Categorie: altrecittà

Art Verona 2014

di - 20 Ottobre 2014
Le regole sono state poche e semplici: gli artisti arrivati grazie all’open call dovevano essere italiani, portare fisicamente le opere, installarle e riportarle via. Sono stati giorni, quelli in fiera, di grande confronto tra “maniaci”, come definisce i pittori Lorenza Boisi, per via del loro amore furioso nei confronti della pittura, in cui si è cercato di abbattere le gerarchie solitamente presenti nel sistema arte. Non un momento determinato da un giudizio di qualità delle opere e degli artisti,  ma una possibilità per quest’ultimi di mostrare il proprio lavoro e confrontarsi con altri pittori proveniente da back ground diversi. È anche vero che Bruciati e Boisi già da tempo portano avanti progetti caratterizzati dall’assenza dell’autorità del curatore, si veda “Painting Practices” e “LANDINA”. Con “2000Maniacs” il tentativo è proprio quello di aprirsi alla pluralità in un atto partecipativo, attivo e non autoritario.

Bisogna subito dire che sotto la direzione di Andrea Bruciati la fiera ha subito una vigorosa “svecchiata” e trovare circa cinquanta persone raccolte davanti a questa quadreria work in progess che parlano e discutono con Lorenza Boisi è di per sé una scena fuori dagli schemi per una fiera che è stata negli anni tra le più tradizionali in Italia. «In questi due giorni ci sono stati momenti importanti e interessanti, soprattutto per gli artisti che non hanno mai esposto in un settore specializzato come le fiere d’arte. C’è grande entusiasmo, artisti che vengono da tutta Italia e da fuori, è un momento di grande socialità», dice Boisi, parlando anche di estetica razionale applicata alla socialità. «Speriamo che questa possibilità crei un precedente e che possa diventare un appuntamento fisso ad ArtVerona».
Lorenza Boisi non ama definirsi curatrice, rifiuta il termine, asserisce di considerarsi invece un “facilitatore” che arretra dal punto di vista della scelta delle opere, sospende l’analisi critica. Si sente ed è un’artista, accetta i suoi colleghi, non li giudica ma anzi, impara da chi partecipa a i suoi progetti. La responsabilità maggiore infatti sta proprio nell’ideare un momento in cui quello che conta davvero sono le collaborazioni professionali e umane nate. L’intervento più perentorio da parte di Boisi è il posizionamento delle opere secondo valori di plasticità.
“2000Maniacs” porta con sé ottimi presupposti e regala al visitatore un momento vivo e interattivo, ma non si può considerare una mostra, più che altro un momento fortemente conviviale .
Inoltre essendo le opere così eterogenee tra loro, e non essendoci stato un atto curatoriale volto a produrre senso, non è stato chiaro sempre per lo spettatore l’effetto delle decisioni che sono state prese. Ad ogni modo, forza ArtVerona e forza con le sperimentazioni. Fanno bene ed aprono al dialogo. In fondo l’arte è questo: dialogo.
Greta Scarpa
Dal 9 al 13 ottobre 2014
Art Verona
10a edizione
Re Teodorico – Viale dell’industria, Verona

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