri nel pubblico, questo è molto interessante perché per noi che siamo una galleria con anche sedi all’estero, e facciamo tutte le fiere internazionali, questo è sicuramente un plus. Il nostro rientro ci trova contenti, abbiamo deciso di portare in fieri artisti contemporanei storicizzati, con alle spalle personali in tutto il mondo, e la presenza di questo pubblico internazionale porta Artissima al pari di molte fiere europee, siamo felici di farne parte».
Il nuovo direttore ha certo il merito di aver riportato in fiera grandi nomi come Alfonso Artiaco: «noi manchiamo da un bel po’ da Artissima, sicuramente la presenza di molte gallerie da tutto il mondo è un plus perché rende la fiera internazionale, e di conseguenza anche la proposta è più internazionale».
La tendenza che si rileva subito è quella di un grande ritorno al figurativo, negli ultimi anni abbiamo sofferto nel corpo, dunque, il corpo in qualche modo diventa un tema che tanti collezionisti ricercano nelle opere, il corpo è anche più minacciato, dopo il Covid e la guerra, così vicina, che ci lascia in una costante insicurezza. «C’è un desiderio di piacere, di stare insieme, di godere di qualcosa di bello, al di la delle proposte che ogni galleria fa, nel cuore dell’arte c’è un grande potere», ci dice Mario Cristiani.
Una tendenza generale che non influenza tutte le gallerie ma rafforza quelle che propongono opere diverse, come Alfonso Artiaco «non c’è per forza una tendenza solo al figurativo, noi abbiamo anche artisti concettuali che vengono subito riconosciuti, le persone quando si avvicinano a noi cercano un certo tipo di arte, ed è quella che proponiamo».
Quattro giorni con un grande afflusso di pubblico, anche nelle giornate settimanali, che erano quasi vuote negli ultimi anni, un buon auspicio per le prossime edizioni di una fiera che è ormai nel calendario di tutte le più importanti gallerie.