Questa esigenza prioritaria spinge l’artista Gutai a lasciare che il tempo agisca, assecondando i ritmi lenti ma inesorabili e propri della natura, seguendo le variazioni con una pazienza senza limite, in questo rapporto intimo e nello stesso inaspettato e nuovo. Alla fine degli anni ’50 vi è stato un momento casualmente convergente in cui artisti di diversa area geografica (America, Europa, Giappone) hanno indagato, nello stesso momento, in una identica direzione approdando, ognuno a modo proprio, a risultati del tutto differenti ma condivisibili. Arte concepita come flusso diarroico di energie primarie che si materializzavano in un succedersi continuo emulando i momenti della vita. Flusso del tutto caotico in cui le arti vengono a contaminarsi e a definirsi in modo originale. Per certi versi il suo modo di fare “pittura”, potrebbe essere paragonato all’Action Painting di Jackson Pollock. In verità, le opere di Shozo condividono i profondi pensieri della filosofia Zen, una concezione della vita del tutto diversa da quella personale dell’artista americano. In Pollock vi è alla base una motivazione prettamente esistenziale; l’uso del dripping e del proprio corpo dentro la tela, seppur gestuale, è un atto ancora pittorico e prettamente privato. Per l’artista giapponese, invece, creare significa agire a contatto con il pubblico, avere un rapporto con gli altri, farsi evento, rivelazione.
Per lui non è importante l’opera “definita e finita”, ma l’evento provvisorio che si materializza in opera. L’arte, quindi, non è pura descrizione delle cose, è intesa come la materializzazione di una idea, di un pensiero che lascia la mente per divenire gesto di liberazione; liberazione di pulsioni e di energie spesso soffocate che prendono il volo e incontrollate si disseminano sulla tela. Non a caso, in diverse opere presenti in questa mostra a Caserta, i frammenti di oggetti vengono lasciati volutamente a sedimentare, assorbiti dal colore come parte significante dell’opera, (vetri di bottiglia, lattine, sandali), oggetti sopravvissuti all’uragano e alla furia di questo autentico Kamikaze della performance. Vi sono esposti in questa mostra a Caserta da Nicola Pedana Arte Contemporanea una serie di opere recenti dell’artista giapponese che documentano il lavoro svolto tra il 2006 e il 2008. Massimo Sgroi, presentandolo in catalogo, lo definisce “l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera pittorica, ma ricopre il ruolo di mediatore tra la realizzazione di un’idea (la sua) e colui che la vive”. In questo senso, l’artista si fa promotore di un “vissuto”, diventa il regista di un evento unico, altamente creativo e suggestivo.
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Martedì – Giovedì – Sabato 10/13 e 16:30/20:00 – Venerdì 16:30/20:00
Nicola Pedana Arte Contemporanea, via Don Bosco, 7
81100 Caserta
tel. 392 67 93 401
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