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La Pilotta di Parma apre il nuovo Museo Bodoni, il più antico museo della stampa
Musei
Il Complesso Monumentale della Pilotta di Parma inaugura il nuovo Museo Bodoni, il più antico museo della stampa in Italia. L’intervento si inserisce nell’ampio progetto di restauro, ampliamento e risistemazione critica degli spazi e degli allestimenti del Complesso guidata dal suo Direttore Simone Verde e dal Direttore scientifico della Fondazione Museo Bodoni, Andrea De Pasquale.
Il Museo Bodoni, gestito dalla Fondazione appositamente costituita per promuovere studi e ricerche nel campo dell’arte grafica e tipografica, nasce nel 1963 in occasione del 150° anniversario della morte di Giambattista Bodoni (1740-1813), tipografo piemontese che rese Parma capitale mondiale della stampa a partire dalla seconda metà del Settecento. Fino a poco fa si trovava al terzo piano della Biblioteca Palatina in una posizione molto sacrificata, di difficile accesso e con scarsa visibilità. Problematiche che hanno portato alla scelta di spostare la nuova sede del museo al piano terra della Biblioteca Palatina, istituto fra i più antichi del Complesso dall’inestimabile patrimonio librario e documentaristico nonché custode di un fondo di disegni e stampe unico al mondo.
“Il nuovo allestimento museografico del Bodoni – dichiara il Direttore Simone Verde – ha comportato una totale riprogettazione degli spazi precedenti, con lavori strutturali, di impiantistica e realizzazione di nuovi arredi espositivi. Uno sforzo importante volto a restituire valore e dignità a un autentico gioiello primo e unico nel suo genere in Italia. Da oggi – prosegue Verde – pubblico e studiosi in visita al nuovo Museo Bodoni potranno vivere un’esperienza doppiamente immersiva, che da un lato rievoca l’aspetto dell’antica tipografia e, dall’altro, ripercorre la storia e la nascita della stamperia ducale e la cultura di un’epoca in cui Parma era tra le vere capitali europee”.
Il nuovo museo espone una ricca selezione di capolavori della storia dell’editoria e più in generale della grafica, tra cui alcune edizioni bodoniane (compresi esemplari unici e rarissimi, stampati su pergamena o seta), la suppellettile tipografico-fusoria ed altri cimeli di assoluto rilievo appartenuti all’officina di Bodoni.
Il percorso espositivo si apre con la sezione dedicata a “La Fabbrica del Libro”: all’interno di quattro grandi vetrine, parte del mobilio originale del museo degli anni ‘60, sono ricostruite le varie fasi di lavoro di Bodoni. A partire dal disegno del carattere e creazione dei punzoni, dalla fabbricazione delle matrici e fusione della lega tipografica con tutti gli strumenti di lavoro utilizzati, forme per la fusione dei caratteri, lime, pialle, cucchiaini etc., fino alla rifinitura e composizione per stampa tipografica, calcografica e xilografica.
Una grande armadiatura-libreria realizzata su misura è dedicata a “I capolavori di Bodoni”, sezione in cui viene esposta la raccolta dei volumi bodoniani, con particolare riguardo alla raccolta palatina ancora con legature originali, al fine di documentare la bibliofilia bodoniana. Fra questi, spiccano alcune delle edizioni più rare quali le Odi di Anacreonte su pergamena di Baviera e le Stanze di Poliziano stampate su seta.
Al centro dello spazio, un tavolo multimediale e interattivo presenta, in formato digitale, diversi volumi fra cui il Manuale tipografico composto da cento caratteri latini tondi, 50 corsivi e 28 greci a cui Bodoni lavorò per tutta la vita, e l’immane opera dell’Oratio Dominica, il Padre nostro in 155 lingue utilizzando ben 215 caratteri diversi tra latini, greci ed esotici, stampato da Bodoni in meno di un anno. Grazie a tale dispositivo touch-screen è possibile effettuare una ricerca per volume e sfogliare le pagine dell’opera nella sua completezza, potendo così ammirare la raffinatezza e l’alta qualità del lavoro tipografico di Giambattista Bodoni.
Da poco è stata ampliata la collezione grazie ai 34 disegni originali a lapis utilizzati nel 1800 dall’incisore Rosaspina per illustrare il libro di Bodoni Pitture di Antonio Allegri detto il Correggio, donati dal professor Corrado Mingardi, consigliere della Fondazione Museo Bodoni.