“Per raggiungere il punto che non conosci, devi prendere la strada che non conosci.”
La filosofia di questo pensiero di San Giovanni della Croce, sembra essere rivolta a chi continua a progettare statuti culturali ormai surriscaldati, superati e frantumati, che non hanno più un immaginario di confinamento ma continuano a percorrere strade anacronistiche.
Se il problema è evocato continuamente nei grandi centri urbani, nelle periferie sembra ormai definitivamente issata con successo la bandiera della morte culturale.
La provincia trapanese con il capoluogo in prima fila, si allinea perfettamente a questo concetto, e quasi se ne autocompiace.
Una provincia che cerca disperatamente di uscire dalla crisi del mondo contadino (fonte di sopravivenza primaria) e vede nel mito del consumo il riscatto di una sua non lontana sofferenza.
Trapani nella sua anoressia sembra un teatrino dove si rappresenta sempre la stessa scena, quella del suicidio dell’immaginazione e del sogno. E’ un microcosmo spogliato di illusioni e di luci dove l’unico valore e’il denaro, unica realta’ possibile, che fa ingrassare usurai, finanzieri e politici onnivori.
In un paesaggio così desolante e pieno di macerie è difficile addentrarsi nelle piazze della cultura.
Eppure questo “corpo” ha ancora una luce interiore che rappresenta attraverso una natura piena di densità cromatiche, una luce che nel recente passato ha proiettato nel circuito artistico internazionale segni vibranti (Accardi e Sanfilippo) silenzi siderali (Simeti) forme illusorie sovrapposte (Consagra) oppure strutture organiche stratificate (Genovese).
riscatto. Un fenomeno culturale che ha dato una speranza e un’aspettativa, ma che sembra essere naufragato nella “grande normalizazione” che ha ristretto e chiuso il
campo di azione della cultura, a vantaggio di un pensiero pateticamente limitato e limitante.
Attualmente un segnale di speranza è stato dato dall’amministrazione di Marsala che negli ultimi anni ha proposto mostre, aperto teatri e biblioteche.
Pur tuttavia anche nell’esperienza marsalese si denota una scarsa ricerca per la produzione dell’arte giovane contemporanea, e ciò evidentemente non è senza rapporto con le tendenze più generali che caratterizzano le nostre
società e culture. Nell’attesa di nuove energie il quotidiano offre ai cittadini trapanesi ben poca cosa.
Antonio Sammartano
[exibart]
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grazie per questi approfondimenti sulla mia terra. Non ci avrei mai sperato!!!
non sono assolutamente daccordo!
la provincia trapanese ha molto da dire e da fare.....
certo e' difficile trovare stimoli "contemporanei " nella provincia trapanese , ma non bisogna gettare la spugna.
questo articolo mi sembra piu' una provocazione per riflettere.
in ogni caso spero di vedere qualcosa di bello entro i prossimi 30 anni....spero....
Officina e' stata una delle molteplici esperienze.
che fine ha fatto officina?
e quali sono le "molteplici esperienze" degli ultimi anni?
Grazie Exibart, portale poco serio dell'arte, che pubblica articoli poco seri sull'arte di professionisti altrettanto poco seri dell'arte.....
Trapani non e' berlino verissimo, ma ci sono realta' piu'piccole che producono molto di piu'.
Il problema e' sempre la politica che si appropria di tutto e non produce niente.
La destra destra fa la destra direi in maniera coerente, la sinistra fa solo pseudocultura chiusa che non produce nulla.
Anche a Palermo dove studio non c'e' molta attenzione verso l'arte.
Credo che solamente i privati possono dare impulso.Se non lo fanno loro sara' triste.
ma basta discutere del perche' e del percome!
proponete e soprattutto FATE le cose.
non se ne puo piu' di critici e controcritici.
ma questo articolo è come l'intervista su progettophoenix?!
dai, chi te l'ha scritto?
il criticatutto??
te non parli come in quella intervista e quindi, ergo....
ciao professionista dell'arte.
scrivo anche meglio.....quando ne ho voglia.
non parlo perchè a persone come te (e purtroppo siete un'infinità!) non ho proprio niente da dire.
goodbye!
ciao artista digitale.....bravo! quindi ergo....
ritorna a trapani ....che a palermo ci stai male.....ergo.