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Other identity #50. Altre forme di identità culturali e pubbliche: Roberta Toscano
Fotografia
Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana l’ospite intervistata è Roberta Toscano.
Other Identity: Roberta Toscano
Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?
Devo ammettere che ogni manifestazione pubblica del mio agire parte da una me stessa che si osserva e critica prima di esporsi e questo avviene anche nel distacco dalle opere che devono per loro intrinseca natura uscire nel mondo con il loro discorso muto ma parlante. Resta questo continuo oscillare tra ricerca di autenticità e consapevolezza di un’impossibile concretizzazione della verità. Io stessa infine non faccio altro che interpretarmi. Quindi una fallita rappresentazione critica».
Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?
«Leggendo le domande di questa intervista mi sono resa conto che quello che penso del mio lavoro si riassume nella parola “intento”. Secondo la definizione della Treccani è “Il fine che ci si propone di raggiungere e a cui tende l’azione e il desiderio (non differisce in genere da intenzione, proposito, ma indica volontà più determinata e più diretta allo scopo)”. Vorrei essere il sasso che provoca i cerchi concentrici sulla superficie dell’acqua e poi scompare nella profondità del fondale confondendosi con tutte le altre pietre ma essendo un sasso troppo leggero resto visibile e galleggio».
Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?
«Dipende in quale sistema ti collochi. Ci sono situazioni in cui, a quanto pare, conta molto. Io coltivo la speranza che non conti niente ho smesso di vestirmi apposta per le occasioni anche psicologicamente».
Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?
«Forse è quello di una donna del novecento che non teme le sfide del presente anche perché sono obbligata a non fermarmi (anche se a volte vorrei smettere per potermi dedicare a un orto)».
ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?
«Sì ma senza l’apostrofo».
Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?
«Sono troppo vecchia per avere dei rimpianti».
Biografia
Roberta Toscano è nata, si è formata, vive e lavora a Torino. Laureata in Storia del Teatro all’Università di Torino e in Grafica con Franco Fanelli all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino opera in campo artistico utilizzando materiali di scarto in dialogo con la fotografia. Tramite un lavoro di ricerca articolato che la porta all’uso di vari linguaggi espressivi (video, incisione, installazione, performance) è spinta dalla necessità di ricercare un’estetica consapevole e tendente all’autenticità. In veste di fotografa tenta di ritrarre il mondo, il corpo e l’immaginario femminile come paesaggio inconsueto, protesta muta contro l’ordinaria mercificazione dell’esistenza umana. Si considera quindi un artista che utilizza la fotografia come parte integrante e irrinunciabile nel processo di analisi dell’oggetto.
Roberta Toscano è coordinatrice del progetto biellese Making Stories in collaborazione con il CNA e quattro istituti scolastici di Biella. Nel 2019 ha condotto un workshop di fotografia per DIAPSI Torino organizzato da Erika Stefanelli sul tema della libertà che ha prodotto materiali da esporre in forma d’installazione presso Palazzo Barolo nella mostra Self Portrait Plurivision. Con il suo atelier di via Peyron 17/f ha aderito alle due edizioni di Fo.To Fotografi a Torino rassegna di fotografia organizzata e coordinata dal Museo Ettore Fico.
Insieme con l’artista biellese Armando Riva ha fondato nel 2010 il collettivo Costarocosa che ha un’intensa attività espositiva ed è stato selezionato per la XXI Triennale dell’architettura e del Design con il progetto sul genere dell’oggetto Rebus, esposto all’Accademia di Brera a Milano nel 2016.