Attraversare gli spazi rigorosi della Castiglia di Saluzzo e sostare dinnanzi alle opere degli artisti iraniani selezionate dal curatore Vahid Malek per la collettiva “Diario Persiano”, procedendo con l’andamento a zigzag che il visitare la mostra impone, in un susseguirsi di lavori e di stanze, richiama via via le atmosfere dei film di Abbas Kiarostami: la permanenza dell’albero solitario, la percorrenza dei tornanti sulla collina brulla, la peregrinazione del mazzo di fiori rossi nel traffico cittadino. Quanto sia la ricerca di un supporto interpretativo che proviene da un autore che nei decenni passati ha introdotto l’Iran filtrato con la sua cinepresa nel sistema culturale occidentale, o quanto l’affiorare di un’inevitabile sottotraccia data dal contesto comune alle opere del regista come a quelle degli artisti esposti, è poco rilevante in sé, ma richiama il gioco del ricordo e della memoria evocato sin dal titolo della mostra.
“Diario Persiano” si inserisce nella programmazione dell’Istituto Garuzzo che promuove gli artisti italiani nel mondo tramite mostre e residenze come esperienze di scambio e reciprocità. In questa occasione con il Teheran Art Center, e in collaborazione con la Città di Saluzzo, porta nella sede che accoglie la propria collezione lavori recenti di sette artisti iraniani nati nel ventennio tra il 1957 e il 1977.
Mohamad Hadi Fadavi, Horses without horsemen, 2017, Mixed media on canvas, 190×150 cm
Tradizione e aggiornamento stilistico, entrambi sospesi e controllati, compaiono in produzioni che denotando maturità e personalità. Si incontrano nelle opere alcuni tratti comuni, come la calligrafia che dà forma e sostanza sia al trittico di Alireza Saadatmand, composto da monocromi che riprendono i colori della bandiera iraniana nei quali, tono su tono, spatolati nella materia verde, bianca e rossa, sono citati testi di resistenza e speranza, sia ai lavori di Alireza Karimpour che traduce in paesaggi emozionali i poemi d’elezione. Un astrattismo cromatico che si ritrova anche nelle tele di Amir Bakhtiar Sanjabi, qui ridotto a gesto immediato, decorativo.
Il tempo introdotto dal segno sottile, quasi ossessivo, della miniatura esalta nell’era digitale l’abilità manuale, la costanza. Così nei microcosmi di Firoozeh Akhlaghi che assumono i temi dai reperti archeologici, e nei quali l’uso di colori naturali conferisce una valenza insieme mitologica e contemporanea. E così nelle campiture ottiche di Mohamad Hadi Fadavi dove le figure e le cromie creano un tessuto simbolico che fonde forma e contenuto, e libera cavalli senza cavalieri negli ambienti che ospitano al piano superiore il Museo della civiltà cavalleresca. Il figurativo si fa evidente nei lavori di Shahram Karimi e Sahar Salehi che più apertamente trattano il tema non pacificato della storia e dell’identità.
21 opere che restituiscono per immagini, temi e valori – tra realtà e finzione artistica, tra tradizione ed espressione contemporanea – uno spaccato della cultura iraniana e offrono un’occasione per affacciarsi sulla locale produzione pittorica.
Rebecca De Marchi
Mostra visitata il 19 maggio
Dal 20 maggio al 10 giugno 2018
Diario Persiano
Castiglia di Saluzzo
Salita al Castello, 12037 Saluzzo CN
Info: Istituto Garuzzo per le Arti Visive – info@igav-art.org www.igav-art.org