Come per mezzo di un prisma, la candida luce degli stucchi serpottiani a ornamento dell’Oratorio di Santo Stefano Protomartire di Palermo si è scomposta nelle mille tonalità di stoffe multietniche che, nel tappezzare il luogo, accolgono nel loro patchwork arcobaleno le altrettanto sgargianti e sincretiche opere di Felipe Cardeña. A sprizzare da ogni coloratissimo centimetro quadrato di decorazione sono “Gioia e Rivoluzione” a cui si intitola l’anarchico manifesto della repubblica dell’artista, vivificata dal potere dell’immaginazione quale linfa vincente sugli ormai spenti rantoli del mercato dell’arte. Questo, nelle opere, è dileggiato (si veda la scritta “Sotheby’s” su un Braccio di Ferro metallizzato alla Jeff Koons) così come ogni gerarchia e confine, in un’irriverente mescolanza democratica di iconografie attinte alle più distinte e distanti religioni, culture e forme espressive: un centrifugato pop, kitsch e postmoderno che immerge icone classiche in contesti ipercontemporanei animati da motivi decorativi floreali psichedelici. A campeggiare su uno sfondo di tale genere, per la locandina della mostra diffusa nella forma di santini, è il Cristo benedicente di Raffaello, in versione hippie (titolo dell’opera è The Flower Child, traduzione dell’epiteto dell’artista). Tra fiori e ghirigori variopinti, spiccano dissacranti la testa dell’idolo disneyano Topolino, così come parte della scritta “Rolling Stones” nonché una citazione parodica degli arazzi firmati Alighiero Boetti.
Felipe Cardeña, Swag Revolution, vista della mostra
È così che, tra il presunto sacro e il subliminale satanico, gli occhi del pontefice si accendono diabolicamente in Papa pop, il cui ritratto su simile sfondo sovrasta una warholiana Campbell Soup. Questa è poi protagonista, in chiave araba, di un altro collage, dunque resa di dignità pari a quella delle divinità terio-antropomorfe induiste, dei martiri cristiani, di personaggi rivoluzionari, di icone dello spettacolo (Jimi Hendrix) e della Storia dell’Arte. È il caso della Madonna della Seggiola, così come di vasi greci dell’Età Classica o ancora del Discobolo, giustapposto alla sfera tempestata dei modulari fiori sorridenti di Murakami, a Cardeña accomunato dalle squadre di assistenti che ne realizzano i lavori, nel caso dell’artista ispanico dislocate in vari paesi in una sorta di laboratorio policentrico permanente.
Progetti speciali associati alla mostra sono poi lo stendardo raffigurante Santa Rosalia, coronata dalle luminarie di Domenico Pellegrino e posta su uno sfondo alla Cardeña, cifra con cui è stata decorata, in occasione della centesima edizione della Targa Florio, una Panda di cui il duo artistico del Laboratorio Saccardi si è impossessato con gesto duchampiano, ribattezzandola “Autobomba d’arte”. Posteggiata davanti all’ingresso dell’oratorio, l’opera verrà adibita a galleria nella misura in cui accoglierà a sua volta piccole opere di altri artisti.
Eliana Urbano Raimondi
mostra visitata il 16 novembre
Dal 10 novembre al 10 dicembre 2018
Felipe Cardeña. Swag Revolution
Oratorio di Santo Stefano Protomartire, Piazza Monte di Pietà 5, Palermo
Orari: martedì – venerdì 10-13, sabato 10-12 / 16-21, domenica 9-12,30 / 17,30-19,30