18 novembre 2022

A Londra aprirà la prima mostra immersiva dedicata a David Hockney

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Icona dell’arte contemporanea e appassionato di tecnologie, David Hockney sarà il protagonista della prima mostra immersiva presentata da Lightroom, nuovo e ambizioso spazio espositivo di Londra

Installation of David Hockney’s Gregory Swimming Los Angeles March 31st 1982 at “David Hockney: Bigger & Closer (not smaller & further away),” an immersive art experience at Lightroom in King’s Cross, London. Photo: courtesy of Lightroom, © David Hockney

Ormai il mondo delle nuove tecnologie non ha segreti per David Hockney: il grande maestro della pittura dalle atmosfere inconfondibili, dopo aver esplorato le infinite possibilità espressive dell’I Pad, sarà il protagonista di una di quelle famigerate “mostre immersive” che, di solito, sono riservate ai nomi blockbuster della storia dell’arte, come Vincent Van Gogh, Gustav Klimt e Frida Kahlo. Solo che loro, ormai, non possono parlare e non sapremo mai cosa potrebbero pensarne ma, a quanto pare, Hockney si è mostrato davvero entusiasta di questa prospettiva. “Bigger & Closer (Not Smaller & Further Away)”, aprirà dal 25 gennaio 2023 a Londra, prima esposizione di Lightroom, nuovo spazio espositivo in King’s Cross.

La mostra/spettacolo promette di accompagnare i visitatori in un percorso lungo l’intera carriera di Hockney in sei capitoli a tema, attraversando letteralmente le opere d’arte più iconiche dell’artista nato a Bradford, il 9 luglio 1937. Tra scenografie inevitabilmente teatrali e nuovi pezzi appositamente commissionati, i “viaggiatori” saranno accompagnati da una colonna sonora composta dal musicista e produttore Nico Muhly, già collaboratore di artisti quali Björk, Philip Glass e Sigur Rós, oltre che dalla voce fuori campo dello stesso Hockney. Sarà dunque lo stesso artista a raccontare se stesso, mentre prenderanno vita le immagini che racconteranno le sue audaci e seducenti sperimentazioni con la prospettiva, a partire dal suo utilizzo della fotografia come modalità di disegno, dalle Polaroid, che usava in collage per evocare la maestosità di certi paesaggi, alla camera dell’I Phone.

Installation of A Bigger Grand Canyon (1998) at “David Hockney: Bigger & Closer (not smaller & further away)” an immersive art experience at Lightroom in King’s Cross, London. Photo courtesy of Lightroom; © David Hockney

D’altra parte, Lightroom è stato progettato dallo studio di architettura londinese Haworth Tompkins come spazio gemello del Bridge Theatre, teatro inaugurato nel 2017 e conosciuto, in particolare, per il suo spazio scenico flessibile, altamente adattabile a diversi allestimenti. Supportato da un gruppo di investitori guidati da Sir Leonard Blavatnik, tra gli uomini più ricchi del Regno Unito e già donor di molti musei – nel 2017 la Tate Modern ha nominato una nuova ala “Blavatnik Building” –, Lightroom è gestito da una joint venture tra 59 Productions e London Theatre Company, il CEO è Richard Slaney e il presidente esecutivo è Nick Starr, co-fondatore della London Theatre Company. Insomma, i nomi in campo sono di un certo peso e come progetto inaugurale non poteva essere scelto protagonista assoluto più adatto di Hockney, icona dell’arte contemporanea, faro del mercato e delle aste. In particolare quelle di Christie’s: l’ultima, quella della collezione Paul Allen, ha visto Winter Timber superare i 23 milioni di dollari.

 

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Dopo “Bigger & Closer”, che chiuderà il 23 aprile, Lightroom continuerà la sua programmazione con altre mostre/spettacolo originali, realizzate con artisti di punta del panorama dell’arte contemporanea. «Abbiamo lavorato con David per riunire immagini da proiettare su larga scala e raccogliere interviste d’archivio e su misura», ha dichiarato Mark Grimmer, di 59 Productions e curatore della mostra. «È stato emozionante lavorare con David negli ultimi tre anni e speriamo che lo spettacolo introduca un pubblico completamente nuovo alla sua arte».

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