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09
febbraio 2018
Fino al 10.II.2017 The Misfits Studio la Città, Verona
altrecittà
Riccardo Camoni, Stefano Cattaneo, Mauro Folci, Igino Legnaghi, David Leverett, Paolo Patelli, Richard Smith sono i “The Misfits” che Marco Meneguzzo dirige nelle sale di Studio la Città fino al 10 febbraio. Un titolo di derivazione cinematografica per una mostra che ripropone sette artisti cresciuti in seno alla galleria veronese tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, precursori del loro tempo, anticonformisti di natura, impossibili da incasellare in scuole, movimenti o tendenze. Degli “spostati” come i protagonisti del film di John Huston, fuorifuoco ma contemporaneamente e proprio per questo liberi. Scrive Meneguzzo: «”Spostati”, però, è una delle traduzioni possibili per “misfits”, tanto è vero che quando il film uscì nelle sale europee il titolo nelle varie lingue mostra delle sfumature diverse, e delle aperture all’interpretazione […]. In Danimarca ad esempio il titolo era De frigjorte cioè I liberi. Dunque […] “gli spostati” sono di fatto dei “perdenti” rispetto alla società, da cui se ne vanno, ma degli eroi agli occhi di noi che guardiamo, di noi che sappiamo cosa passa nell’animo di quelle persone, di noi che entriamo in contatto con quel singolo individuo, e non con le inevitabili categorie imposte dalla comunità sociale […]». Di Riccardo Camoni, artista che a soli 18 anni partecipò a “Arte Povera più Azioni povere” di Germano Celant, viene presentata una delle grandi composizioni geometriche rosse che nei primi anni Ottanta egli utilizza per superare la bidimensionalità del quadro e invadere lo spazio con strutture minimali. Di Stefano Cattaneo, veronese di origini e oggi attivo in Germania, troviamo Prima prova (1989), una delle sue “pitture senza pittura”, in cui recupera la bidimensionalità del quadro a parete utilizzando materiali tipici del poverismo come il legno e tubi in ferro. L’acciaio è invece la materia di Igino Legnaghi (nato anche lui a Verona), che dopo esperienze internazionali torna in Italia negli anni Settanta con una personale a Studio la Città. Omaggio a Lorenzo è l’opera presentata in mostra: un pannello di acciaio smaltato e acciaio inox di grandi dimensioni (141 x 200 x 13,5 cm) che articola una bicromia minimal in superfici interagenti.
The Misfits Riccardo Camoni, Stefano Cattaneo, Mauro Folci, Igino Legnaghi, David Leverett, Paolo Patelli, Richard Smith a cura di Marco Meneguzzo installation view foto Michele Alberto Sereni Studio la Città – Verona
In questo campionario di materiologia rientra anche Mauro Folci, il quale utilizza da sempre l’ardesia, il piombo e oggetti prelevati dal quotidiano. Madame Recamier (Pacifico) ricrea un ambiente immaginario, in cui un triclinio di piombo giace silenzioso su un pavimento di marmo bianco e nero. Paolo Patelli è l’ultimo italiano della serie: nato ad Istria, lavora da sempre nell’ambito dell’astrazione tanto che negli anni Settanta viene associato a “pura pittura”, seppure la sua propensione al gesto lo differenzi da questa esperienza. Il linguaggio della pittura (1988) lo dimostra: otto pannelli accostati a formare un immenso campo pittorico in cui Patelli agisce con campiture cromatiche e manifestazioni segniche estremamente intense, di sapore più visceralmente informale che algidamente astratto. Gli ultimi due artisti che completano la mostra sono di provenienza internazionale. Il primo è David Leverett, nato a Nottingham e residente a Londra, noto per i suoi dipinti astratti in acrilico e per i suoi collage. La sua prima personale a Studio la Città risale al 1971. L’opera proposta in mostra è di un anno successiva, si intitola Colour Structure (A27) e riflette la sua attenzione continua al paesaggio, tesa in parte ad affermare la nostra identità nel mondo e in parte a dirigere la riflessione sulle dinamiche ambientali da cui dipendiamo. Il secondo è Richard Smith, esponente della seconda generazione della Pop Art inglese, che ha poi svolto una ricerca in cui prevalgono il profondo interesse per le proprietà formali del dipinto (colore, struttura, forma) e il tentativo di trasformarlo in oggetto tridimensionale con interventi sulla superficie della tela e sulla struttura del telaio, incontrando in qualche modo i temi di ricerca di Pittura Analitica, come dimostra Full week (1979), presente in mostra. Nel lontano 1977 Studio la Città gli dedicò la sua prima personale coinvolgendolo poi in numerose fiere internazionali e mostre pubbliche. Da allora le sue opere hanno fatto il giro del mondo e sono oggi esposte in importanti collezioni come quella della Tate Gallery, del Victoria and Albert Museum, del Moma, della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e molte altre.
«La loro storia artistica è stata caratterizzata da […] “un” momento di tangenza con lo “spirito del tempo”, – spiega Meneguzzo – e questo indica la loro capacità non solo di seguire un linguaggio, ma di produrlo nel momento in cui diventa maturo: sono, cioè, degli attori attivi del loro tempo espressivo. Tuttavia, questa tangenza è durata poco, troppo poco perché si consolidasse come pienamente pertinente a un momento storico, troppo poco perché la presenza di questi nomi si sedimentasse nell’immaginario del sistema dell’arte vasto e consolidato […]».
A Studio la Città gli eroi liberi e sconfitti di The Misfits ritrovano la via di casa e un terreno comune per esibire tutta la loro scontrosa, difficile indipendenza fatta di tutto tranne che di compromessi.
Jessica Bianchera
mostra visitata il 25 novembre
Dal 25 novembre 2017 al 10 febbraio 2018
The Misfits
Studio la Città
Lungadige Galtarossa, 21
37133 Verona
Orario: da martedì a sabato, ore 9.00-13.00 e 15.00-19.00 (lunedì solo su appuntamento)
Info: +39 045 597549 www.studiolacittà.it