Tra la polvere, il fumo e il suono delle sirene. Tra gli slogan orgogliosamente scanditi da voci femminili di tutte le età, e a volte distorte dagli altoparlanti, negli anni Settanta a Roma c’era spazio per la bellezza. Giovinezza e bellezza, sensualità e incanto sfuggiti alle carceri di mariti, fratelli, padri, tradizioni, religioni. Il mondo a portata di mano, la poesia e l’arte alla portata di tutti. Nonostante da un certo momento le BR tentassero di frantumare sogno e poesia e scandissero in un lugubre ritmo le nostre giornate, il gioco l’ironia e l’intelligenza si dispiegavano a Roma assieme alla bellezza, alla giovinezza delle donne per la prima volta libere. Vestite, truccate, mascherate come volevano, aggressive e consapevoli della ricerca della propria felicità. Bambine, giovani, vecchie al di fuori di ogni ideologia o proprio all’interno dell’ideologia. Insieme in un lungo momento di riscatto. Fu un’utopia? Alla luce dei terribili fatti attuali, in lontani paesi e anche vicinissimi a noi, la ricerca dell’istruzione, dello studio, dell’espressione libera della propria identità: del proprio corpo, della poesia, del canto, dell’arte, sembra voler punire le donne condannandole di nuovo al silenzio. Ci sembra quindi utile e necessario farla rivedere, mostrarla di nuovo quella forza, quella bellezza, dolcezza, felicità e creatività di quelle donne di cinquant’anni fa, appena liberate e pronte a combattere. Coetaneo delle protagoniste di quel momento e di quel movimento, Fabio De Angelis è stato, assieme a pochi altri, il fotografo di quella stagione straordinaria. Le sue foto sono apparse su l’Espresso, Rinascita e i giornali più interessanti di quel periodo. Embrice le ripropone, incastonate tra due mostre di due artiste romane che in maniera diversa, anzi opposta, dettero inizio a un loro percorso esattamente in quegli anni tremendi, bellissimi e turbinosi.

Antonella Greco

Between the dust, the smoke and sound of police sirens. Among the slogans proudly chanted by female voices of all ages, sometimes distorted by loudspeakers, during the seventies in Rome there was room for beauty. Youth and beauty, sensuality and enchantment escaped from the prisons of husbands, brothers, fathers, traditions, religions. The world at your fingertips, poetry and art within everyone's reach. Although for a certain moment terrorism tried to shatter dreams and poetry and marked those days in a gloomy rhythm, the game, the irony and the intelligence unfolded in Rome together with the beauty, The youth of women free for the first time. Dressed and disguised as they wanted, aggressive and aware of the pursuit of their own happiness. Girls, young people, old women outside of any ideology or just inside the ideology. Together in a long moment of redemption. Was it a utopia? In the light of the terrible current events, in distant countries and also very close to us, the search for education, study, the free expression of one's identity: of one's body, of poetry, of singing, of art, apparently seems to punish women again condemning them to silence. Useful and necessary, therefore, to show it again, that strength, that beauty, sweetness, happiness and creativity of women of fifty years ago. The same age as the protagonists of that moment and movement, Fabio De Angelis was, together with a few others, the photographer of that extraordinary season. Photos by him have appeared in l'Espresso, Rinascita and the most interesting newspapers of that period. Embrice shows those original photos, set between the exhibitions of two roman women artists who, in a different, indeed opposite way, started their own path exactly in those terrible, beautiful and turbulent years.

Antonella Greco