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Lungo il filo di Infernoparadiso: la mostra di Fiberstorming alla Fiera di Bergamo
Progetti e iniziative
di redazione
Dipanato in tante forme e in tanti colori diversi, un filo riunisce il passato e il presente, questa volta letteralmente. FIBERSTORMING, il progetto dedicato alla fiber art contemporanea promosso da ArteMorbida nell’ambito del Salone Italia 25WTA World Textile Art, sarà ospite della Fiera di Bergamo in occasione di IFA e BAF, le fiere d’arte antica, moderna e contemporanea che si terranno dal 13 al 22 gennaio 2023. Sarà dunque l’occasione buona per scoprire un linguaggio artistico tanto diffuso e significativo quanto ancora da esplorare come quello dell’arte tessile, che ha attraversato il corso dei secoli, tra culture e società diverse, per approdare ai giorni nostri, assumendo un peso specifico attualissimo, nell’ambito di un percorso di rivalutazione di procedimenti e saperi.
Fiberstorming alla Fiera di Bergamo 2023
Curato da Barbara Pavan, il progetto è scandito, negli spazi della Fiera di Bergamo, da otto installazioni ambientali, collocate poco oltre l’ingresso. Raccolte sotto il titolo di “INFERNOPARADISO”, le opere di Elham M. Aghili, Mariantonietta Bagliato, Michela Cavagna, DAMSS, Lucia Bubilda Nanni, Guido Nosari, il duo Federica Patera e Andrea Sbra Perego, Elena Redaelli racconteranno «Una pluralità di significati e di interpretazioni di inferno e paradiso, in una crasi ortografica che rispecchia l’ambiguità di ogni definizione assoluta», spiegano gli organizzatori.
«Così come la classificazione di bene e male è suscettibile di una diversa valutazione a seconda della cultura e dell’epoca che la esprime, il luogo in cui l’uno trova il suo premio e l’altro la sua espiazione assumono forme e rappresentazioni differenti nella diversità di religioni, miti, tradizioni e letterature, non meno che nel punto di vista da cui si osserva un qualunque singolo evento o fenomeno condizionandone il giudizio individuale: una palude è un paradiso per le zanzare, un inferno per gli esseri umani. In un percorso che si muove lungo il crinale incerto e indefinito tra gli opposti, il visitatore attraversa questa terra di mezzo, ibrida, multiforme e stratificata».
Infernoparadiso: le installazioni
Eterogenee le installazioni. Tra teatro di figura e mitologia “vive” il Serpendrillo di Mariantonietta Bagliato (Bari, 1985), creatura fantastica a metà tra un coccodrillo e un serpente, animali ricchi di riferimenti simbolici riferiti al tempo. Alle tracce di questo scorrere fa riferimento anche Quasi-static, l’opera di Elena Redaelli (Erba, 1981) in cui masse di aggregati di polpa di carta e lana sono mantenuti assieme in modo più o meno stabile, mostrando una trasformazione impercettibile.
È invece una Blu Forest, una dimensione onirica in cui ripararsi e trovare consolazione, l’installazione di Michela Cavagna (Biella, 1971), un progetto interamente sostenuto da Piacenza Cashmere, realizzato con materiale di scarto da lavorazione industriale tessile. Inferno3000 è invece il grande pannello dei DAMSS (12 metri di lunghezza per 4 di altezza), un lavoro colossale realizzato in oltre 4.500 ore di lavoro, con più di 200 mq di tessuto. I due artisti (Daniela Arnoldi, ingegnere ambientale e Marco Sarzi-Sartori, architetto), mettono l’osservatore di fronte all’unico inferno di cui abbiamo traccia visibile e concreta, proprio qui, sulla terra.
Ruba il canto al gallo silvestre delle Operette morali di Leopardi, Cantico, l’enorme tulle ricamato di Lucia Bubilda Nanni (Ravenna, 1976). Un gallo misterioso, dotato di ragione, che tocca il cielo con la cresta e col becco mentre canta il memento mori al torpore umano per destarlo. Allude a corpi mostruosi e paradossali che si generano nello spazio vuoto tra noi e gli altri l’installazione di Guido Nosari De Danieli (Bergamo, 1984) realizzata durante la residenza Paratissima Factory 2022.
Iocari serio è l’installazione di Federica Patera (Bergamo, 1982) e Andrea Sbra Perego (Bergamo, 1982), realizzata da tessuti rigenerati da bottiglie di plastica PET, forniti da CARVICO S.p.A. L’opera mutua il titolo dall’omonimo libro di Ioan Petru Culianu, innovativo storico delle religioni del Novecento, e ha nel gioco la sua cifra formale. Il percorso approda infine a Transition, l’installazione immersiva di Elham M. Aghili (Sassuolo, 1989) che ha la sua cifra nelle forme ibride in bilico tra la vita sommersa marina e la vegetazione emersa terrena.
La mostra gode del patrocinio di IILA – Istituto Italo Latino Americano e rientra tra le manifestazioni del WTA, organizzazione internazionale che, a ottobre 2022, ha organizzato e promosso la 1ma Biennale Internazionale di Arte Tessile Contemporanea, diffusa in vari Paesi in tutto il mondo, attraverso saloni nazionali con diversi appuntamenti espositivi e un grande evento al MIFA Miami International Fine Arts.