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Sinestesia
mostra di poesia visiva organizzata in occasione dei 150 anni dalla nascita del compositore e pianista Aleksandr Skrjabin.
Comunicato stampa
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“Sinestesia” è una mostra di poesia visiva che presenta ventuno opere realizzate appositamente per questo evento. Trattasi infatti di opere che possono essere definite sinestetiche in quanto traducono il suono in un colore o in un segno visivo in modo da generare una contaminazione sensoriale.
La mostra è stata organizzata in occasione dei 150 anni dalla nascita del compositore e pianista Aleksandr Skrjabin che fece della fusione tra suono e colore uno dei punti centrali della sua ricerca - tanto che nel 1910 compose “Prométhée. Le Poème du feu” per la cui esecuzione progettò il clavier à lumières, ovvero uno strumento musicale capace di proiettare, a ogni nota o cambio d'armonia corrispondente, un fascio di luce colorata in modo da fondere le percezioni del nervo uditivo e del nervo ottico.
Ed infatti la sinestesia è proprio quel fenomeno che indica la contaminazione delle percezioni di sensi distinti: ascoltare un colore, visualizzare un rumore o assaporare un profumo.
Un esempio molto noto di sinestesia lo troviamo nei versi della poesia di Salvatore Quasimodo “Alle fronde dei salici” allorquando il poeta per descrivere un urlo usa l’aggettivo nero
“…all'urlo nero/della madre che andava incontro al figlio…” o ancora nella celeberrima poesia di Arthur Rimbaud “Voyelles”
“A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu…” in cui il poeta al suono di ogni vocale attribuisce un diverso colore.
Il critico letterario Pierre Petitfils a proposito di questi versi ci racconta che Rimbaud li compose influenzato dall’amico Ernest Cabaner, un musicista bohémien che frequentava molti pittori e che per insegnare musica usava un metodo cromatico colorando ogni nota con una tinta definita.
Sia nella poesia “Alle fronde dei salici” che in “Voyelles” per descrivere la sinestesia sono stati indicati i suoni come sorgente di simultaneità percettiva, ma ovviamente questo è un ruolo che possono avere anche i colori: non a caso Vincent Van Gogh nelle lettere al fratello Theo descriveva proprio questi ultimi come fonte di stimoli sia visivi che acustici.
E a questo punto, per concludere, diventa impossibile non citare Vasilij Kandinskij la cui ricerca ha condotto ad un’arte sempre più astratta che, al pari della musica, ha completamente perso la funzione sia d’illustrare che di riprodurre la realtà. Un’arte a proposito della quale Kandinskij usava termini quali “sinfonia di colori” o “composizione” per sottolinearne appunto l’affinità con la musica. Ed infatti scriveva “Mi sembrava che l’anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale …. “
La mostra è inserita nella programmazione dell’Autunno Musicale 2022 a cura dell’ Associazione Anna Jervolino e dell'Orchestra da Camera di Caserta.
In concomitanza con il vernissage è previsto un evento multimediale tra suoni e colori a cura di Stefano Busiello e Angela Caporaso
La mostra è stata organizzata in occasione dei 150 anni dalla nascita del compositore e pianista Aleksandr Skrjabin che fece della fusione tra suono e colore uno dei punti centrali della sua ricerca - tanto che nel 1910 compose “Prométhée. Le Poème du feu” per la cui esecuzione progettò il clavier à lumières, ovvero uno strumento musicale capace di proiettare, a ogni nota o cambio d'armonia corrispondente, un fascio di luce colorata in modo da fondere le percezioni del nervo uditivo e del nervo ottico.
Ed infatti la sinestesia è proprio quel fenomeno che indica la contaminazione delle percezioni di sensi distinti: ascoltare un colore, visualizzare un rumore o assaporare un profumo.
Un esempio molto noto di sinestesia lo troviamo nei versi della poesia di Salvatore Quasimodo “Alle fronde dei salici” allorquando il poeta per descrivere un urlo usa l’aggettivo nero
“…all'urlo nero/della madre che andava incontro al figlio…” o ancora nella celeberrima poesia di Arthur Rimbaud “Voyelles”
“A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu…” in cui il poeta al suono di ogni vocale attribuisce un diverso colore.
Il critico letterario Pierre Petitfils a proposito di questi versi ci racconta che Rimbaud li compose influenzato dall’amico Ernest Cabaner, un musicista bohémien che frequentava molti pittori e che per insegnare musica usava un metodo cromatico colorando ogni nota con una tinta definita.
Sia nella poesia “Alle fronde dei salici” che in “Voyelles” per descrivere la sinestesia sono stati indicati i suoni come sorgente di simultaneità percettiva, ma ovviamente questo è un ruolo che possono avere anche i colori: non a caso Vincent Van Gogh nelle lettere al fratello Theo descriveva proprio questi ultimi come fonte di stimoli sia visivi che acustici.
E a questo punto, per concludere, diventa impossibile non citare Vasilij Kandinskij la cui ricerca ha condotto ad un’arte sempre più astratta che, al pari della musica, ha completamente perso la funzione sia d’illustrare che di riprodurre la realtà. Un’arte a proposito della quale Kandinskij usava termini quali “sinfonia di colori” o “composizione” per sottolinearne appunto l’affinità con la musica. Ed infatti scriveva “Mi sembrava che l’anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale …. “
La mostra è inserita nella programmazione dell’Autunno Musicale 2022 a cura dell’ Associazione Anna Jervolino e dell'Orchestra da Camera di Caserta.
In concomitanza con il vernissage è previsto un evento multimediale tra suoni e colori a cura di Stefano Busiello e Angela Caporaso
10
dicembre 2022
Sinestesia
Dal 10 al 18 dicembre 2022
arte contemporanea
Location
MAC – MUSEO ARCHEOLOGICO DI CALATIA
Maddaloni, Via Caudina, 313, (Caserta)
Maddaloni, Via Caudina, 313, (Caserta)
Orario di apertura
da mercoledì a lunedì ore 9:00 - 20:00
Vernissage
10 Dicembre 2022, ore 18:00
Autore
Curatore