15 dicembre 2022

‘Verso un museo multispecie’: le Collezioni ISPRA al Museo delle Civiltà, Roma

di

"Animali, Vegetali, Rocce e Minerali: le Collezioni ISPRA > Verso un museo multispecie": al Museo delle Civiltà il nuovo allestimento dedicato alle collezioni paleontologiche e lito-mineralogiche dell’ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

"Animali, Vegetali, Rocce e Minerali: le Collezioni ISPRA > Verso un museo multispecie" al Museo delle Civiltà, 2022, Roma. Foto: Giorgio Benni

A Roma il Museo delle Civiltà presenta “Animali, Vegetali, Rocce e Minerali: le Collezioni ISPRA > Verso un museo multispecie”, un nuovo allestimento dedicato alle collezioni paleontologiche e lito-mineralogiche dell’ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Concepita come introduzione alla storia e ai metodi di ricerca di queste collezioni, la presentazione presso il Salone d’Onore al primo piano del Palazzo delle Scienze «costituisce l’avvio della progressiva musealizzazione delle collezioni ISPRA al Museo delle Civiltà, che si completerà entro il 2024 al secondo piano del museo, integrando e completando il percorso delle collezioni preistoriche.
Il progetto è il risultato della collaborazione tra la Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, attraverso il Museo delle Civiltà, e l’ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale / Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, con il sostegno di ALES-Arte Lavoro e Servizi spa», ha spiegato l’istituzione.

«Le collezioni ISPRA – ha proseguito – sono costituite da oltre 150mila fossili animali e vegetali, campioni di rocce e minerali, rilievi geologici, strumentazioni scientifiche, busti, ritratti, cimeli e documentazioni che formavano le Collezioni Paleontologiche, Lito-Mineralogiche e Storiche del Servizio Geologico d’Italia» e da questo momento «nel percorso di visita entrano inoltre in dialogo con le collezioni ISPRA gli interventi di tre artiste contemporanee: le opere di Adriana Bustos, Marzia Migliora e Otonong Nkanga mettono in azione l’allestimento attraverso le prospettive fornite da dialoghi immaginifici tra le differenti specie, suggerendo la possibilità di nuove esperienze degli oggetti esposti e connettendo le loro storie alle attuali emergenze climatiche e geologiche».

Nella giornata inaugurale di ieri si sono svolte, inoltre, la presentazione di opere performative di Marzia Migliora e, successivamente, del coreografo Boris Charmatz [terrain] a cura di Matteo Lucchetti, seguite dal party con djset, a cura di NERO.

Abbiamo parlato con Andrea Villiani, Direttore del Museo delle Civiltà, per farci raccontare di più.

“Animali, Vegetali, Rocce e Minerali: le Collezioni ISPRA > Verso un museo multispecie” al Museo delle Civiltà, 2022, Roma. Foto: Giorgio Benni

Quali sono il significato e e il valore della riapertura delle collezioni ISPRA?

«Il Museo delle Civiltà presenta “Animali, Vegetali, Rocce e Minerali: le Collezioni ISPRA > Verso un museo multispecie”, un nuovo allestimento che rappresenta l’avvio della musealizzazione progressiva entro il 2024 dei 150mila reperti e manufatti delle collezioni dell’ISPRAIstituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, erede delle collezioni del Reale Servizio Geologico di Italia e del Museo Agrario e Geologico, inaugurato il 3 maggio 1885 e chiuso circa un secolo dopo, nel 1995.
Il valore di questo progetto risiede anche nell’atto di restituzione, dopo quasi trent’anni, di un patrimonio che ricostruisce un processo storico di conoscenza progressiva del territorio geologico italiano (avviato dopo l’Unità d’Italia nel 1861, e sviluppatosi lungo tutto il XX e l’inizio del XXI secolo), intendendolo come un processo di aggiornamento continuo e per certi aspetti anche contraddittorio.
Questi reperti e manufatti costituiscono infatti la testimonianza oggettiva di una costante relazione tra le comunità non solo umane che vivono sul territorio italiano e di come gradualmente, come esseri umani, abbiamo non solo conosciuto sempre meglio questo ambiente, ma anche programmato uno sviluppo economico basato sulle sue risorse, anche senza valutarne le consegueze. Oggi – di fronte a crisi climatiche o alla crescente difficoltà di accesso alle risorse – occorre ripensare il paradigma di una relazione tra esseri umani, altre specie e i territori in cui, insieme, conviviamo, e considerare la delicatezza dell’ecosistema naturale e culturale che condividiamo.
Anche per questo gli interventi di tre artiste contemporanee entrano in dialogo con queste collezioni. Il dipinto di Adriana Bustos, l’installazione sonora di Marzia Migliora, i disegni di Otobong Nkanga ci invitano a fare esperienza di queste collezioni non come qualcosa di statico ma come possibilità in divenire, da cui far emergere la necessità di occuparci delle emergenze che esse ci pongono. Una presenza quindi del l’arte contemporanea anch’essa non statica, ma, di fatto, vettore di una riflessione condivisa sugli stimoli offerti da queste collezioni storiche.
In questo senso il Museo delle Civiltà si pone come piattaforma di riscoperta del patrimonio pubblico, della contemporaneità incarnata nel nostro patrimonio pubblico, spesso riportando alla conoscenza e condivisione pubblica collezioni che da diversi decenni al pubblico erano inaccessibili».

“Animali, Vegetali, Rocce e Minerali: le Collezioni ISPRA > Verso un museo multispecie” al Museo delle Civiltà, 2022, Roma. Foto: Giorgio Benni

Come si colloca nel contesto romano e nazionale?

«Il Museo delle Civiltà si sta impegnando a restituire alla fruizione pubblica patrimoni di opere e di conoscenze che spesso erano custoditi nei depositi. Un’operazione di svelamento della vastità, complessità e articolazione del nostro patrimonio culturale, che ridefinisce il Museo delle Civiltà come un museo interistituzionale e interdisciplinare, volte appunto all’ampliamento delle possibilità di ricerca e di narrazione di cosa intendiamo per bene culturale. Un museo di musei, un museo di collezioni, un museo di discipline, un museo di pubblici differenti che, insieme, raccontano le storie degli esseri umani su questo pianeta, in dialogo con altre narrazioni e altre forme di conoscenza, anche generate dalle altre specie.
In modo particolare la riapertura delle collezioni ISPRA delinea la premessa di un museo antropologico multispecie, in cui convivono le specie animali, minerali e vegetali e da cui auspichiamo che i nostri pubblici traggano sollecitazioni per reimpostare il proprio rapporto con l’ecosistema di cui sono parte. È per questo che il museo non intende soltanto esporre questi manufatti e reperti ma farne il fulcro di attività di approfondimento – che saranno organizzate in collaborazione con una pluralità di altre istituzioni – unendo scienza, scienze umane, scienze sociali, arte, pensiero, in modo che questi beni diventino, da storici quali sono, riflessioni in atto sul nostro presente e catalizzatori di possibili scenari per il nostro futuro».

“Animali, Vegetali, Rocce e Minerali: le Collezioni ISPRA > Verso un museo multispecie” al Museo delle Civiltà, 2022, Roma. Foto: Giorgio Benni

Quali sono i progetti e prospettive per il futuro del Museo delle Civiltà? 

«Anche nel 2023 l’attività del Museo delle Civiltà sarà volta al riallestimento delle proprie vastissime collezioni enciclopediche e a connetterle alle sensibilità e alle urgenze contemporanee, com’è avvenuto nel 2022 con le Collezioni Preistoriche e, appunto, con le Collezioni di Geo-Paleontologia e Lito-Mineralogia dell’ISPRA.
In modo particolare con il nuovo anno sarà riaffrontato il riallestimento progressivo delle Collezioni di Arti e Tradizioni Popolari, già in corso, ma anche quello delle Collezioni Africane, Americane, Asiatiche e Oceaniane. Con l’obiettivo di giungere – anche nel contesto del Grande Progetto Museo delle Civiltà sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Direzione Generale Musei – nel 2023 e 2024 a un riallestimento e riconfigurazione di tutte le Collezioni del Museo. Inoltre, nel 2023, continuerà anche la musealizzazione appena avviata delle Collezioni ISPRA, destinate a essere esposte nella loro integralità al secondo piano, completando il percorso delle Collezioni Preistoriche e intrecciando fra loro collezioni, epoche e discipline che configureranno il Museo delle Civiltà come quel museo molteplice e plurale, e quindi quel “Museo Multispecie”, che oggi inauguriamo».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui