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CONFINI
/kon’fini/ Ognunə di noi conosce questo termine e ognunə declina alla propria esperienza il suo significato.
Giuseppe Canegiallo attraverso un’esposizione interattiva prova a fornire qualche strumento per la comprensione delle infinite variabili che questo suono sottende.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
CONFINI
GIUSEPPE CANEGIALLO
Domenica 27 Novembre || h. 18:30 / 21:30 || PIANO ZER0 || Via Gabrio Serbelloni, 114
/kon'fini/ è una parola che contiene molte, troppe sfumature per poter essere realmente intesa da tuttə alla stessa maniera. Un’esperienza personalissima eppure comune.
Ognunə di noi conosce questo termine e ognunə declina alla propria esperienza il suo significato: i limiti, le opportunità, la geografia, l’anatomia, la politica, l’economia, le energie, gli oggetti e le tante altre cose di cui è fatta la vita.
Questa molteplicità di significati e di interpretazioni si traducono formalmente in esperienze impossibili da far comprendere a pieno se non tramite una narrazione che comunque rimane anch’essa un limite alla totale comprensione dell’esperienza altrui.
Evidente, anche solo in questo passaggio, come il limite più grande forse non è altro che la nostra pelle, quello cioè che effettivamente ci divide dal resto del mondo.
La pelle sembra una buona metafora perché come i confini geografici separa ma non divide, non è un muro monolitico ma piuttosto una membrana che può essere permeata, decorata, attraversata, lacerata.
E quindi come il sistema epiteliale il confine è un dispositivo spaziale complesso che, come descrive Foucault, regola e determina soggettività, popolazioni e forme di vita secondo il criterio dellʼinclusione e dellʼesclusione.
Il confine come segno dei nostri tempi, il confine come opportunità: d’altra parte la vita dell’umano è in costante relazione, attiva e passiva, con lo spazio ch’egli abita, gli esseri umani non fanno altro che tracciare linee e definire categorie da quando sanno comunicare gli uni con gli altri. Siamo “esseri geografici”: l’intera storia sembra essere abbracciata da questo tema da qualsiasi parte la si voglia guardare.
È in queste possibili interpretazioni del concetto di confine che si colloca la ricerca di Giuseppe Canegiallo che raccoglie, interpreta e ci propone le visioni di 10 persone per arrivare ad una narrazione più ampia del concetto, 10 interpretazioni, 10 verità, 10 confini diversi. Un percorso che non tenta di chiarire il significato della parola ma che vuole portare all’attenzione del dibattito le ripercussioni che questo concetto ha sulle soggettività, tramite una chiave che non è né scientifica né filosofica ma contingente all’attuale. Canegiallo parte dal significante per arrivare al significato o almeno a qualcuno dei molti possibili.
CONFINI è un’esposizione prima di tutto interattiva che prova a fornire qualche strumento per iniziare una discussione sulle infinite variabili che questo suono sottende.
Testo a cura di Paola Aloisio
GIUSEPPE CANEGIALLO
Domenica 27 Novembre || h. 18:30 / 21:30 || PIANO ZER0 || Via Gabrio Serbelloni, 114
/kon'fini/ è una parola che contiene molte, troppe sfumature per poter essere realmente intesa da tuttə alla stessa maniera. Un’esperienza personalissima eppure comune.
Ognunə di noi conosce questo termine e ognunə declina alla propria esperienza il suo significato: i limiti, le opportunità, la geografia, l’anatomia, la politica, l’economia, le energie, gli oggetti e le tante altre cose di cui è fatta la vita.
Questa molteplicità di significati e di interpretazioni si traducono formalmente in esperienze impossibili da far comprendere a pieno se non tramite una narrazione che comunque rimane anch’essa un limite alla totale comprensione dell’esperienza altrui.
Evidente, anche solo in questo passaggio, come il limite più grande forse non è altro che la nostra pelle, quello cioè che effettivamente ci divide dal resto del mondo.
La pelle sembra una buona metafora perché come i confini geografici separa ma non divide, non è un muro monolitico ma piuttosto una membrana che può essere permeata, decorata, attraversata, lacerata.
E quindi come il sistema epiteliale il confine è un dispositivo spaziale complesso che, come descrive Foucault, regola e determina soggettività, popolazioni e forme di vita secondo il criterio dellʼinclusione e dellʼesclusione.
Il confine come segno dei nostri tempi, il confine come opportunità: d’altra parte la vita dell’umano è in costante relazione, attiva e passiva, con lo spazio ch’egli abita, gli esseri umani non fanno altro che tracciare linee e definire categorie da quando sanno comunicare gli uni con gli altri. Siamo “esseri geografici”: l’intera storia sembra essere abbracciata da questo tema da qualsiasi parte la si voglia guardare.
È in queste possibili interpretazioni del concetto di confine che si colloca la ricerca di Giuseppe Canegiallo che raccoglie, interpreta e ci propone le visioni di 10 persone per arrivare ad una narrazione più ampia del concetto, 10 interpretazioni, 10 verità, 10 confini diversi. Un percorso che non tenta di chiarire il significato della parola ma che vuole portare all’attenzione del dibattito le ripercussioni che questo concetto ha sulle soggettività, tramite una chiave che non è né scientifica né filosofica ma contingente all’attuale. Canegiallo parte dal significante per arrivare al significato o almeno a qualcuno dei molti possibili.
CONFINI è un’esposizione prima di tutto interattiva che prova a fornire qualche strumento per iniziare una discussione sulle infinite variabili che questo suono sottende.
Testo a cura di Paola Aloisio
27
novembre 2022
CONFINI
27 novembre 2022
arte contemporanea
Location
Piano Zer0
Roma, Via Gabrio Serbelloni, (RM)
Roma, Via Gabrio Serbelloni, (RM)
Orario di apertura
DOMENICA 27 ORE 18.30 - 21.30
Autore
Curatore
Progetto grafico