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Vera Lini – Dark and Light Peach Blossoms
Esposti oltre 30 scatti della fotografa milanese che ritrae in due differenti serie, una in bianco e una in nero, boccioli di pesco, simbolo di delicatezza e fragilità e metafora del dialogo tra l’uomo e la natura.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Libreria Bocca, in Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano è lieta di ospitare la personale di Vera Lini, Dark and Light Peach Blossoms, a cura di Vera Agosti. I boccioli di fiori di pesco sono per la fotografa milanese, che si fa conoscere artisticamente utilizzando uno pseudonimo, un simbolo di delicatezza e fragilità e rappresentano metaforicamente il dialogo tra l'uomo e la natura. Esposti oltre 30 scatti. In vetrina alcune prove stampate su plexiglass.
Le immagini di rami delicati costellati da gemme evanescenti raffigurano qualcosa di etereo e luminoso, fragile e lieve. Si tratta di una bellezza temporanea, fugace e cangiante, che ha nel movimento e nella transitorietà la sua essenza. Siamo quindi vicini al pensiero orientale sotteso a questo concetto. In Giappone, per esempio il Bello è “nascosto” dal simbolo. Mono No Aware significa letteralmente “percezione della caducità” ed è ben intesa negli Haiku, le brevi e malinconiche poesie spesso dedicate alla contemplazione della natura. Aware è ogni cosa che è destinata a trasformarsi nel generale ciclo continuo, compreso l’uomo. Dunque la bellezza trascende la pura forma fisica del corpo che assume transitorietà. Il Bello in Asia è lo sfondo apparentemente vuoto degli scenari naturali. Anche il motivo dei fiori di pesco rientra nella tradizionale iconografia d'Oriente.
La fotografa presenta due serie dei medesimi soggetti, una in bianco e una in nero, come a voler testimoniare la doppia anima della ricerca sulla natura. Il bianco della purezza esprime gioia e serenità. Il nero allude a quel qualcosa di tremendo che si nasconde a volte nella bellezza caduca, misteriosa ed oscura.
Le fotografie sono state lavorate in post-produzione, in modo da raggiungere un linguaggio il più possibile essenziale. Vera Lini è anche un architetto e una certa impostazione geometrica della composizione tradisce questa sua attività. I rami e le foglie diventano segni grafici, una sorta di scrittura del meraviglioso libro della natura.
Biografia:
Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1997.
Dopo prestigiose collaborazioni, si dedica alla libera professione e fonda nel 2014 il proprio Studio di Architettura.
Da adolescente si avvicina al mondo della fotografia, complice la possibilità di sperimentare con fotocamere professionali (una Hasselblad e una Olympus), apprendendo i primi rudimenti. Seguirà successivamente corsi con fotografi professionisti.
La fotografia per lei è metodo e mezzo di espressione in un contesto poetico ed estetico.
Le sue opere, a partire dal 2000, sono state selezionate ed esposte in esposizioni e concorsi d’arte di fotografia, per esempio presso Il Diaframma Spazio Kodak Cultura - Via Brera Milano; il 25° Concorso d’Arte Nazionale Contemporanea SaturArte 2020; Save Humanity, collettiva d’arte contemporanea internazionale al tempo della pandemia, a cura di Vera Agosti; 4a Biennale di Genova 2021; Premio Carrousel du Louvre - Art Exhibition 2022, Parigi.
Le immagini di rami delicati costellati da gemme evanescenti raffigurano qualcosa di etereo e luminoso, fragile e lieve. Si tratta di una bellezza temporanea, fugace e cangiante, che ha nel movimento e nella transitorietà la sua essenza. Siamo quindi vicini al pensiero orientale sotteso a questo concetto. In Giappone, per esempio il Bello è “nascosto” dal simbolo. Mono No Aware significa letteralmente “percezione della caducità” ed è ben intesa negli Haiku, le brevi e malinconiche poesie spesso dedicate alla contemplazione della natura. Aware è ogni cosa che è destinata a trasformarsi nel generale ciclo continuo, compreso l’uomo. Dunque la bellezza trascende la pura forma fisica del corpo che assume transitorietà. Il Bello in Asia è lo sfondo apparentemente vuoto degli scenari naturali. Anche il motivo dei fiori di pesco rientra nella tradizionale iconografia d'Oriente.
La fotografa presenta due serie dei medesimi soggetti, una in bianco e una in nero, come a voler testimoniare la doppia anima della ricerca sulla natura. Il bianco della purezza esprime gioia e serenità. Il nero allude a quel qualcosa di tremendo che si nasconde a volte nella bellezza caduca, misteriosa ed oscura.
Le fotografie sono state lavorate in post-produzione, in modo da raggiungere un linguaggio il più possibile essenziale. Vera Lini è anche un architetto e una certa impostazione geometrica della composizione tradisce questa sua attività. I rami e le foglie diventano segni grafici, una sorta di scrittura del meraviglioso libro della natura.
Biografia:
Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1997.
Dopo prestigiose collaborazioni, si dedica alla libera professione e fonda nel 2014 il proprio Studio di Architettura.
Da adolescente si avvicina al mondo della fotografia, complice la possibilità di sperimentare con fotocamere professionali (una Hasselblad e una Olympus), apprendendo i primi rudimenti. Seguirà successivamente corsi con fotografi professionisti.
La fotografia per lei è metodo e mezzo di espressione in un contesto poetico ed estetico.
Le sue opere, a partire dal 2000, sono state selezionate ed esposte in esposizioni e concorsi d’arte di fotografia, per esempio presso Il Diaframma Spazio Kodak Cultura - Via Brera Milano; il 25° Concorso d’Arte Nazionale Contemporanea SaturArte 2020; Save Humanity, collettiva d’arte contemporanea internazionale al tempo della pandemia, a cura di Vera Agosti; 4a Biennale di Genova 2021; Premio Carrousel du Louvre - Art Exhibition 2022, Parigi.
25
gennaio 2023
Vera Lini – Dark and Light Peach Blossoms
Dal 25 gennaio al 12 febbraio 2023
fotografia
Location
LIBRERIA BOCCA – SPAZIO BOCCA IN GALLERIA
Milano, Galleria Vittorio Emanuele II, 12, (Milano)
Milano, Galleria Vittorio Emanuele II, 12, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 10-18
Vernissage
25 Gennaio 2023, ore 18
Autore
Curatore
Autore testo critico