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fino al 13.X.2005 Guglielmo Achille Cavellini – Trasformer Brescia, Museo Ken Damy
altrecittà
Uno, nessuno, centomila. Le mille identità di un artista rimasto fin troppo in disparte, innovatore e anticipatore di una nuova comunicazione artistica. E una poetica dell'auto storicizzazione...
Si faceva chiamare GAC Guglielmo Achille Cavellini (Brescia 1914 – 1990) e con questa sigla mise in scena il suo “teatrino”, la parodia di una vita di cui tutti ne furono spettatori. Tutta la sua produzione -iniziata negli anni Sessanta dopo un’esperienza da collezionista d’arte- è intrisa di una forte ironia provocatoria, forse per superare un vissuto difficile o per criticare un sistema che non l’aveva mai compreso. Per questo, negli anni Settanta, dopo varie sperimentazioni, dà inizio, con gli Omaggi (francobolli e legni grazie ai quali si riappropria delle opere più famose della storia dell’arte), alla parte più importante della sua opera: l’autostoricizzazione. Costruisce pagine di un’enciclopedia con la storia della sua vita, fino a diventare una narrazione di gesta eroiche, che invade abiti, oggetti, colonne. Mette in scena francobolli creati in occasione del suo centenario; propone una serie di “personaggi della storia”, in cui il Cavellini – Trasformer si diverte ad apparire in sembianze diverse, tra prati di quadrifogli incollati sul cartoncino, sottoforma di collage. Agisce su se stesso e sul proprio corpo, utilizzando anche la performance, ma con intento concettuale più che fisico. Ad interessarlo, infatti, è la riflessione sull’arte e il suo processo, tanto che, nel 1973, inventa le “mostre a domicilio”: cataloghi sulla propria produzione, che spediva in tutto il mondo, grazie ai quali riusciva a raccogliere consensi. Forme di un’arte postale bizzarra e pungente, che ha fatto parlare di sé e che ha catapultato la comunicazione artistica ovunque, nello spazio e nel tempo. Per chi l’ha incontrato e per chi non lo conosce ancora, il Ken Damy propone, come ogni anno, un omaggio a quest’artista, offrendo, oltre ai collage, anche una sezione di cataloghi storici in consultazione. Un omaggio che è anche il saluto di un figlio, Piero Cavellini, ad un padre geniale, che sebbene non riuscì ad essere propheta in patria, seppe esprimersi liberamente, come solo l’arte è in grado di fare.
valentina rapino
mostra visitata il 10 settembre 2005
Guglielmo Achille Cavellini – Trasformer, a cura di Piero Cavellini e Ken Damy. Dal 10 settembre al 13 ottobre 2005, da martedì a domenica dalle 15.30 alle 19.30 – lunedì chiuso; Museo Ken Damy di fotografia contemporanea, corsetto s.Agata 22 Brescia; tel 030 3750295, e-mail: info@museokendamy.com, http://www.museokendamy.com
[exibart]