Nel Salento, grazie all’intraprendenza della curatrice Dores Sacquegna, in un nuovo spazio espositivo polifunzionale, con un gioco di sovrapposizioni e commistioni chiaro già dal titolo, “Global Player”, si inaugura un nuovo sguardo al contemporaneo.
Chi entra nella Living Gallery ha presto un’idea di cosa lo aspetti al Primo Piano (inteso come nome della galleria e reale posizione dello spazio espositivo all’interno del palazzo) con il video di Daniela Perego in cui un uomo e una donna si guardano e si cercano senza mai sfiorarsi, avvicinandosi e allontanandosi ripetutamente, in maniera cadenzata. È il tema dell’incomunicabilità, della difficoltà dell’uomo contemporaneo nell’entrare in contatto con l’altro da sé. Tema poi affrontato da tutti gli artisti in mostra.
Artisti che rappresentano tutto lo Stivale e tutti i generi di contaminazione contemporanei: dalla “basica” fotografia di Eleonora Del Brocco, alla digital art di Massimo Festi, ai video di Francesco Arena, Luca Curci, Angelo De Francisco, Lino Budano & Silvia Manazza, fino a Dormiens di Matteo Bosi, fotografia digitale su tela e dipinta a mano.
Per tutti un tema comune, l’individuo, che viene poi inteso e sviscerato nelle sue molteplici accezioni: dall’incomunicabilità della figura femminile inscatolata e imprigionata in una rete all’interno di uno schermo televisivo nel Tv set di Leonardo Damiani (miriadi di teorie sociologiche sono già state snocciolate e molto ancora ci sarebbe da dire sull’argomento…); all’ambiguità della figura umana così come viene percepita nell’immagine digitale di Massimo Festi e negli Angeli di Fosca, esaltazione della figura dell’ermafrodito; fino ad arrivare alla circumnavigazione del corpo umano, dettagliato millimetro per millimetro dalla videocamera di Francesco Arena che conduce nello spazio più privato della galleria, in un secondo piano allusivo ad altri livelli di comunicazione e interpretazione della figura.
Addirittura all’interno del corpo umano scrutano i video del duo Budano&Manazza, scomponendolo fino alle più piccole molecole, mentre del rapporto tra l’uomo e il mondo esterno racconta il video Cittanauti di Angelo De Francisco e dell’alienazione tipica delle grandi città il video Still. Alone di Luca Curci, corredato da un sottofondo musicale che già da solo potrebbe rendere il messaggio dell’artista.
Viene da pensare che questa anatomia della melanconia (da “The Anatomy of Melancholy”, che è il titolo della performance da cui è tratto il video Circular Bodies di Francesco Arena) abbia in realtà un risvolto estremamente creativo.
ilaria oliva
mostra visitata il 17 aprile 2004
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