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Quadri inclinati contro il cambiamento climatico: l’iniziativa del Leopold Museum di Vienna
Musei
Esiste qualcosa al mondo di più fastidioso, disturbante, irritante, indisponente, di un quadro appeso male, storto, sbilenco? Per quanto possa sembrare assurdo, esiste qualcosa di molto peggio ed è il riscaldamento globale e dietro questa parola un po’ troppo magniloquente si nasconde un fenomeno che causa alluvioni, siccità, desertificazione e scioglimento dei ghiacci. Ed è colpa nostra: ogni giorno mettiamo – male – un chiodo per peggiorare la situazione. A prendere posizione contro il cambiamento climatico, questa volta, è il Leopold Museum di Vienna che, per sensibilizzare il pubblico sulla questione, ha deciso di esporre inclinati alcuni dei capolavori della sua collezione, nell’ambito dell’iniziativa “A few degrees more (will turn the world into an uncofortable place”, “Qualche grado in più (trasformerà il mondo in un posto scomodo)”.
«I musei conservano e trasmettono il patrimonio culturale alle generazioni future e hanno il potenziale per influenzare positivamente la nostra azione futura rendendo le persone consapevoli dei fenomeni sociali», ha dichiarato il direttore del museo, Hans-Peter Wipplinger. Una risposta creativa e non demonizzante – finalmente, dopo tanta insensatezza da parte anche delle istituzioni culturali – all’azione dei giovani attivisti di Letzte Generation (Ultima Generazione) che, a novembre 2022, imbrattarono con una vernice nera il vetro protettivo di “Morte e vita”, opera di Gustav Klimt conservata al Leopold.
«Per anni gli scienziati hanno avvertito di un aumento del clima mondiale di oltre 1,5 °C», si legge sul sito dell’iniziativa, opportunamente inclinato per rendere bene l’idea. In fondo sono solo pochi gradi, cosa sarà mai? Ripetetelo di nuovo di fronte a quadro obliquo. Non sembra più una cosa da nulla, vero? «Tuttavia, queste informazioni non sembrano avere un impatto sul comportamento della maggior parte delle persone nei confronti del cambiamento climatico. Perché? Perché sembra una differenza quasi impercettibile per molti», continuano dal Museo.
E così, per rendere più tangibile o, almeno, a portata di sguardo questa verità contro intuitiva – nemmeno poi tanto, considerando le calamità naturali sempre più frequenti e catastrofiche – si è deciso di ruotare i dipinti di paesaggi, realizzati dai grandi Maestri della storia dell’arte, come Egon Schiele, Gustav Klimt e Gustave Courbet, di pochi gradi. Quelli che bastano per devastare senza speranza il mondo antropico e per disturbare irreparabilmente la fruizione di un’opera d’arte.
Per determinare l’entità delle inclinazioni, il museo ha collaborato con una rete di ricerca sul clima con sede a Vienna, il Climate Change Center Austria. Per esempio, un aumento di 2°C nella temperatura media globale avrebbe conseguenze drammatiche per il lago Attersee, che Klimt ritrasse in tutta la sua bellezza idilliaca. Tra le montagne del Salzkammergut, in Austria, l’artista trascorse lunghissime e bellissime estati, tra il 1900 e il 1916, dipingendo alcune delle sue opere più intime trasfigurate in paesaggi suggestivi. Il Leopold Museum ha quindi inclinato di 2 gradi la veduta lacustre. Anche quei pochi in più ridurrebbero pericolosamente i livelli di ossigeno nell’acqua, portando il lago al collasso ecologico. L’aumento della temperatura dell’acqua incoraggerebbe lo sviluppo delle alghe. Ciò influirebbe a sua volta sulla qualità dell’acqua e ne causerebbe l’abbassamento del livello, andando a prosciugare gradualmente il bellissimo lago blu. E a quel punto, senza più il soggetto ritratto, l’opera di Klimt sembrerebbe molto più macabra, come un epitaffio funebre.
Tra gli altri dipinti inclinati, anche il paesaggio urbano di Egon Schiele, con una fila di case affacciate proprio sul bordo del mare. Facile immaginare cosa potrebbe accadere, se il livello dell’acqua dovesse alzarsi, a causa dell’aumento delle temperature e del conseguente scioglimento dei ghiacciai. A questo proposito non poteva mancare una bella veduta di Venezia di Marie Egner. Anche le robuste scogliere di gesso della costa della Normandia, ritratte da Courbet, sono a rischio: le forti piogge causate dal cambiamento climatico ne stanno già causando il crollo. E se anche queste imponenti strutture geologiche, formate nel corso delle ere e apparentemente insensibili a ogni cosa, rivelano la propria fragilità di fronte al cambiamento climatico, come possiamo pensare di resistere noi, che soffriamo per un quadro sbilenco?
Che poi un nuovo studio sembra aver dimostrato che gli artisti impressionisti, come Claude Monet, sarebbero stati influenzati proprio dall’inquinamento ambientale nel realizzare le loro opere rivoluzionarie nella storia della rappresentazione. Molti dei fenomeni ottici riprodotti potrebbero essere stati causati anche dall’aumento delle polveri sottili nell’aria, a provocato dalla Prima Rivoluzione Industriale.