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Finissage | Alessandro Quaranta, Playback | Spazio Sanpaolo Invest, Treviglio

di - 3 Agosto 2018
«Nell’approccio alla realtà presente nei miei lavori metto in discussione il valore antropocentrico, non solo a livello culturale, ma anche nella pratica artistica: scendo dal piedistallo della prospettiva umana al punto di annullare il mio ego per dare rilievo all’invisibile e al piccolissimo o a quelle forze naturali che l’uomo non può dominare interamente, come l’aria, l’acqua e il tempo». Sono queste parole di Alessandro Quaranta che deve tenere a mente chi visita la sua personale “Playback” nello spazio Sanpaolo Invest di Treviglio: una mostra, a cura di Giulia Gelmini, che attraverso cinque opere, di cui quattro inedite, ci permette di accedere alla sua produzione più recente. Quaranta, fin dai suoi esordi, ha lavorato principalmente con il video e la fotografia a cui negli ultimi anni ha affiancato installazioni che dialogano di volta in volta con le specificità dello spazio espositivo: uno sviluppo di cui “Playback” è un riuscitissimo esempio.
La mostra si distende all’occhio del visitatore in un’atmosfera essenziale e pulita, ma in ogni opera si cela la forza di una poetica che mette in discussione il punto di vista antropocentrico e procede attraverso il mimetismo dell’artista nel processo creativo. Un approccio, quest’ultimo, che l’artista ha avuto modo di approfondire in una recente residenza presso il Cairn centre d’art di Digne-les-Bains, in Francia.
Alessandro Quaranta, Playback
«Nella mia ricerca riesco ogni volta a guadagnare – e spero di restituire – un’alterità, una prospettiva diversa e uno sguardo che non sono già miei, in un tensione costante a uscire dalla soggettività, oggi carica più che mai di valore culturale e antropologico. Alcuni dei lavori in mostra – ci spiega l’artista in una visita guidata per Exibart prima dell’opening – demandano a uno strumento di osservazione (nel caso del video esposto alle videocamere nascoste nel bosco, in altri ad una macchina fotografica) che fissano un particolare della scena e ne escludono altri. Nel video “Soglie/Thresholds” (realizzato durante il festival di arti performative “La collera delle lumache” a cura di e/static in Alta Val Pellice nel 2016), ad esempio, ho disseminato numerose videocamere in una zona boschiva e le ho lasciate filmare per molte ore, senza avere un controllo diretto dell’immagine. Un po’ come chi semina e poi raccoglie, ciò che la natura e vari fattori fuori dal suo controllo gli portano. In fase di montaggio del video ho cercato di conferire una forma leggibile (ma non narrativa) alla serie di immagini selezionate da oltre cento ore di registrazione, condensandole in un video di diciotto minuti e pensando allo spettatore, ma fino a quel momento ho cercato di intervenire il meno possibile. In ogni lavoro voglio che il materiale, il luogo, la situazione, gli inconsapevoli protagonisti – persone o animali – diano un’impronta forte che cerco di assecondare. In “Schlag QWV2” (Schiaffo, ndr), invece, un dittico con due fotografie, mi affascinava osservare la ripercussione di un gesto su una materia che nulla ha a che vedere in modo diretto con il gesto compiuto: in queste due immagini, ispirate ad una sequenza del film “L’Argent” di Robert Bresson, si vede una scodella piena di caffè che viene rovesciata, ma lo schiaffo che due persone si infliggono a vicenda e che provoca il rovesciamento rimane escluso dall’inquadratura».
Le installazioni in mostra convergono in modo serrato verso l’approccio fin qui descritto: in “Partitura per coro” numerosi frammenti di corteccia dipinti galleggiano in una vasca circolare disponendosi in ogni momento in modo diverso in base al movimento dell’acqua: «in quest’opera – racconta Quaranta – c’è qualcosa di inconscio suscitato dall’osservazione di cortecce mosse da un mulinello in un torrente, in un contesto del tutto naturale e spontaneo. Nell’opera ho solo predisposto degli elementi affinché questo stesso processo fosse possibile in un contesto espositivo, ma il movimento delle cortecce e le configurazioni che si creano, rimangono lasciati al caso». Lo stesso avviene nelle ciotoline di “Cortex ecorces”, disseminate nella sala e quasi invisibili, che giocano sulla forza lenticolare dell’acqua, una forza da cui l’artista resta affascinato, ma che può gestire solo adeguandosi ai fattori chimici e fisici che la natura impone.
Il titolo della mostra, “Playback”, si rifà ai richiami che gli ornitologi usano per attirare gli uccelli imitandone il verso, allo stesso modo le opere esposte diventano tracce visive per l’osservatore, invitandolo a ripartire dalla natura e dall’esperienza diretta per accedere a punti di osservazione sulla realtà differenti dai consueti.
Silvia Conta
Mostra visitata il 30 giugno 2018
Dal 30 giugno al 3 agosto 2018
Alessandro Quaranta
Playback
A cura di Giulia Gelmini
Spazio Sanpaolo Invest
Via F. Cavallotti 31b, Treviglio (BG)
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.30 o su appuntamento
Info: 0363 48160

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