Anno fatale il 1968 per l’arte italiana: scomparvero Lucio
Fontana, Leoncillo e Pino Pascali, ma la morte dell’artista
pugliese – a soli 33 anni – fu forse la più dolorosa. In sua memoria l’anno
successivo i genitori istituirono un premio destinato a un artista emergente,
che andò ad artisti, come Maurizio Mochetti, Vettor Pisani, Vincenzo Agnetti, Luca Maria Patella e Jannis Kounellis, distintisi all’interno di
tendenze e movimenti delineatisi nel decennio 1969-79, ai quali fu chiesto di
allestire delle personali nell’ex chiesetta di Santo Stefano a Polignano a Mare
(luogo d’origine della famiglia Pascali), nel Castello Svevo e nella Pinacoteca
Provinciale di Bari.
A selezionare gli artisti furono i più noti rappresentanti
della critica d’arte di quegli anni, tra cui Argan, Brandi, Calvesi, Bucarelli,
De Marchis, Ponente, Menna, Barilli, Boatto, Bonito Oliva, Marino.
La storia del Premio (interrotto nel 1979 e ripreso nel
1997) è rievocata in una mostra allestita nel Museo Pino Pascali di Polignano a
Mare, con lavori recenti dei vincitori e opere risalenti agli anni ‘70. I 9
mq di pozzanghere
(1967) di Pascali aprono il percorso, che prosegue con Senza titolo (2003), in cui Kounellis, con il
suo repertorio di materiali “poveri” – lastre di ferro, sacchi di iuta, carbone
– ribadisce la sua drammatica visione del rapporto tra mondo dei sensi e
materia. È l’unico suo lavoro in mostra, ma in catalogo figura anche la Margherita
di fuoco (1967),
esposta alla Pinacoteca Provinciale di Bari in occasione dell’assegnazione del
Premio nel 1979.
Un unico lavoro anche per Agnetti (scomparso nel 1981),
esponente dell’arte concettuale, le cui riflessioni sul linguaggio alternano
rigore razionale ad accenti poetici e attraverso paradossi e ossimori ne
sanciscono l’ambiguità, come in Assioma del 1970, una lastra di bachelite nera su cui è
incisa la frase “Il punto di arrivo è la luce come primo punto oscuro”, a commento di un punto bianco.
Di Vettor Pisani è
presente il Labirinto di cioccolato (1970-2004), con una testa di Venere di cioccolato posata
su una griglia di specchi, un’opera in linea con la sua ricerca, in cui
riferimenti esoterici si fondono ad allusioni alchemiche, argomentazioni
filosofiche e rimandi alla mitologia, mentre alla parete è L’isola d’Ischia (1985) (suo luogo natale), coperta da una
lamina d’oro.
Se Cono F104 (1985) e Bakohka (1976) di Mochetti attivano nuove modalità di
percezione dello spazio con l’ausilio della luce rossa del laser e un piccolo
aereo con grande scia solidificata, a rappresentare Patella, esponente di un
concettualismo da lui stesso definito “interdisciplinare, esistenziale e
realistico”, c’è
l’enorme Mela dice
(2007) gonfiabile
rossa, oltre al tondo fotografico ispirato a I coniugi Arnolfini di van Eyck.
In catalogo figurano i testi della curatrice Rosalba
Branà, di Achille Bonito Oliva e Christine Farese Sperken, un’intervista a Pina
Belli D’Elia, un ampio e denso saggio di Pietro Marino sui cinque artisti e una
cronistoria del Premio che Antonio Frugis ha desunto dalla documentazione
conservata presso l’Archivio del Museo.
lia de venere
mostra visitata il 25 aprile 2010
dal 24 aprile al 13
giugno 2010
Il
Premio Pino Pascali dal 1969 al 1979. La storia
a cura di
Rosalba Branà
Palazzo Pino Pascali – Museo
Comunale d’arte contemporanea
Via San Vito,
40 – 70044 Polignano a mare (BA)
Orario: da
mercoledì a sabato ore 18-21; domenica ore 11-13 e 18-21
Ingresso
libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39
0804249239; segreteria@museopinopascali.it;
www.museopinopascali.it
[exibart]
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Il premio Pino Pascali è stato istituito dai genitori dell'artista nel 1969. L'ultima edizione si è tenuta nel 1979.