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In Giappone un’iconica palestra di Kenzo Tange è a rischio demolizione
Architettura
di redazione
Nessuno è profeta in patria? La massima sembra essere valida anche in Giappone, che potrebbe perdere un edificio realizzato da uno dei suoi architetti più influenti di sempre e più conosciuti in tutto il mondo. L’amministrazione locale di Takamatsu, capoluogo della prefettura di Kagawa, ha annunciato infatti i piani per la demolizione del Kagawa Prefectural Gymnasium, opera realizzata da Kenzo Tange, architetto scomparso nel 2005 e insignito dei maggiori premi di settore, come la medaglia d’oro del RIBA – Royal Institute of British Architects, dell’Accademia francese di architettura e, soprattutto, del Pritzker Prize, considerato come il Nobel per l’architettura.
La notizia ha destato scalpore in Giappone ma non solo, considerando la caratura di Tange, che ha lavorato molto anche in Italia. Suoi sono i progetti del quartiere Librino di Catania (1971), delle torri del quartiere fieristico di Bologna (1972), del Quartiere Affari di San Donato Milanese (1990-99) e del Centro Direzionale di Napoli (1995). Tra i suoi progetti più iconici in Giappone, invece, il Museo della Pace di Hiroshima e l’impianto polivalente per le Olimpiadi di Tokyo del 1964.
Il Kagawa Prefectural Gymnasium di Takamatsu risale proprio a quel periodo. A commissionarlo a Tange, che già era considerato come il più importante architetto giapponese, fu Masanori Kaneko, governatore della prefettura giapponese di Kagawa. Per il progetto, Tange utilizzò materiali moderni per evocare la forma di una tradizionale chiatta di legno giapponese, così come il corpo forte e flessibile di un atleta. La struttura è costituita da un profondo anello di cemento portato su quattro massicci supporti, con un tetto di sottili lastre di cemento sostenute da cavi in sospensione. All’interno, il palazzetto dello sport vero e proprio si trova al di sopra del livello di ingresso, che contiene altri servizi, tra cui spogliatoi e uffici.
Punto di riferimento particolarmente amato dai locali, il Kagawa Prefectural Gymnasium ha ospitato eventi sportivi per 50 anni, fino a quando una perdita nel tetto dell’edificio ha portato alla chiusura, nel 2014. La perdita è stata causata dalla ruggine dei cavi di sospensione, che devono essere sostituiti per poter rimettere in sicurezza l’edificio. Ma il risanamento della palestra rappresenta una seria sfida tecnica e richiederebbe ulteriori interventi per migliorarne la resistenza sismica. La costruzione di un nuovo impianto sportivo a Takamatsu, il cui completamento è previsto per il 2024, minaccia ulteriormente il futuro della struttura.
Il sito è stato incluso nel World Monuments Watch, una piattaforma di monitoraggio degli edifici di pregio a rischio. Nonostante il sostegno di gruppi come American Express, che ha promesso uno stanziamento di 1 milione di dollari, sembra che l’amministrazione sia decisa ad andare avanti con la demolizione. Al momento, la petizione online per la salvaguardia dell’edificio ha raggiunto quasi 4mila firme. La notizia della demolizione del Kagawa Prefectural Gymnasium segue la recente e ugualmente contestata distruzione della Nakagin Capsule Tower, un iconico complesso residenziale di Tokyo, progettato dall’architetto Kisho Kurokawa.
In Italia, casi simili, pur con le dovute differenze di vario tipo e su più livelli, dalla storia alle amministrazioni, sono attualmente in discussione. Nello specifico, lo Stadio Artemio Franchi di Firenze, progettato dall’ingegnere Pier Luigi Nervi e attualmente al centro di un dibattuto progetto di restyling, e lo Stadio Meazza di Milano, risalente agli anni ’30 del Novecento e per il quale si è addirittura paventata l’ipotesi di una demolizione.