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Antonella Coda – Polifonie cromatiche
Inserendosi a metà strada tra informale e figurativo, Antonella Coda utilizza la gestualità come mezzo di comunicazione sinestetica. Un gesto utile a tracciare suggestioni, riconsegnandole attraverso la proverbiale modularità del colore.
Comunicato stampa
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Alla base della ricerca visiva di Antonella Coda c'è la concezione di un gesto quale elemento autonomo, vitale, che autocraticamente vuole impossessarsi dell'olio per scaricare la sua potenza espressiva sulla tela. Gesto come mezzo di comunicazione sinestetica, utile a tracciare suggestioni, riconsegnandole attraverso la proverbiale modularità del colore.
Ed è attraverso quel medesimo gesto che l’artista attacca. Coda prende a morsi la realtà, presentando tutta la sua capacità di ricostruire “pittoricamente” luoghi iconici, modellandoli in forma di panoramiche percezioni introspettive miste ad urgenze espressive.
Quello dell’artista è, a tutti gli effetti, un vedutismo riletto alla luce di riferimenti oggettivi; fonti da cui l'artista parte cogliendo umori, cromatismi e sfumature, rielaborandoli nel pragmatismo di immaginifiche rappresentazioni, che si fanno largo tra imponenti masse materiche. Masse prominenti, incastonate nel progetto pittorico di Coda col ruolo assoluto dell’elemento cardine. Paradossalmente sono queste, concretezza allo stato puro, a costituire il grado zero di un percorso estatico, finalizzato a superare la percezione materica dell’intero impianto visivo.
Caratterizzante per la pittura di Coda è un processo creativo ragionato e attivato come conseguenza di un’azione sentita. Figlia di una drammaticità assoluta e assunta, da un lato, nel senso più contemporaneo e più kieferiano possibile; dall’altro, decisamente orientata verso il pensiero di Pablo Picasso, che proprio di «azione drammatica durante la quale la realtà si trova disintegrata» parlava riferendosi alla pittura stessa. Disintegrazione che, in fin dei conti, per Coda è preludio di una nuova visione costruttiva, come contropartita di un corredo emotivo espresso in prima persona.
Ed è attraverso quel medesimo gesto che l’artista attacca. Coda prende a morsi la realtà, presentando tutta la sua capacità di ricostruire “pittoricamente” luoghi iconici, modellandoli in forma di panoramiche percezioni introspettive miste ad urgenze espressive.
Quello dell’artista è, a tutti gli effetti, un vedutismo riletto alla luce di riferimenti oggettivi; fonti da cui l'artista parte cogliendo umori, cromatismi e sfumature, rielaborandoli nel pragmatismo di immaginifiche rappresentazioni, che si fanno largo tra imponenti masse materiche. Masse prominenti, incastonate nel progetto pittorico di Coda col ruolo assoluto dell’elemento cardine. Paradossalmente sono queste, concretezza allo stato puro, a costituire il grado zero di un percorso estatico, finalizzato a superare la percezione materica dell’intero impianto visivo.
Caratterizzante per la pittura di Coda è un processo creativo ragionato e attivato come conseguenza di un’azione sentita. Figlia di una drammaticità assoluta e assunta, da un lato, nel senso più contemporaneo e più kieferiano possibile; dall’altro, decisamente orientata verso il pensiero di Pablo Picasso, che proprio di «azione drammatica durante la quale la realtà si trova disintegrata» parlava riferendosi alla pittura stessa. Disintegrazione che, in fin dei conti, per Coda è preludio di una nuova visione costruttiva, come contropartita di un corredo emotivo espresso in prima persona.
25
marzo 2023
Antonella Coda – Polifonie cromatiche
Dal 25 marzo all'otto aprile 2023
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 9:30–13:00/15:00–19:00, il sabato 15:00–19:00
Vernissage
25 Marzo 2023, 17:00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico