In non casuale coincidenza con la Mostra di
Palazzo Strozzi dedicata agli anni giovani ed arrabbiati di
Picasso,
Mirò e
Dalì, si snoda il percorso espositivo della 2° edizione di
Talenti Emergenti 2011. Uno sfidante tentativo di individuare non l’Artista delle Biennali che verranno, quanto le sensibilità e gli istinti creativi che si impongono nel nuovo millennio. Scendere nel piano interrato della Strozzina è così un’immersione nella sperimentazione creativa, un luogo che emotivamente ci costringe a declinare ad ogni passo approcci diversi, ricerche a confronto, ad interpretare l’opera non come punto d’arrivo di un talento ma come luogo del suo sviluppo. La struttura emozionale del percorso è nelle percezione acustiche, nelle prove effettuate sui materiali che sollecitano contemporaneamente l’intera gamma dei ricettori sensoriali, gusto escluso. Talenti Emergenti, conferma la sua vocazione, dare visibilità ed opportunità di promozione ai nostri giovani artisti, 16 secondo la formula degli organizzatori con relativo vincitore.
Lasciamo da parte l’aspetto competitivo; qui interessano le sperimentazioni, i confronti, le contaminazioni fra 16 performaces dove sono proprio i punti di contatto a generare una tendenza, a dare una prospettiva alla
contemporary art in salsa mediterranea. Proviamo a decriptare questa concentrazione di impulsi creativi. Che l’Africa sia, anche nell’arte, uno dei richiami forti del 3° millennio lo confermano pure questi emergenti in pista tra i luoghi simbolo del Rinascimento.
Alessandro Ceresoli (Romano di Lombardia, 1972) dopo una
full immersion, artistica e culturale, in Eritrea ne trae ispirazione per una rappresentazione fumettistica e fantastica dei valori profondi che pulsano nelle vene del continente nero: la vicenda misteriosa e cruenta di Alice Auma, fondatrice di un esercito parareligioso,
Holy Spirit Movement, che negli anni ’80 si oppose al Governo Ugandese. Per
Patrizio Di Massimo (Jesi, 1983) sono Libia ed Etiopia che riemergono come memoria scomoda del passato coloniale italiano, su tutta l’installazione vocale che ritma la voce stentorea del Negus
“give me the lion, keep the stele!”, assieme a filmati di viaggio ed un’opera forse da attribuire a
Mario Schifani:
Leptis Magna, sono nato qui. Dominano le installazioni sonore: quelle lievi di
Riccardo Benassi (Cremona, 1982)
contributo all’alterazione temporale ed alla ridefinizione degli spazi, insieme ai sentieri di feltro e alle formule mantra.
O l’approccio ostile ed apotropaico dell’installazione tecnologica di
Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, 1983): il suono minaccia e quasi ghermisce chi vi si pone di fronte. Il visitatore viene attirato ed intrappolato nello spazio vuoto lasciato da
Antonio Rovaldi (Parma, 1975), fra le video installazioni di un lanciatore di baseball e quello di oggetti cari e delicati fragorosamente frantumati dal colpo, in mezzo lo spettatore si trasforma in un vettore di emozioni. La rappresentazione materiale della città è sperimentata invece da
Margherita Moscardini (Donoratico, 1981), il soggetto è Milano ricomposta in
The Landescape Project attraverso i frammenti di vetro raccolti nelle sue strade, l’effetto finale richiama – non sappiamo quanto involontariamente – il mapping di googleiana memoria.
patrizio patriarca
mostra visitata il 10 marzo 2011
dal 19 febbraio 2011 al 1 maggio 2011
Talenti Emergenti 2011
Firenze, CCCS Centro di Cultura Contemporanea Strozzina – Palazzo Strozzi,
orario martedì – domenica 10-20.00, giovedì 10-23.00, lunedi chiuso
Biglietto: intero 5 euro, ridotto 4 euro, scuole 3 euro. Speciale ingresso gratuito: tutti i giovedì 18-23
Speciale Euro 10 biglietto cumulativo con Mostra Ricasso, Mirò e Dalì.
Catalogo Silvana Editoriale
info 055/2645155
www.strozzina.org
www.palazzostrozzi.org
[exibart]
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L'arte "istituzionale" decreta i talenti emergenti? Si potrebbe speculare all'infinito su questi nuovi "talenti" nascenti e sul perchè, sono dichiarati tali? Nel piccolo mondo nascosto dell'arte, ci sono anche talenti che vivono in penombram che pochi "eletti" li conoscono. Il futuro sembra dargli proprio ragiome. Il talento nell'arte è una cosa misteriosa di cui si sono occupati inutilmente, spiriti nobili ben più grandi di me e su cui si innalzano studi e saggi della storia dell'arte universale.
L'artista di talento è tale, perchè non sa di esserlo, e non si nasconde certo nel sottosuolo, ma vive sempre e comunque in penombra.
Ci sono stato il 7 Aprile, e devo dire che sono rimasto particolarmente colpito, soprattutto dal lavoro di Loredana di Lillo, mi è rimasto davvero impresso e ha raccolto i miei pensieri.
Bella mostra.