L’evento organizzato dalla Fondazione Puglisi
Cosentino in collaborazione con il Mart di Trento Rovereto si condensa nelle
quattro sale del piano superiore di Palazzo Valle, capolavoro dell’architetto
palermitano Giovanni Battista Vaccarini
(Palermo 1702 – 1768). Le sculture numerose e bellissime di Fausto Melotti ( Rovereto, 1901 –
Milano 1986) dialogano con le
pitture di Osvaldo
Licini (Monte Vidon Corrado (AP),
1894 – 1958) e Gastone Novelli (Vienna, 1925 – Milano, 1968).
Per ragioni biografiche, Melotti e
Licini viaggiano comodamente insieme nel segno di una personale visione
dell’astrattismo, direttamente discendente da quella pattuglia di pittori
capitanati dall’artista teorico Carlo
Belli ( Rovereto, 1903- Roma, 1991) l’autore di Kn, scritto teorico applauditissimo dallo stesso Kandinskij. Tra i
confronti più stringenti ed interessanti, troviamo l’Amasulta con trombetta su sfondo giallo (1949) di Licini con le sculture di Melotti: Nel
deserto (1976), o la Maddalena
(1977). Le forme anti-volumetriche dei due artisti si muovono in una comune
dimensione onirica e poetica, dal sorriso ironico e disincantato, egualmente
lieve e sintetico. I due sembrano incontrarsi maggiormente sui tetti liciniani
di Castello in aria (1932), pittura
pioneristica per l’Italia di Novecento, che sembra prefigurare i teatrini
arrugginiti e fantastici di Melotti: Sole
dell’apocalisse (1976).
Artista di una generazione successiva a quella di
Licini e Melotti, Gastone Novelli è stato accostato ai due maestri con grande
acume dalle due curatrici della mostra, Gabriella Belli e Alessandra Tiddia.
Muovendo i primi passi nella grande stagione avanguardistica dell’Informale,
secondo un segno debitore delle
sperimentazioni multi-materiche dell’artista di Rovereto, Novelli si avvicina,
in Paura Clandestina (1959),
all’universo formale melottiano,
con una campitura grossa e densa, attraversata da una linea rapida
riconoscibilissima. Gastone Novelli, pittore consapevole e fortemente impegnato
politicamente, alla Biennale di Venezia del 1968 chiude la sua sala in segno di
protesta contro la polizia presente nei giardini della rassegna. Un dipinto
presente allora, Guerra alla Guerra (1968), si confronta qui con il segno giocoso
di Melotti: Non umano (1977),
metallica e leggera
rappresentazione di un enigma sacro.
mosè previti mostra
visitata il 02 aprile 2011
Dal 5 febbraio al 12 giugno 2011
SEGNI COME SOGNI
Licini, Melotti e Novelli fra astrazione e poesia
Catania, Fondaziona
Puglisi Cosentino
A cura di Gabriella Belli, Alessandra Tiddia
Orario: Da martedì a
domenica: ore 10.00 – 13.00 e 16.00 – 19.30
sabato chiusura: 21.30 aperture
straordinarie su prenotazione (possono variare, verificare sempre via telefono)
Ingresso: intero € 8 ridotto € 5 per giovani tra
10 e 25 anni e adulti di età maggiore ai 65 anni, gruppi da un minimo di 15
persone, soci di: Anisa, Archeoclub, Arci, Artegiovane, Associazione dimore
storiche, Circolo degli Amici di Palazzo Riso, Circolo Jonica Catania, Circolo
Unione Catania, FAI, ICOM-International Council of Museums, Istituto Italiano
dei Castelli, Italia Nostra, Lions Sicilia, Rotary Sicilia, Teatro Stabile
Catania, Teatro Massimo Bellini Catania, Touring Club Italiano
ridotto € 2
ufficio stampa: STUDIO ESSECI promossa dalla Fondazione Puglisi Cosentino per l’Arte e dal MART. Museo di
Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto Sponsor Finsole S.p.A. Acqua Azzurra S.p.A. Sponsor tecnici Hotel Il Principe, Catania Katane Palace Hotel, Catania, Ristorante Al Massimo, Catania
info: biglietteria@fondazionepuglisicosentino.it
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MAI VEDUTO
…OPERA fragile e attrattiva,
mai veduto giostre sull’acqua e lascio sentire alla natura l'essenza di un sogno in viaggio...
-Oggi qui, domani là, cosa farò e dove sarò nel mio sogno in viaggio?-
Fuorché in sogno
Non avrei mai creduto
E veduto ciò appassionatamente già sognato
E lo ripenseremo al sogno
Perché l’indomabile essere offre interesse
Solo nelle notti ammalate di desiderio
Solo in cui la polvere della verità
Viene a mischiarsi ad una sabbia di caldo fieno
In cui qualche cocciuta sciagura della vita
Diventa una molla di folla fantastica
Fuorché in sogno
Nel capolavoro
La personalità è nel Mondo
Inalterabile
Sorto e risorto nell’ora dell’illuminazione del dubbio
Ed entra nella nostra metafora della vita
Nella nostra vita perquisita in cui
Come la doppiezza di un indovino risveglio
Vediamo con lui e in lui
Le persone di cui avevamo amato…
Ma veramente amato
Indolore e indorato
È il momento che possiamo riemergere noi stessi
Concederci a loro che ci hanno aspettato fanciulli
Sullo sfondo di un mare delicato
E salato
Come il silenzio più commovente dei venti stormi
Fuorché in sogno
Non ho mai avuto il tempo
Non ho mai veduto
La fragilità del più candido dei pensieri
E i prestabiliti accenni della partenza…
Più lunga.
©2011
Maurizio Spagna
e il giro del mondo poetico-
http://www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore creativo,
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-