fino al 1.X.2017 Jacub Julian Ziolkowski – Nasellini MAN, Nuoro

Nasellini! Nasellini! Uno spot pubblicitario, quello che pare risuonare nella Project room del MAN di Nuoro, dal 1° giugno al 1° ottobre. In realtà è il risultato della residenza artistica in Sardegna dell’artista polacco, Jacub Julian Ziolkowski (nella foto in alto). Una campagna marketing immaginaria che ruota attorno all’invenzione di una nuova tipologia di pasta (i “nasellini”, appunto), ispirata alla forma delle cavità nasali.

La tradizione culinaria italiana, d’altronde, è tipica di corrispondenze tra corpo e cibo (i tortellini pare siano stati ispirati, secondo leggenda, dalla forma dell’ombelico), mentre l’intero vocabolario della pasta svela un tessuto sociale fatto di tradizioni e riferimenti popolari che Ziolkoswki fa emergere con dissacrante ironia.

All’interno della Project room, l’artista mette in scena un surreale ambiente commerciale: la sponsorizzazione del “nuovo prodotto” avviene attraverso i canonici mezzi comunicativi (locandine, pubblicità, video), in un’installazione site-specific che culmina con la presentazione del minuscolo, ma prepotente protagonista della scena: il nasellino.

Una quantità massiccia di locandine pubblicitarie realizzate attraverso il mezzo pittorico svelano la modalità stilistica surreale, psichedelica e sarcastica di Ziolkowski. “Prima di morire, prova… i Nasellini!”, recita una locandina: un ironico e delirante richiamo alla necessità dell’inutile, una commistione tra gioco linguistico e dissacrazione di un prodotto iconico e “intoccabile”, come quello della pasta. Una celebrazione fittizia e pomposa che assume i “nasellini” a nuova entità del mondo culinario.

In un martellamento degno delle migliori campagne marketing che strizza l’occhio a uno stile pubblicitario retrò, da boom economico del dopoguerra, si inseriscono i video (nella foto in homepage) realizzati in Sardegna con numerosi attori non professionisti, grazie alla collaborazione speciale della Fondazione Sardegna Film Commission. Una prospettiva tutta estera (gli stranieri osservano gli italiani), nella quale la Sardegna viene inserita nell’immaginario nazionale come spazio di sperimentazione, di afflusso di tradizioni e di incontro con un marketing assillante e privo di senso.