Antichità e contemporaneità messe a confronto. Un incontro che produce il reciproco riconoscimento e raffina la percezione del reale. Il “ciò è stato” diventa il “qui e ora”. È quanto si tenta di dimostrare con la terza edizione di
Intramoenia Extrart. Castelli del Salento: il Grand Tour della Meraviglia, evento curato da Giusy Caroppo con la direzione scientifica di Achille Bonito Oliva. Tre le location: il Castello di Carlo V a Lecce, Palazzo del Principe a Muro Leccese e il Castello d’Acaya ad Acaia. Lungo le mura di questi antichi manieri è stato insediato il “seme del presente”, che qui più che altrove affonda le radici nei retaggi del passato.
Gli artisti invitati sono a un tempo interpreti e profeti del presente, capaci di cogliere simultaneamente gli
indizi dei nostri tempi e le
prove di quelli ormai superati. A partire dal tributo esclusivo a uno dei più grandi comunicatori italiani: la Torre Mozza del Castello Carlo V è diventata
Spazio libero per
Oliviero Toscani, in perfetta connessione con la logica espositiva del creativo, per il quale
“le strade sono il miglior museo”.
Il fascino del Borgo di Acaya e del singolare affresco della
Dormitio Virginis rilevato dagli scavi archeologici hanno ispirato l’opera
In Transitu dell’australiana
Virginia Ryan. Una delle sale del piano interrato, curiosamente provvista di un’insolita acustica, è diventata il luogo congeniale della simulata fucilazione del maiale (
Da porton down) di
Perino&Vele, così come quella accanto, con le vasche per la raccolta del grano che creano un’affascinante combinazione tra pieno e vuoto, è diventata la sede naturale per
Mama di
Anish Kapoor.
Negli ambienti al primo piano sono le “sculture esoteriche” di
Vettor Pisani, la
Cena Segreta, installazione dai toni futuristico-medievali di
Maurizio Elettrico, il linguaggio dei segni di
H.H. Lim; ancora, la videoproiezione di
Paolo Consorti,
Dentro le segrete cose, libera interpretazione della
Divina Commedia, le centosessanta diapositive di
Haiku di
Maja Bajevic e, infine, i colorati putti in maiolica dagli echi barocchi del pugliese
Franco Dellerba.
Al Palazzo del Principe troviamo le opere di
Mimmo Paladino, come i
Carri presenti nell’androne, mentre nei sotterranei il
Child di
Luisa Rabbia, scultura polimaterica rifinita a matita blu. Al piano superiore, il
Rebus di
ConiglioViola, per la cui realizzazione si è giocosamente prestato lo stesso Achille Bonito Oliva,
Luca Maria Patella e il giovane barese
Francesco Schiavulli.
Infine,
Tufo Leccese, installazione site specific di
Baldo Diodato, che ha realizzato i rilievi del basolato dell’ex Cappella di Santa Barbara al Castello Carlo V. Come per le precedenti edizioni, il progetto è correlato alla documentazione video work in progress di
Carlo Michele Schirinzi.
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La terza edizione è la migliore; un crescendo, complimenti!!. Straordinaria l'opera di Schiavulli, ma chi è questo talento sconosciuto? L'opera è davvero incredibile, soprattutto per chi a quelle idee non ha mai creduto, ma ha avuto sempre un senso di rispetto ed anche di reverenza rispetto alla ideologia marxista. Bellissime le opere site specific della Ryan (anche questa è una bella scoperta) e di Diodato. Il percorso poi è affascinante; conosco la Puglia, ma chi avrebbe mai saputo che a Muro Leccese c'è una delle più belle piazze d'Italia o forse dell'intero Meridione? Bellissimo anche il Castello di Acaya; ero passato tante volte: sempre chiuso per restauri, bello inaugurarlo con l'arte contemporanea. Proseguite. Luca.