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Dalla diaspora al Mar Tirreno: Dominique White vince il Max Mara Art Prize 2022-2024
Arte contemporanea
di redazione
È Dominique White la vincitrice della nona edizione del Max Mara Art Prize for Women 2022-2024, il premio dedicato al sostegno della ricerca di artiste che si trovano in una fase cruciale della loro carriera. Promosso da Max Mara, Whitechapel Gallery e Collezione Maramotti, il premio, assegnato a cadenza biennale, mette in palio una residenza di sei mesi da trascorrere in Italia, organizzata ad hoc per sviluppare il progetto proposto in fase di selezione. Tale percorso culminerà con una grande esposizione prevista per il 2024, prima presso Whitechapel Gallery di Londra e, successivamente, alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia. Vincitrici delle scorse edizioni, sono state Margaret Salmon (2005-2007), Hannah Rickards (2007-2009), Andrea Büttner (2009-2011), Laure Prouvost (2011-2013), Corin Sworn (2013-2015), Emma Hart (2015-2017), Helen Cammock (2017-2019), Emma Talbot (2019-2022).
Ad annunciare il nome della vincitrice dell’edizione 2022-2024, Gilane Tawadros, direttrice di Whitechapel Gallery, e Luigi Maramotti, presidente di Max Mara Fashion Group, nel corso di una cerimonia tenutasi presso Whitechapel Gallery, il 28 marzo. Dominique White faceva parte di una rosa di cinque finaliste che includeva anche Rebecca Bellantoni, Bhajan Hunjan, Onyeka Igwe e Zinzi Minott, scelte da una giuria di esperte composta dalla gallerista Rozsa Farkas, dall’artista Claudette Johnson, dalla scrittrice Derica Shields e dalla collezionista Maria Sukkar, e presieduta dalla curatrice ospite del Premio, Bina von Stauffenberg, in collaborazione con Gilane Tawadros.
«Sono davvero onorata di aver vinto questa edizione del Max Mara Art Prize for Women ed emozionata di ricevere un premio che, oltre a permettermi di sviluppare abilità apparentemente irraggiungibili e aree di ricerca ambiziose, supporta (letteralmente) l’emersione di un nuovo gruppo di opere», ha affermato Dominique White. «Sono profondamente grata di aver condiviso questo spazio prestigioso con Rebecca Bellantoni, Bhajan Hunjan, Onyeka Igwe e Zinzi Minott, e vorrei ancora una volta rivolgere i miei più sentiti ringraziamenti alla giuria, a Whitechapel Gallery, a Max Mara e alla Collezione Maramotti per questa opportunità unica», ha continuato l’artista, nata nel 1993 e più giovane vincitrice del Max Mara Art Prize, ideato dalla ex direttrice di Whitechapel Gallery, Iwona Blazwick, e istituito nel 2005 con Max Mara Fashion Group.
Attualmente tra Marsiglia e l’Essex, Dominique White esprime temi influenzati dai concetti di Blackness e Diaspora Nera attraverso linguaggi eterogenei, tra scultura e installazione, ispirandosi, in particolare, all’immaginario riferito alla potenza e alla forza rigenerante del mare. Eteree, fragili, spesso in stato di tensione e sospensione, presenti nello spazio, elemento con il quale interagiscono ritmicamente, le sue opere sono composte da residui nautici evocativi e carichi di suggestioni, come vecchie vele, alberi, frammenti di mogano bruciato, catene, corde, ibridati con materiali come l’argilla di caolino e il ferro grezzo.
«I temi che esplora nel suo lavoro risultano oggi particolarmente attuali e rilevanti: siamo dunque lieti di poterle offrire il nostro sostegno nel corso della residenza e fino alla realizzazione di una mostra personale», ha dichiarato Gilane Tawadros. «In un’epoca in cui il bisogno di spazi sicuri e di rifugio è tanto acuto, e il passaggio via mare di individui e comunità pone tante vite a rischio rivelando tanta ingiustizia, sembra particolarmente urgente interrogare ed esplorare i sistemi sia storici che contemporanei che controllano il movimento e l’identità».
La proposta con la quale l’artista ha vinto la nona edizione del Max Mara Art Prize for Women riguarda un nuovo gruppo di opere dal titolo Deadweight, che prende come punto di partenza il “deadweight tonnage”, il “tonnellaggio di portata lorda”, termine ufficiale usato nell’industria marittima per calcolare quanto peso una nave possa sopportare prima che affondi. Nel corso dei sei mesi di residenza, grazie anche al contributo di tutor, White porterà avanti ulteriori attività di studio e ricerca, per approfondire il suo lavoro. In particolare, l’artista lavorerà con storici e giornalisti, e visiterà siti significativi nell’Italia meridionale per la sua indagine. Nell’ambito dello sviluppo di Deadweight, l’artista ha intenzione di immergere nelle acque del Tirreno, lungo la costa occidentale italiana, alcuni elementi dell’opera finale, che diventeranno il fulcro della mostra personale prevista per il 2024.