Lavorare in coppia, ognuno alle proprie tensioni, per un risultato che appare comune nella forma ma differente nelle intenzioni. È con la mostra “Displaces” che Andrea Magaraggia e Francesco Fossati, nati rispettivamente nel 1984 e 85, debuttano al museo d’arte contemporanea di Lissone, creando un ambiente -al terzo piano della galleria- sospeso nell’incontro in un modello che per certi versi sembra riconducibile al design, alle forme di una “messa in scena” che alimenta uno spirito razionalista interrotto dall’ingresso di forme più vicine alla tradizione scultorea, esperimenti ceramici, combustioni di burriana memoria.
Una serie di “intenzioni” disposte -perché siamo sempre in tema di un vedere attraverso un dispositivo- in una maniera straniante, abbandonate dall’aspetto non solo funzionale ma anche metaforico o simbolico. Un ambiente straniante, dove i due artisti su una serie di “display” hanno costruito un nucleo di visioni delle loro poetiche, Fossati donando tridimensionalità ai pannelli che compongono i vari “set” di questa operazione, attraverso la creazione di fessure diagonali, Magaraggia intervenendo sulla superficie e lasciando che i laminati si offrano come “basi” per un’osservazione verso le sue creature scultoree, germinazioni in materiali industriali intitolate Dove riluce.
«Otto strutture di grande formato in legno e mdf nobilitato modificano l’architettura dell’ambiente tanto da un punto di vista percettivo, quanto da quello fisico. Questi display-divisori impongono un ordine e una disciplina allo spazio; Fossati e Magaraggia hanno deciso di destrutturarlo isolando le opere dall’ambiente circostante e costringendo lo spettatore a confrontarsi con una visione che sfuma dal generale al particolare» scrive il curatore della mostra, Alberto Zanchetta.
Otto strutture che creano una sorta di quinta teatrale nell’ambiente, in una modalità ambigua per lo spettatore, facilmente raggirabile dall’idea che tutta la composizione sia opera di una sola mano. Le strutture di terracotta di Fossati, in display tra interno ed esterno dei propri quattro set, sono forme in qualche modo “celibi” così come le reliquie di Magaraggia, a volte occultate alla vista, inserite nei grandi altari di una mostra che strizza l’occhio ad idee dalle linee essenziali e allo stesso tempo ibridate dall’inserimento di elementi alieni.
Un “Displace” in senso letterale, come “spostamento”, che ad un primo impatto risulta scuro e impenetrabile, corrisposto da una folle razionalità che non tradisce nessun intento, se non quello di esporsi, di domandare quale sia il punto di vista, di innescare un meccanismo che possa divenire interrogazione non tanto su una forma, che paradossalmente potrebbe risultare un inventario da mobilificio, quanto su dove l’opera e la sua portata possa essere in-vista.
Un percorso ermetico, che oltre la soglia apre molteplici domande: dove si mostra l’arte? E sotto quali forme? Inaspettate o al buio, laddove ne si percepisce solo un’aura luminosa, ma dove resta imprigionata?
Matteo Bergamini
Mostra visitata il 1 ottobre 2013
dal 14 settembre al 13 ottobre 2013
Displace -Andrea Magaraggia e Francesco Fossati
a cura di Alberto Zanchetta
MAC Lissone
Viale Padania, 6 20851 Lissone (MB)
Orario: Lunedì chiuso
martedì, mercoledì, venerdì 15-19
giovedì 15-23
sabato e festivi 10-12 / 15-19
039 2145174 – 039 7397368 Fax: 039 461523