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fino al 12.X.2003 La montagna ricreata Aosta, Tour Fromage
altrecittà
Da Turner a Penone: una storia montana dell’arte, altitudine e confine che danno le vertigini. Il sublime non è altro, la fatica mistica ed energetica esaltata dalla rarefazione dell’ossigeno. E qui si tratta di un Monte Analogo, come scriveva René Daumal...
Con La montagna ricreata si conclude il ciclo Da cima a fondo, avviato nell’autunno 2002 e coordinato da Antonella Crippa: un progetto in cinque mostre volto a fornire un panorama della percezione della montagna nell’arte contemporanea.
Molti gli approcci che ne sono scaturiti: l’ironia di Wim Delvoye, l’onirismo di Thomas Flechtner, il grottesco di Peter Land, il minimalismo di Sol LeWitt e, fra i progetti realizzati ad hoc, l’inchiesta di Armin Linke, l’astrazione di Martino Coppes e il dislocamento di Massimo Poldelmengo.
Quest’ultima tappa si focalizza su realizzazione e produzione della montagna, anziché su raffigurazione e riproduzione: da qui il titolo della mostra. Lungo le sale della torre valdostana si snodano crocicchi essenziali dell’arte di oggi.
In primo luogo ci si imbatte nella Montagne sur tapiserie rose (1958) di Enrico Baj (Milano 1924 – Varese 2003): il milanese delinea con dissacrante sensibilità la concezione della montagna, puntando sull’artificialità di un fondo à la Jean Dubuffet. Al piano superiore, tre opere: una fotografia di Zhang Huan (An Yang 1965) intitolata To Add One Meter to an Unknown Mountain (1995), a documentare il provocatorio progetto, già presentato alla Biennale di Venezia del 1999, di innalzare un monte con corpi sovrapposti e distesi. Dello svizzero Not Vital (Sent 1948) sono presenti due opere: Pneumatic Post (1987), presto rimossa a causa dei danneggiamenti dovuti al clima torrido, e il ritratto-scultura intitolato Pitzlat (2002).
Uno spazio successivo è interamente occupato dall’installazione di Paula Abalos (Buenos Aires 1975): Montaña (2003) è una struttura gonfiabile in PVC che ricorda gli igloo di Mario Merz e reca sulla sommità un modellino tronco di aereo precipitato.
Al quarto piano il capolavoro della mostra: La montagna Sainte-Victoire (1995) di Giulio Paolini (Genova 1940) è composta di telai, cavalletti e tela bianca e riproduce con artificio e concettualismo la stereometrìa della montagna resa celebre dalla serie di Paul Cézanne.
Un breve plauso merita il programma espositivo valdostano, estremamente ricco e articolato: quante realtà di provincia avrebbero i mezzi per realizzare simili eventi e non lo fanno per una gestione azzardata delle proprie risorse, siano esse economiche o umane?
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mostra visitata il 14 agosto 2003
La montagna ricreata
A cura di Cristiano Giulio Sangiuliano
Tour Fromage, Teatro romano
Aosta
Orario: dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30
Biglietto: ingresso gratuito
Informazioni: tel. 0165 275902; u-mostre@regione.vda.it
Catalogo trilingue dell’intera rassegna (italiano, francese e inglese), Artshow edizioni, € 23
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