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Scott Myles – Potential for a Wish (as yet unmade)
Quartz Studio è lieto di presentare la terza personale torinese dell’artista scozzese Scott Myles (Dundee, UK, 1975). Per la mostra Myles ha realizzato un dipinto site specific che taglia verticalmente lo spazio, una nuova opera su carta di grandi dimensioni ed un’edizione serigrafica.
Comunicato stampa
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Quartz Studio è lieto di presentare la terza personale torinese dell’artista scozzese Scott Myles (Dundee, UK, 1975). Per la mostra Myles ha realizzato un dipinto site specific che taglia verticalmente lo spazio, una nuova opera su carta di grandi dimensioni ed un’edizione serigrafica intitolata Potential for a Wish (as yet unmade).
Il dipinto è frutto della sovrapposizione di sei tele. L’opera modulare nasce dall’immaginazione dell’artista. Chi guarda si trova davanti un’immagine evocativa ed insolitamente semplice, trasposta dalla mano dell’artista in pittura ad olio. Il motivo di Myles, bloccato da solidi rettangoli color verdazzurro, ricorda materiali intrecciati tipo funi o cavi, che a loro volta evocano sia elementi celebrativi, come gli alberi di maggio, sia qualcosa di più teso e sinistro.
C’è un filo che collega le ultime opere dell’artista. Il nuovo dipinto è uno studio della forma e della ripetizione e sembra indicare l’interconnessione delle cose, l’idea che non sempre l’inizio e la fine sono evidenti. Tornando indietro nella sua produzione artistica, troviamo il motivo dell’intreccio in un quadro presentato in Germania nel 2019 ed intitolato Rope. In quel periodo Myles aveva inserito in altre tre opere gli ingrandimenti dei disegni stilizzati di un libro da colorare con le xilografie dell'artista giapponese di shin-hanga Kawase Hasui. L’interesse per Hasui (1883-1957) scaturiva da un dettaglio della vita dell’artista giapponese che si era opposto all’idea di continuare l’attività di famiglia che gestiva un’azienda di filati e passamaneria. Per Myles, dunque, il dettaglio di una fune dipinta all’interno di un tempio in una stampa diventa la metafora di una improbabile fuga.
La seconda opera presentata a Torino s’intitola O O. Questo nuovo lavoro su carta è l’evoluzione di Big Car (2022), un’auto sportiva americana a grandezza naturale dipinta da Myles in colori acrilici in due mesi durante una residenza in Texas, negli Stati Uniti. Il titolo di Myles Big Car sottolinea il cinismo che circonda la cultura fondata sul petrolio ed il terrorismo automobilistico, profondamente radicati in uno stato ricco di oro come il Texas. La mostra di Dallas era accompagnata da un testo di David Searcy. Un estratto da Yellow, il libro di prossima uscita dello scrittore texano, esprime un sentimento comune tra Myles e Searcy: “Deve portar via. La semplice accelerazione. Dev’essere quella la sensazione - di allontanamento. Sparizione. Fuga. Come la morte, immagino - entrambe molto lontane dalla mia esperienza”. O O ruota attorno alla rimozione concettuale dell’auto sportiva. L’azione si lascia dietro due cerchi bianchi, segno delle ruote che si trovano sulla superficie di un intenso campo di pittura arancione fluo.
Myles è noto per una serie di lavori testuali con enormi parole arancioni su sfondo nero. O O riduce il quadro di un’auto ad un campo di colore ed il linguaggio alle due lettere O. Il nuovo dipinto «zip» potrebbe rimandare ai divisori verticali di Barnett Newman ed a molti altri riferimenti fra cui la Colonna Infinita (1938) di Constantin Brâncuși e Fuga (1992) di Maurizio Cattelan. O O si rifà all’estetica del minimalismo filtrata attraverso il cartellone pubblicitario e il desiderio. Un atto di positiva, progressiva rimozione e distillazione.
Ogni opera all’interno di Potential for a Wish (as yet unmade) rappresenta per certi versi un gesto di abbandono e speranza per il futuro: la fuga con la fune, la rimozione di una macchina dismessa, il gesto del lancio di una moneta nell’acqua esprimendo un desiderio.
Scott Myles (Dundee, Regno Unito, 1975) è un artista scozzese che vive a Glasgow. Il suo lavoro, dalla forte connotazione gestuale, spazia tra scultura, pittura, arte grafica, libri d’arte, fotografia e progetti performativi, in una sorta di riattivazione delle idee legate al valore dell’arte e della realtà sociale tramite il recupero di codici già affermati. Nel loro insieme, le sue opere rappresentano una complessa rete di risposte alle infrastrutture sociali e fisiche ed esaminano il soggetto nel loro ambiente.
I suoi lavori sono stati protagonisti di svariate personali: Swim Club, Dallas, US (2022); Penthouse, Margate, Regno Unito (2021); Meyer Riegger Galerie, Karlsruhe, Germania (2019, 2015 e 2012); The Modern Institute, Glasgow, Regno Unito (2017, 2014 e 2007); Rat Hole Gallery, Tokyo, Giappone (2016); Maison Lafayette (in collaborazione con la Fondation Galeries Lafayette, Parigi, Francia (2014); Mumbai Art Room, Mumbai, India (2014); Dundee Contemporary Arts, Regno Unito (2012), galleria Sonia Rosso, Torino, Italia (2006 e 2003) e Kunsthalle Zurich, Svizzera (2005). Sono stati inoltre esposti all’interno di varie collettive: Kelvingrove Museum, Glasgow, Regno Unito (2022); Gallery of Modern Art, Glasgow, Regno Unito (2019); Luhring Augustine, New York, USA (2017); The Menil Collection, Houston, USA (2016); Hammer Museum, Los Angeles, USA (2015); Tate Liverpool, Regno Unito (2011); Museum Kurhaus Kleve, Germania (2008); Tate Britain e Tate Modern, Londra, Regno Unito (2006) e Secession, Vienna, Austria (2003). E sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private fra cui: Tate Gallery, Londra; The Museum of Modern Art, New York; The British Council Collection, Londra; Scottish National Gallery of Modern Art, Edimburgo e The Hammer Museum, Los Angeles, USA. Myles ha vinto due Andrew W. Mellon Research Fellowships al Virginia Museum of History & Culture di Richmond (2016 e 2019) ed è rappresentato dal Modern Institute di Glasgow, Regno Unito, dalla Meyer Riegger Galerie di Berlino/Karlsruhe, Germania, e dalla Breeder Gallery di Atene, Grecia.
Quartz Studio ringrazia l’artista, Matthew Rich, Sonia Rosso, The Modern Institute di Glasgow e Meyer Riegger di Berlino/Karlsruhe. La mostra si potrà visitare su appuntamento dal 22 febbraio al 22 aprile 2023.
Il dipinto è frutto della sovrapposizione di sei tele. L’opera modulare nasce dall’immaginazione dell’artista. Chi guarda si trova davanti un’immagine evocativa ed insolitamente semplice, trasposta dalla mano dell’artista in pittura ad olio. Il motivo di Myles, bloccato da solidi rettangoli color verdazzurro, ricorda materiali intrecciati tipo funi o cavi, che a loro volta evocano sia elementi celebrativi, come gli alberi di maggio, sia qualcosa di più teso e sinistro.
C’è un filo che collega le ultime opere dell’artista. Il nuovo dipinto è uno studio della forma e della ripetizione e sembra indicare l’interconnessione delle cose, l’idea che non sempre l’inizio e la fine sono evidenti. Tornando indietro nella sua produzione artistica, troviamo il motivo dell’intreccio in un quadro presentato in Germania nel 2019 ed intitolato Rope. In quel periodo Myles aveva inserito in altre tre opere gli ingrandimenti dei disegni stilizzati di un libro da colorare con le xilografie dell'artista giapponese di shin-hanga Kawase Hasui. L’interesse per Hasui (1883-1957) scaturiva da un dettaglio della vita dell’artista giapponese che si era opposto all’idea di continuare l’attività di famiglia che gestiva un’azienda di filati e passamaneria. Per Myles, dunque, il dettaglio di una fune dipinta all’interno di un tempio in una stampa diventa la metafora di una improbabile fuga.
La seconda opera presentata a Torino s’intitola O O. Questo nuovo lavoro su carta è l’evoluzione di Big Car (2022), un’auto sportiva americana a grandezza naturale dipinta da Myles in colori acrilici in due mesi durante una residenza in Texas, negli Stati Uniti. Il titolo di Myles Big Car sottolinea il cinismo che circonda la cultura fondata sul petrolio ed il terrorismo automobilistico, profondamente radicati in uno stato ricco di oro come il Texas. La mostra di Dallas era accompagnata da un testo di David Searcy. Un estratto da Yellow, il libro di prossima uscita dello scrittore texano, esprime un sentimento comune tra Myles e Searcy: “Deve portar via. La semplice accelerazione. Dev’essere quella la sensazione - di allontanamento. Sparizione. Fuga. Come la morte, immagino - entrambe molto lontane dalla mia esperienza”. O O ruota attorno alla rimozione concettuale dell’auto sportiva. L’azione si lascia dietro due cerchi bianchi, segno delle ruote che si trovano sulla superficie di un intenso campo di pittura arancione fluo.
Myles è noto per una serie di lavori testuali con enormi parole arancioni su sfondo nero. O O riduce il quadro di un’auto ad un campo di colore ed il linguaggio alle due lettere O. Il nuovo dipinto «zip» potrebbe rimandare ai divisori verticali di Barnett Newman ed a molti altri riferimenti fra cui la Colonna Infinita (1938) di Constantin Brâncuși e Fuga (1992) di Maurizio Cattelan. O O si rifà all’estetica del minimalismo filtrata attraverso il cartellone pubblicitario e il desiderio. Un atto di positiva, progressiva rimozione e distillazione.
Ogni opera all’interno di Potential for a Wish (as yet unmade) rappresenta per certi versi un gesto di abbandono e speranza per il futuro: la fuga con la fune, la rimozione di una macchina dismessa, il gesto del lancio di una moneta nell’acqua esprimendo un desiderio.
Scott Myles (Dundee, Regno Unito, 1975) è un artista scozzese che vive a Glasgow. Il suo lavoro, dalla forte connotazione gestuale, spazia tra scultura, pittura, arte grafica, libri d’arte, fotografia e progetti performativi, in una sorta di riattivazione delle idee legate al valore dell’arte e della realtà sociale tramite il recupero di codici già affermati. Nel loro insieme, le sue opere rappresentano una complessa rete di risposte alle infrastrutture sociali e fisiche ed esaminano il soggetto nel loro ambiente.
I suoi lavori sono stati protagonisti di svariate personali: Swim Club, Dallas, US (2022); Penthouse, Margate, Regno Unito (2021); Meyer Riegger Galerie, Karlsruhe, Germania (2019, 2015 e 2012); The Modern Institute, Glasgow, Regno Unito (2017, 2014 e 2007); Rat Hole Gallery, Tokyo, Giappone (2016); Maison Lafayette (in collaborazione con la Fondation Galeries Lafayette, Parigi, Francia (2014); Mumbai Art Room, Mumbai, India (2014); Dundee Contemporary Arts, Regno Unito (2012), galleria Sonia Rosso, Torino, Italia (2006 e 2003) e Kunsthalle Zurich, Svizzera (2005). Sono stati inoltre esposti all’interno di varie collettive: Kelvingrove Museum, Glasgow, Regno Unito (2022); Gallery of Modern Art, Glasgow, Regno Unito (2019); Luhring Augustine, New York, USA (2017); The Menil Collection, Houston, USA (2016); Hammer Museum, Los Angeles, USA (2015); Tate Liverpool, Regno Unito (2011); Museum Kurhaus Kleve, Germania (2008); Tate Britain e Tate Modern, Londra, Regno Unito (2006) e Secession, Vienna, Austria (2003). E sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private fra cui: Tate Gallery, Londra; The Museum of Modern Art, New York; The British Council Collection, Londra; Scottish National Gallery of Modern Art, Edimburgo e The Hammer Museum, Los Angeles, USA. Myles ha vinto due Andrew W. Mellon Research Fellowships al Virginia Museum of History & Culture di Richmond (2016 e 2019) ed è rappresentato dal Modern Institute di Glasgow, Regno Unito, dalla Meyer Riegger Galerie di Berlino/Karlsruhe, Germania, e dalla Breeder Gallery di Atene, Grecia.
Quartz Studio ringrazia l’artista, Matthew Rich, Sonia Rosso, The Modern Institute di Glasgow e Meyer Riegger di Berlino/Karlsruhe. La mostra si potrà visitare su appuntamento dal 22 febbraio al 22 aprile 2023.
22
febbraio 2023
Scott Myles – Potential for a Wish (as yet unmade)
Dal 22 febbraio al 22 aprile 2023
arte contemporanea
Location
QUARTZ STUDIO
Torino, Via Giulia Di Barolo, 18d, (Torino)
Torino, Via Giulia Di Barolo, 18d, (Torino)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
22 Febbraio 2023, h 18
Sito web
Autore
Curatore