Siamo immersi in un’era in cui il folklore è analizzato mediante chiavi di lettura nuove, che passano inevitabilmente anche attraverso l’analisi dei comportamenti dell’uomo nella comunicazione digitale, tanto che per l’etnografo Trevor J. Blank i fenomeni virali sono “una cartina tornasole del modo di reagire agli eventi più significativi del nostro presente”.

L'appropriazione e il remix dei contenuti sono processi di produzione e condivisione diventati leciti, definendo un modo di fruire il mondo oggi che rende possibile un boost significativo all’interpretazione delle informazioni stesse. L’arte ha captato questa tendenza tentacolare già negli anni ‘80 diventando oggi un fenomeno connaturato nella natura umana.

Critico e curatore italiano, Achille Bonito Oliva afferma che l’arte di oggi è l’accumulo di scorie in uno spazio intasato. Forse è proprio l’artista l’unico che, percependo le contraddizioni del presente, si accorge di questa congestione, che consciamente rielabora le scorie e i detriti della contemporaneità, apportando valore mediante la definizione di nuovi ricordi e costruendo le basi per immaginare Nuove origini, facendoci chiedere: quale sarà il prossimo livello?